Chi è il padre?

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Capitolo 23: Chi è il padre?


Giovanni rimase seduto da solo su quella panchina per quella che gli sembrò un'eternità. Il sole stava iniziando a tramontare, l'infinita sfilata di taxi iniziavano ad accendere gli abbaglianti e le prime stelle cominciavano ad apparire nel cielo.

Immobile, se ne stava seduto, mentre i pensieri gli giravano in testa come un'inarrestabile ruota.

Un fatto stava davanti a tutti gli altri: Giorgio si era portato sulle spalle la colpa di un errore che non aveva mai commesso.

Per anni, Marco era stato una lastra di vetro che li aveva divisi.

Giovanni gli aveva negato il perdono per ciò che era accaduto e Giorgio, negli anni, era passato dalla mortificazione, alla difesa, alla rabbia.

Non era costato loro solo la relazione, ma aveva quasi distrutto l'amicizia che condividevano.

Giorgio era passato attraverso matrimoni e divorzi, relazioni senza senso, un crollo nervoso, infiniti ostacoli.

"Tutto per un errore, per qualcosa che non è mai accaduto", pensò Giovanni, mentre il suo cuore soffriva.

Nella sua mente, si vedeva nell'appartamento di Matteo, Giorgio inginocchiato di fronte a lui. L'aveva supplicato di dargli un'altra opportunità, mentre entrambi combattevano contro le lacrime.

Giovanni non gliel'aveva data.

Per tutto quel tempo, Giorgio aveva creduto nella sua colpevolezza tanto quando ci aveva creduto il moro. E questo gli aveva quasi rovinato la vita.

Un leggero venticello passò accanto a Giovanni, minacciando di far volare via i fogli di Luca e riportandolo alla realtà. Raccolse le sue cose e si avviò verso casa di Matteo.

Ad ogni passo, un pensiero risuonava nella sua mente.

"Gli devo lasciar avere la sua famiglia. Gli devo lasciar avere la sua famiglia"

Giorgio aveva perso così tanto a causa della sua incapacità di superare quel tradimento. Non gli doveva almeno quello?

Mentre girava l'angolo, il suo sguardo fu attirato dalla busta verde che conteneva la lettera per Andrea, che faceva capolino dalla tasca dei suoi jeans come un sogno che non si può dimenticare.

Anche quando si sa che non dovrebbe essere ricordato.

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-Incinto?-

Giorgio si risedette sul suo divano con un forte tonfo.

-Oh mio Dio, Pietro...- cercò qualcosa da dire per completare la frase, ma nessuna parola si fece trovare.

-Già, sono super fertile. Eccomi qui- un cenno del suo solito spirito umoristico tinse per un attimo la sua voce.

-Ma tu hai appena detto...- Giorgio si bloccò mentre il suo cervello cercava di rimontare i pezzi del puzzle in un insieme totale -Tu hai appena detto che tra te e Michele era finita. Mi stai dicendo che lui ha rotto con te per il bambino?-

-Michele non sa ancora nulla del bambino-

Pietro si sedette dall'altro lato del divano e fissò fuori dalla finestra, verso l'appartamento di Matteo, dove Luca stava furiosamente battendo al computer.

E fuori continua a piovere// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora