키스 - Kiss

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Hoseok

Quella sera, il ragazzo di cui mi ero perdutamente innamorato, avrebbe ascoltato una mia canzone, avrebbe visto la mia esibizione ed io, non stavo nella pelle. Avrebbe, almeno un po', apprezzato quello che avrebbe visto? Gli sarebbe piaciuto? Quelle domande mi stavano facendo ammattire.

- In bocca al lupo hyong, andrai alla grande! - Il mio piccolo Jiminie, era una luce che illuminava le mie giornate. Fu così anche quando Yoongi, finalmente, divenne mio. Diventammo una grande famiglia.
- Crepi Jiminie!- gli dissi, battemmo il cinque e salendo sul palco. L'effetto fu grandioso, la musica partì mentre tutto il locale era ancora al buio, iniziai la mia canzone è una piccola luce illuminò la mia persona. È inutile dire che l'unica cosa che feci fu cercarlo tra la folla e la mia ricerca duro poco.

Era li, in disparte, gli occhi fissi sul palco, uno sguardo corrucciato e, quando entrai nel suo campo visivo, il suo viso si distese, quasi non credesse che il ragazzo sul palco fossi io! Be hyong, questa è per te! Devo ammettere che quella sera il coraggio era parte di me, perché, per tutta la durata della mia esibizione, non feci altro che provocarlo con lo sguardo, con le parole, con il mio corpo!

Lo volevo, volevo passare le mie giornate a parlare con lui, anche a non fare assolutamente nulla; volevo fare l'amore con lui, avere il privilegio di toccare il suo corpo e, credetemi, ancora adesso non ci credo che lui sia mio. Nuovamente Namjoon lo portò via ancora prima che io finissi ma, la mia soddisfazione fu grande, lo vidi cercarmi nonostante il suo migliore amico!

- Hobie hyong sei stato fantastico! - mi disse Jimin saltandomi praticamente addosso. Anche Seokjin lo confermò. Ne fui felice, soprattutto perché, ne ero sicuro, mi ero fatto notare da Min Yoongi! Subito dopo di me si esibì Nam, non c'era niente da dire, quel ragazzo era nato per stare sul palco, si vedeva chiaramente quanto fosse a suo agio, solo in seguito scoprii che anche lui aveva una paura cieca.

Finalmente, fu il suo turno, nonostante la folla non aspettasse altro, il suo viso era pieno di panico ma rimasi comunque sorpreso quando mi accorsi che mi cercava e, sfoderando uno dei miei migliori sorrisi, aspettai che mi trovasse per regalarglielo. Quando la musica, la sua musica, quella che aveva scritto di suo pugno, partì fu come vedere un altro ragazzo, quello di cui mi ero invaghito guardandolo in video.

Sentire quelle parole, il modo in cui esprimeva il suo dolore mi aprirono una voragine nel petto, a stento mi trattenni dal piangere. Il desiderio di conoscerlo sconfinò in me, volevo sapere tutto di lui, confortarlo nei momenti in cui nessuna luce riusciva ad illuminarlo. Essere la sua speranza.

Senza rendermene conto, mi feci largo tra la folla fino ad avvicinarmi al bordo del palco, lui fece lo stesso e sedendosi sui talloni, finì la sua canzone guardando solo me. Gli sorrisi, avrei voluto fare altro ma il gesto che compì subito dopo mi spiazzò e mi tolse almeno 20 anni di vita. Ricambiò il mio sorriso e, quando la sua mano sfiorò il mio viso, il tempo, le voci, il mio cuore si bloccarono. Fu come se in quella sala ci fossimo solo io e lui e solo il cielo sa quanto avrei voluto allungare il mio corpo e baciare quelle splendide labbra.









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Tanti auguri cucciolo mio.

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𝐼𝑘𝑖 𝑡𝑒 𝑘𝑢 𝑦ū𝑘𝑖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora