8. Qualcosa che non va (p. 1)

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6 ottobre, lunedì

Duncan

«Rain, datti una mossa! Mike è già qui!».

Attendo impaziente fermo all'ingresso e dopo alcuni minuti la vedo scendere con le Converse in mano.

Inciampa mentre cerca di infilarsele e per poco non cade dalle scale. Sono abbastanza veloce da acchiapparla al volo e me la ritrovo tra le braccia.

«Grazie» borbotta finendo di infilare le scarpe. Poi rialza la testa e mi guarda cupa. «Che hai da sorridere tanto di primo mattino?».

«Niente» rispondo senza riuscire a contenere il mio buonumore. «Ora andiamo prima che Mike ci lasci a piedi».

Saliamo sulla Focus tirata a lucido di Michael che ci aspetta con l'autoradio a tutto volume e il motore acceso.

«Come va?» mi saluta abbassando la musica mentre prendo posto accanto a lui.

«Scusa il ritardo, Mike» mi volto verso Rain che intanto ha lanciato la borsa sul sedile posteriore e si è seduta con la stessa grazia di un elefante. «Qualcuna non ha sentito la sveglia».

Lei mi fa un gestaccio e io rido.

«Lascialo perdere, Rain» interviene Michael. «Tuo fratello ha qualcosa che non va, con quella faccia tutta contenta prima di andare a scuola».

Lei ride, mentre lui mette la cintura e parte.

«Ho solo dormito bene» spiego con un'alzata di spalle.

«Ha sognato Emma Stone».

Guardo l'impicciona dallo specchietto. «E tu che ne sai?».

«Hai sempre quel sorrisetto idiota al risveglio, quando la sogni».

«Tu cos'hai sognato, Rain?» domanda Michael.

«La signora Murphy».

Non riesco a trattenere una risata. «La tua insegnante di teatro?».

«Deve essere stato spaventoso» interviene Michael.

«Puoi dirlo forte. È per via dello spettacolo, mi fa un sacco di pressioni per convincermi a provare il ruolo principale».

«E ha ragione. Saresti perfetta nella parte di Giulietta» il tono di Michael mi costringe a voltarmi nella sua direzione. La sta guardando dallo specchietto come ho fatto io poco fa, con quello sguardo che un amico, o un fratello, non dovrebbero avere.

«Avete sentito? Oggi arriva quello nuovo» ci dice tornando a guardare la strada, «il cugino di Shannon O'Brian».

« Sì, Shannon mi ha detto che si è trasferito da Cork. Ha la nostra età, quindi presumo lo vedremo a lezione».

«Perché è venuto a Dublino?» interviene Rain.

«Non ne ho idea» mi appoggio col gomito allo sportello e prendo a guardare fuori. «Ma Shannon mi ha detto che starà da sua nonna, quindi immagino si sia trasferito per farle compagnia».

«Messa così sembrerebbe uno ok».

Mi volto a guardarla.

«Perché non dovrebbe esserlo?».

«Stiamo parlando del cugino di Shannon. Hai presente? Quella che l'anno scorso ha messo in giro la voce che alla sua festa di compleanno io e Rob Sullivan avevamo fatto sesso».

«Non è stata Shannon» ribatto. Lei mi scocca un'occhiata scettica. «In ogni caso, non puoi essere così prevenuta nei confronti di suo cugino».

«Oh, hai ragione. Sai una cosa? Non vedo l'ora di incontrarlo» sospira teatrale. «Chissà se è bello come lei, con le ciglia lunghe e i capelli biondi. Potrei impazzire per uno così».

Michael scoppia a ridere e io non riesco a trattenere un sorrisetto. «Avresti dovuto iscriverti prima al gruppo di teatro, lo sai? Hai un futuro come attrice comica».

«Ho avuto un buon maestro». In risposta si becca un pizzicotto sul polpaccio. 

Rain vol.2 Dieci battiti al secondo - PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora