Quando si chiude una porta, si apre un portone

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Capitolo 2: Quando si chiude una porta, si apre un portone


Giovanni sentì che stava cadendo all'indietro, sul letto, ma Andrea li stava guidando entrambi verso un atterraggio sicuro.

Prima che se ne rendesse conto, si ritrovò con il cuscino sotto la nuca. Andrea era riuscito a fare tutto quello con solo una mossa, senza interrompere neanche per un attimo il loro bacio.

Stava realmente accadendo.

Quella volta Giovanni non si sarebbe svegliato nel momento migliore.

Tutti i suoi sogni e le fantasie non potevano neanche lontanamente essere paragonate a quella realtà squisita.

Non era solo il fatto che le abilità e la tecnica del castano fossero ancora meglio di come aveva immaginato, il che era una prodezza, ma era il fatto che tutto questo impallidiva se messo a confronto con il modo in cui lo faceva sentire, con quella sensazione di perdersi completamente in lui.

Era più di mera attrazione fisica o desideri da appagare. Era più di semplice intesa o piacere.

Giovanni sentiva la connessione emotiva tra di loro come se fosse stata una scossa elettrica.

L'amore che Andrea provava per lui si stava mostrando da solo in ogni suo bacio, in ogni suo tocco.

Gli teneva il viso tra le mani, baciandolo con una lentezza straziante.

Quando il castano sussurrò il suo nome, Giovanni aprì gli occhi e guardò fisso in quelli dell'altro, vedendo in loro una promessa silenziosa di amore e fiducia.

Poté sentire ogni suo limite collassare, scorrere verso Andrea esattamente come il temporale stava scivolando sul mare proprio fuori la camera.

Conoscevano tutto l'uno dell'altro, ogni singolo dettaglio della vita quotidiana, tutti i segreti, tranne quello, l'unica cosa che non avevano mai condiviso.

Eppure, quel territorio inesplorato appariva come un luogo familiare e sicuro.

Era naturale come respirare, elementare come la pioggia che cadeva all'esterno. Era un allettante misto del conosciuto e dello sconosciuto, che si univano in un unico, armonioso, duetto.

I pensieri di Giovanni iniziarono a svanire mentre la loro passione cresceva sempre più ardente e il corpo prendeva possesso della mente.

Giovanni aprì di nuovo, leggermente, gli occhi e vide la stanza d'hotel annebbiata da una foschia scintillante, come un miraggio durante un caldissimo giorno d'estate. Le palpebre si richiusero pesantemente.

Non riusciva più a percepire nulla intorno a lui, tranne Andrea.

Non esisteva passato, né futuro. Non c'era spazio, né tempo.

Tutto aveva cessato di esistere.

Tutto tranne l'attimo presente e loro due sciolti insieme in un abbraccio ansante.

Improvvisamente Andrea si staccò da lui. Giovanni emise un piccolo suono di protesta mentre il castano di sedeva velocemente sul bordo del letto.

Lui lo raggiunse, afferrando il suo braccio per riportarlo di nuovo sopra di lui.

Andrea resistette, recuperando dal pavimento la sua maglietta e la cintura.

-Non smettere- gemette Giovanni.

Entrambi stavano respirando come se avessero appena corso una maratona.

-Andiamo, non abbiamo ancora finito, qui-

E fuori continua a piovere// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora