XV

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Dopo circa dieci minuti di camminata, spesi tra chiacchere e occhiate fugaci, i due giunsero a casa di Yoongi, la quale si trovava sul secondo piano di un condominio abbastanza malridotto.

"Accomodati" lo invitò Yoongi, non appena varcarono la soglia.

L'appartamento si presentava ordinato e pulito, un allettante odore di caffè nell'aria.
Il colore delle pareti tendeva a sfumature calde, il pavimento era ricoperto in parquet e c'erano alcuni fogli e oggetti vari sparsi per terra.

Il maggiore si grattò la nuca, imbarazzato.
"Scusa se non è molto in ordine, ma non aspettavo visite"

Jimin gli sorrise.
"Non fa niente, hyung"

Yoongi tossicchió, leggermente a disagio, prima di dirigersi verso un pianoforte marrone posizionato in un angolo del soggiorno.

"Allora, volevi sentire qualche canzone, giusto?"gli chiese il moro.

Il rosato annuì avvicinandosi anch'egli al piano.

Yoongi sfiorò dolcemente i tasti bianchi e neri con le dita affusolate. Solo da quel gesto si poteva notare tutto l'amore che il moro nutriva nei confronti di quello strumento.
Lentamente si sedette sullo sgabello e posizionò entrambe le mani sulla tastiera.
Gettò un'ultima occhiata a Jimin e  una sensazione di vuoto gli strinse dolorosamente lo stomaco.
Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo.

E suonò.

Nell'aria si diffuse un motivo delicato, a tratti malinconico, l'andatura era lenta, una dolce carezza per le orecchie.

Jimin fissava ammaliato le dita lunghe del maggiore snodarsi con maestria sui tasti lucidi.
Il suo fragile corpicino venne travolto da un turbine di emozioni contrastanti: malinconia che quella canzone gli trasmetteva, felicità di sentire e vedere di nuovo il suo amato suonare, e infine provava nostalgia.

Quel dolce motivo lo riportava nel passato: rivedeva di nuovo sé stesso, appoggiato allo stipite della porta di quell'aula polverosa, che spiava silenziosamente il moro intento a suonare una triste melodia.

Era quello il momento in cui si era innamorato di Yoongi, quando aveva sentito il cuore battere forte e gli occhi brillare stregati e catturati da quell'aura che solo il moro gli trasmetteva.

Un sorriso spontaneo nacque sulle sue labbra mentre continuava ad osservare il ragazzo corvino.

Era stupido, Jimin sapeva che lo era, sapeva che questa fosse una condanna a morte.
La vedeva, la lussuria negli occhi inchiostro di Yoongi.
Era l'unica sfumatura che li colorava qualvolta guardasse il rosato.
Non c'era nessuna traccia di amore.

E Jimin ne era perfettamente consapevole.
L'amore che provava, però, andava ad addolcire quella cruda realtà, assopiva ogni sensazione di sconforto, di inadeguatezza.
Come quando sai di star per compiere qualcosa di sbagliato e la tua mente urla di fermarti, di non farlo, ma tu non la ascolti e continui per la tua strada, sordo ad ogni avvertimento.

E andava tutto bene... finché poteva stare con Yoongi, nulla lo avrebbe ferito.

Il brano incontrò la sua fine pochi minuti dopo, lasciando la stanza nel silenzio totale.
Il ticchettio della pioggia contro il vetro della finestra scandiva i loro respiri.

"Ti è piaciuta?" gli chiese Yoongi qualche istante dopo.

Jimin annuì.
"Sei un pianista eccezionale, hyung"

Il maggiore gli regalò un sorriso imbarazzato, prima di alzarsi e lasciare una carezza affettuosa fra i suoi capelli rosa.

Il piccolo arrossì violentemente, il cuore che pompava velocemente sangue.

Il corvino fece scendere la sua mano fino alla guancia arrossata del rosato, e prese ad accarezzarla in movimenti circolari.

Si sentiva leggero, Yoongi, come se la sola presenza del minore riuscisse a scollargli di dosso tutti i problemi.

Gli piaceva la sensazione della sua pelle morbida e delicata sotto ai propri polpastrelli.

Voleva sentirne di più.

Abbassò la sua mano nuovamente, fino a portarla all'altezza del collo.

"Jimin" sussurró sensualmente Yoongi.

Agganciò le braccia alla vita del minore, facendo scontrare i loro corpi.

Presto l'atmosfera divenne calda.

"H-hyung" balbettò Jimin portando le mani sulle spalle del moro.

Yoongi si leccò le labbra, affamato della purezza di cui Jimin era impregnato.

Desiderava sporcarlo, farlo suo.

Velocemente prese il polso sottile del piccolo e lo condusse in una stanza, precisamente nella sua camera da letto.

Buttó il rosato sul materasso e subito gli si fiondó addosso, mettendosi a cavalcioni sopra il suo corpo minuto.

Si avvicinò al collo del minore facendo scontrare il suo alito caldo con la pelle già accaldata del piccolo.

Jimin venne scosso da una scarica di brividi, mentre sentiva il suo corpo divenire caldo e i suoi pantaloni stringersi.

Yoongi, voglioso,percorse con le labbra il tratto dal collo fino all'orecchio del minore.

"Jiminie" sussurrò con voce roca.

"Ti voglio"








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Meh :/
Comunque scusate il ritardo ma sono sommersa da impegni.
Inoltre grazie mille per le 1k visualizzazioni! ^^

ꜱᴇᴅᴜᴄᴛɪᴏɴ  ‹ yoonmin › [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora