V

2.6K 258 122
                                    

La mattina arrivò presto e Jimin si affrettò ad uscire da casa e recarsi a scuola.

Aveva deciso che quel giorno avrebbe raddoppiato i suoi sforzi mostrandosi ancora più provocante nei confronti del moro.

Arrivò fuori scuola e mentre cercava la testa di Taehyung fra quelle delle miriadi di studenti si scontró con due occhi color pece: Yoongi lo stava fissando da lontano e Jimin non poté fare a meno di arrossire sotto il suo sguardo felino.

Lentamente la figura del maggiore iniziò ad avvicinarsi a lui e il rosato entró nel panico.
Si era ripromesso che si sarebbe mostrato più provocante, ma prima di iniziare doveva almeno prepararsi psicologicamente.

"Park Jimin, giusto?" Lo chiamò Yoongi una volta arrivato davanti a lui.

Jimin annuì cercando di non arrossire all'idea che il moro sapesse il suo nome.

"Seguimi un attimo" e detto questo il maggiore si voltò iniziando a camminare.



Il rosato lo seguì in silenzio verso quello che scoprì essere il retro della scuola.

Si guardò intorno curioso, non era mai stato in quel posto dato che era frequentato molto spesso da delinquenti.

Non fece in tempo a dare un'altra occhiata che si sentì sbattuto al muro con i polsi bloccati contro esso.

Una fitta di dolore gli attraversò repentina la schiena.

Alzò timoroso gli occhi verso la figura che lo aveva bloccato mentre sentiva le guance andargli a fuoco.

Il volto di Yoongi era a pochi centimetri dal suo e i suoi occhi lo scrutavano famelico.

Il cuore di Jimin perse un battito.

"Park" iniziò lentamente il maggiore
"A che gioco stai giocando?"

Il rosato spalancò gli occhi deglutendo a vuoto, mentre il battito cardiaco accelerava notevolmente.

"Come scusa?"

"Sai benissimo di cosa sto parlando, Jimin"
"Oppure devo ricordartelo?" propose lascivo il corvino, spostando il ginocchio tra le gambe del minore.

Jimin trattenne a stento un gemito.

Passarono minuti in silenzio durante i quali il piccolo non riusciva a spiccicare nemmeno una parola. Continuava a fissare la figura che lo teneva imprigionato al muro, la mente svuotata e gli occhi incapaci di staccarsi da quelli del moro.

"H-hyung io-" cominciò il rosato prima che il suono della campanella lo interrompesse bruscamente.

Yoongi si avvicinò ancora di più al viso del più piccolo.

"E così Jimin ti piace giocare?"

Si leccò le labbra piegandole poi in un sorriso storto.

"E allora giochiamo" soffiò su quelle del minore, provocatorio.

Poi si staccò e si diresse verso l'edificio scolastico, lasciando dietro di sé uno Jimin più che sconvolto.



"Yoongi dov'eri? Sei sparito all'improvviso" chiese Hoseok vedendo il moro sedersi accanto a lui.

"Stavo risolvendo alcune cosette" rispose l'altro, un sorriso sghembo su quel viso angelico.

L'amico lo guardò qualche secondo, confuso. Poi scrollò le spalle e ritornò a rivolgere la sua attenzione al professore che, nel frattempo, aveva già iniziato a spiegare.



Jimin rimase cinque minuti buoni a fissare il vuoto mentre la sua mente cercava di elaborare gli avvenimenti appena accaduti.

Appena le rotelline del suo cervello ingranarono e iniziarono a girare tutte nella stessa direzione, il rosato realizzò finalmente cosa avesse detto Yoongi.

Arrossì a dismisura.

Y-yoongi hyung intendeva davvero q-q-quello...?

Forse mi sono sbagliato e questa è solo un'allucinazione...

Iniziò a darsi dei pizzicotti per cercare di svegliarsi, ma quando si accorse che invece di ritrovarsi fra le calde coperte del suo letto era ancora nello squallido retro dell'edificio, si diede una calmata ritornando alla realtà.

E ora cosa ha intenzione di farmi...

Sospirò frustrato passando una mano fra i capelli rosa.

Che situazione di merda...

Anche se non lo pensava davvero.
In realtà era al settimo cielo e il suo stomaco non smetteva di contorcersi ripensando al contatto ravvicinato avuto con Yoongi.

Un sorriso increspò le sue labbra piene e, soddisfatto, si apprestò ad entrare nell'istituto.

ꜱᴇᴅᴜᴄᴛɪᴏɴ  ‹ yoonmin › [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora