Patrille 2

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Eh, alla fine faccio anche più ff della stessa ship. Avevo prkmesso a me stessa di non faelo, ma avendo scritto già due jacebastian non posso fare la persona orribile e negare ad altri le ff
Volevo avvisarvi che anche se avetebgià fatto richieste potete ancora chiedermi ff. Se le finisco chiudo la raccolta, quindi...
Non ho voglia di stendere la bozza a mano quindi la scrivo direttamente in bella. Speriamo in bene, lol
Enjoy

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Fandom/manga: La canzone di Achille
Personaggi: Patroclo e Achille
Rating: Giallo/rosso
Richiesto da: _Lelly_

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Patroclo stava guardando il tramonto con una certa dose di ansia che sapeva non avrebbe dovuto avere.

Intravide Achille poco lontano guardarlo. Quando si accorse che il ragazzo lo stava guardando, ammiccò con un sorriso, facendolo arrossire.

Quando quel mattino gli aveva detto che avrebbe voluto divertirsi quella sera Patroclo non l'aveva preso come un problema. Aveva capito solo a pranzo cosa Achille intendeva davvero con "divertirsi" e in quel momento il suo cuore aveva mancato qualche battito.

Voleva eccome, da un lato. Dall'altro non era certo di essere pronto o all'altezza. Del resto Achille era un semidio, lui no.

La cena con Chirone fu un botta e risposta tra lui e Achille; Patroclo era troppo immerso nei suoi pensieri per riuscire ad essere partecipe.

Quando la cena finì il centauro li congedò con un "Vedete di non fare troppo casino stanotte, che io intendo dormire". Patroclo cercò di non guardarlo per non far vedere quantovera diventato rosso solo a quella frase che probabilmente di perverso non aveva nulla.

Quando furono nella loro stanza, Achille sorrise e strinse a sé il compagno.

《Non hai parlato tutto il giorno. Stai bene?》

Patroclo annuì, appoggiandosi a lui.

《Sei tutto rosso. Sei incantevole》 sussurrò il semidio al suo orecchio.

《Se continui così dovrai raccogliermi con una paletta perché sarò letteralmente andato a fuoco》 fece l'altro, facendo ridere il biondo.

Quest'ultimo prese in braccio Patroclo come se fosse una sposa e lo fece sdraiare sul giaciglio che condividevano da quando erano arrivati lassù. Si sistemò sopra di lui e lo baciò.

Il cervello del castano perse il collegamento con la realtà in quel preciso istante. Solo gli dei sapevano quanto lui adorasse baciarlo, quanto si sentisse bene in quei momenti.

Achille si staccò solo per fare la domanda che poteva cambiare le sorti di quella serata.

《Non ti costringerò a fare qualcosa che non vuoi fare, Patroclo. Quindi è giusto chiedertelo. Vorresti fare l'amore con me?》

Patroclo ci mise meno di un secondo a prendere la sua decisione definitiva.

《Sì, Achille. Lo voglio》

Il semidio non aspettava altro e si levò l'abito, per poi toglierlo anche a Patroclo.

Il castano fu felice che fosse notte, così non fu così evidente il suo imbarazzo che in qualunque altro momento non ci sarebbe minimamente stato.

Achille riprese a baciarlo, accarezzando il corpo del ragazzo sotto di sé. Lo conosceva bene, quel corpo, ma in quel momento gli parve qualcosa di nuovo che lui voleva esplorare e conoscere come il palmo della sua mano.

Patroclo, dal canto suo, si sentiva nell'Olimpo. Quei pochi gesti erano bastati a mandarlo in estasi, come solo il biondo riusciva a fare.

Le mani del semidio raggiunsero il punto che stava cercando, facendo quasi sobbalzare il castano.

《Achille... ti prego, fai piano...》 sussurrò Patroclo, guardando la sua figura.

Il biondo non rispose, ma mentre entrava in lui sentì una risposta affermativa nel gesto, lento e un pelo incerto. Questo non impedì al castano di inarcare la schiena e di tapparsi la bocca con entrambe le mani per non urlare.

Achille si chinò su di lui e gli tolse le mani dalla bocca.

《Fa tanto male?》 si azzardò a chiedere, intrecciando le mani con le sue.

《U-un po', ma sta passando...》

Per fortuna ci volle poco tempo al ragazzo a non sentire più nulla. Sentendolo più rilassato, Achille decise di provare a muoversi.

Patroclo non sentì il dolore che si sarebbe immaginato. Dopo non più di un minuto quelle spinte gli diedero un piacere che non avrebbe mai immaginato di provare.

L'unica preoccupazione che si ritrovò ad avere era che rischiavano di svegliare Chirone. Al problema ci pensò Achille, baciando il ragazzo sotto di sé e facendo sparire i gemiti che avevano iniziato a farsi sentire.

Continuarono per chissà quanto, perdendo loro stessi la cognizione del tempo, occupati com'erano a pensare l'uno all'altro. La fine giunse quando Achille si riversò nel giovane, facendolo sussultare per la sorpresa, e Patroclo fece lo stesso.

Il biondo uscì dal giovane e si stese accanto a lui, ansimando.

Il castano si girò e lo strinse a sé, dandogli un ultimo bacio.

Non sentì la domanda che gli pose Achille: prima di riuscirci cadde tra le braccia di Morfeo.

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