Park Jimin, seduto da solo su quel letto di roccia,in una stanza spoglia e buia, era alla disperata ricerca di qualsiasi cosa avesse potuto fare di sbagliato.
I pensieri correvano frenetici nella sua testa, ad una velocità che lo stordiva, lo intorpidiva.
Il cuore batteva lento, bloccato dall'enorme peso che sedeva sul suo petto e si attorcigliava fin nella gola, arrivando agli occhi, ora velati da uno specchio d'acqua.
Si tormentava le mani tremanti e annichilite dal dolore , graffiandole, scavando nella pelle, magari sperando di trovare la risposta ai suoi attorcigliati pensieri.Aveva pensato di chiamare Taehyung, il suo migliore amico aveva sempre una risposta e lo faceva sentire bene, amato; ma la mano non aveva avuto la forza di sfiorare il cellulare, rimasto spento da ore.
Eppure per quanto si sforzasse non riusciva a comprendere il disprezzo e il disgusto nelle iridi inchiostro di Yoongi.
Quei sentimenti, riflessi in quelle pozze nere e indirizzati a lui, erano come rasoi dalle lame affilate sulla sua pelle di porcellana.Non capiva la forza con cui lo aveva spinto, le parole dure e malevole che avevano lasciato quella bocca dolce e gentile.
E nemmeno il tonfo sordo che era risuonato per l'appartamento quando Yoongi aveva sbattuto con forza la porta, sparendo via dallo sguardo ferito di Jimin, ma non dal suo cuore infranto.Era rimasto così, immobile, per circa un'ora.
Il letto che prima aveva accolto il suo corpo e quello di Yoongi in un caldo abbraccio, ora sembrava essere diventato di marmo, le coperte dei serpenti che tentavano di soffocarlo.Sul suo viso, bagnato da lacrime ghiacciate, batteva il sole rovente che traspariva dalle tapparelle semiaperte; ma Jimin non avvertiva il calore asfissiante nella stanza, né la luce abbagliante che gli bruciava gli occhi.
Sapeva di dover lasciare l'appartamento, che Yoongi sarebbe arrivato da un momento all'altro e lo avrebbe trovato ancora lì, fermo come una statua.
E poi il ribrezzo sarebbe di nuovo ritornato a colorare le iridi d'ebano del maggiore, e a rompere il fragile cuore di Jimin.
E Jimin, questo non lo voleva.
Non voleva più rivedere quegli occhi freddi, le sfumature che li tingevano quando incontravano il suo viso.Le forze avevano abbandonato il suo corpo, quindi rimaneva fermo, lo sguardo ancorato alle sue gambe che dondolavano lentamente dal bordo del letto.
Sentiva un vuoto abissale dentro di sé, che scavava senza fretta nelle sue interiora, divorandolo, stringendogli il collo in una morsa soffocante.
Un vuoto causato dalla stessa persona che amava, che dipingeva il suo viso con colori luminosi.Il tempo non scorreva più, le macchine rumorose non passavano, e la Terra non girava.
Tutto il mondo era fermo.
Rimanevano solo Jimin e il suo bollente dolore.
***
Scusatemi per la lunga assenza ma questo non è un buon periodo per me.
Voglio farvi leggere dei capitoli che soddisfino voi e soprattutto me, ma ultimamente non riesco a scrivere niente che mi piaccia e quindi finisco sempre per eliminare il capitolo.
Vedendo, però, i vostri commenti e i vostri voti mi è ritornata almeno un po' la motivazione per scrivere e quindi ecco a voi questo capitolo, che mi piace almeno in parte.
Ah, nel prossimo capitolo si capirà cos'è successo 🌚
(Jimin mai una gioia)
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ꜱᴇᴅᴜᴄᴛɪᴏɴ ‹ yoonmin › [SOSPESA]
Fanfic"Sᴄᴏᴍᴍᴇᴛᴛɪᴀᴍᴏ: ᴇɴᴛʀᴏ ʟᴀ ғɪɴᴇ ᴅᴇʟʟ'ᴀɴɴᴏ ꜱᴄᴏʟᴀꜱᴛɪᴄᴏ ᴅᴏᴠʀᴀɪ ꜱᴇᴅᴜʀʀᴇ Yᴏᴏɴɢɪ" -ʏᴏᴏɴᴍɪɴ ᴄᴏᴘᴘɪᴇ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴇ: ᴠᴋᴏᴏᴋ ᴇ ɴᴀᴍᴊɪɴ •вoy х вoy •ѕмυт