Jimin rimase in quel vicolo per altri cinque minuti buoni, imbambolato a fissare il muro di fronte a sè. I pensieri vorticavano confusi nella sua testa, non riuscendo ancora a capacitarsi dell'accaduto. Sbattè le palpebre un paio di volte e finalmente si alzò prendendo la via del ritorno, in viso ancora un'espressione persa.
Mentre camminava, il passo lento e strascicato e il corpo scosso ancora da momentanei brividi, affondò nelle sue intricate riflessioni cercando fare mente locale dei fatti accaduti in quei tre giorni.
Taehyung gli aveva proposto la scommessa, lui aveva accettato, aveva provocato Yoongi e aveva finito per ottenere una sega da lui.
Un largo sorriso prese posto sulle sue labbra carnose, lo stomaco si attorcigliò su se stesso e il cuore prese a battere forte.
Si sentiva così felice in quel momento, poteva essere paragonato ad un bambino che il giorno di Natale riceveva finalmente l'agognato giocattolo per cui aveva pregato tanto i genitori.
Yoongi alla fine lo aveva notato.
Si lasciò inghiottire dal fantastico mondo che è l'immaginazione.
Magari fra i due sarebbe nato qualcosa di più, Yoongi avrebbe potuto innamorarsi di lui e fare coppia fissa con il piccolo.
Magari sarebbero stati quella coppia perfetta che la gente avrebbe invidiato.
Jimin si lasciò scappare un urletto emozionato alla sola idea, le farfalle nello stomaco iniziarono ad agitarsi.
Magari succederà.
Magari...
Però sappiamo che l'immaginazione, per quanto bella e piacevole possa sembrare, in realtà è ingannatrice.
Ti riempe di speranza, ti convince che le tue fantasie siano l'inconfutabile verità, ti porta al settimo cielo...e poi ti spezza. Ti divora e ti inghiotte, fino a lasciare di te nient'altro che le briciole, i pezzi spezzati del tuo cuore che cercano di ritornare insieme, fallendo miseramente.
È come una candida rosa, bellissima e pura all'apparenza, ma in realtà piena di spine, dolorosa e crudele.
Una dolce bugia da cui bisogna stare lontani.
E Jimin stava già annegando in quella dolce e amara bugia.
Yoongi, abbandonato su una panchina di un parchetto vicino, prese un profondo respiro dalla sigaretta accesa fra le mani. Non fumava spesso, solo quando era particolarmente nervoso, e quello era uno di quei momenti.
Non capiva cosa gli prendesse, soprattutto al suo corpo. Ogni volta che pensava a Jimin sentiva i pantaloni stringersi.
Inumidì le labbra secche e prese un altro tiro dalla sigaretta, lasciando fuoriuscire delicatamente il fumo dalla bocca dopo qualche secondo. Chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie con la mano libera.
Cosa doveva fare?
Non voleva di certo rimanere in balia delle attenzioni di un ragazzino, che per di più conosceva a malapena.
Anche se avrebbe voluto.
Desiderava riaffondare il viso nella morbida pelle dell'altro, succhiargli e leccargli il collo fino a lasciare tantissimi lividi violacei. E voleva baciare ardentemente quelle labbra piene e così morbide all'apparenza.
Bramava Park Jimin.
Ma non poteva. Doveva ignorare questi istinti animaleschi che si risvegliavano solo in presenza del rosato.
Ne andava del suo orgoglio.
Provava un'immensa vergogna verso se stesso per aver fatto una sega al minore, praticamente ad uno sconosciuto.
Non sapeva niente di lui: in che sezione andasse, quale fosse il suo colore preferito, quali fossero i suoi hobby. Niente. Conosceva solo il suo nome.
Park Jimin.
Un nome che suonava così bene se pronunciato dal corvino.
Sospirò malinconico e buttò la cicca tenuta fra le sue pallide mani per terra.
Si alzò e si allontanò dal parchetto lasciando dietro di sè un lieve profumo di caffè.
La sigaretta ardeva ancora fra i fili d'erba, memore delle riflessioni del corvino.
Doveva assolutamente allontanarsi da Park Jimin.
STAI LEGGENDO
ꜱᴇᴅᴜᴄᴛɪᴏɴ ‹ yoonmin › [SOSPESA]
Fanfic"Sᴄᴏᴍᴍᴇᴛᴛɪᴀᴍᴏ: ᴇɴᴛʀᴏ ʟᴀ ғɪɴᴇ ᴅᴇʟʟ'ᴀɴɴᴏ ꜱᴄᴏʟᴀꜱᴛɪᴄᴏ ᴅᴏᴠʀᴀɪ ꜱᴇᴅᴜʀʀᴇ Yᴏᴏɴɢɪ" -ʏᴏᴏɴᴍɪɴ ᴄᴏᴘᴘɪᴇ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴇ: ᴠᴋᴏᴏᴋ ᴇ ɴᴀᴍᴊɪɴ •вoy х вoy •ѕмυт