L'assordante sveglia continuava a lacerarmi i timpani fastidiosamente ed io, ormai in preda alla disperazione, pregai con tutta me stessa affinchè smettesse all'istante."Maddie, Maddie." Ginnie mi strattonò e, per quanto potessi adorare quella donna, avrei voluto soffocarla con il cuscino in modo da renderla consapevole del calvario a cui mi stava sottoponendo.
Mugugnai versi di disapprovazione impastati dal sonno, portando il cuscino alla testa e sistemandomi per far si che non sentissi alcun rumore fastidioso.
"Sei consapevole quanto me dell'importanza di ogni secondo che perdi nel lamentarti come una bambina, alzati." ribattè severa tirando le mie caviglie e facendomi scivolare verso la ringhierà inferiore del letto. Mi risistemai completamente impassibile e tentai di ignorarla ma, ormai, il mio sonno era spezzato.
"Sei consapevole quanto me che non vedi l'ora di togliermi dai piedi."
"Alzati, non ho intenzione di star qui a pregarti." sibilò dileguandosi in preda alla fretta.
Maledissi ogni risveglio e mi tirai fuori dalla superficie dannatamente morbida, sbuffando rumorosamente.
Afferrai i vestiti sistemati sulla poltrona la sera prima, e mi fiondai i bagno per poter sperare in un silenzio più rilassante. Mi alzai in punta di piedi e, goffamente, afferrai i trucchi che Ginnie mi aveva regalato il giorno di Natale. Sebbene passassi minuti e minuti a truccare il mio viso, il cambiamento non era di certo dei migliori.
Quando terminai la mia seduta in tranquillità, affrettai il passo verso l'atrio, nel quale Ginnie aveva già trasportato i miei bagagli. E mi chiedevo se le sarei mancata, o se era solo un carattere professionale da sfoggiare in presenza di ospiti che di tanto in tanto ci venivano a far visita.
"Abbi cura di te. E non farmene pentire, sia chiaro." sussurrò abbracciandomi.
'Stanne certa." risposi inebriandomi del suo profumo, che ogni giorno spargeva per i corridoi dell'orfanotrofio, e che non avrei più sentito.
Mi sorrise incoraggiandomi a proseguire,così mi incamminai a passo lento e con le valigie a farmi da pesi,verso l'auto che mi avrebbe condotta a casa.
Mi voltai nuovamente verso la donna,che emanava tristezza e malinconia salutando lentamente con la sua mano affusolata e tanto cara,che da molto tempo aveva accarezzato i miei capelli al fin di rassicurarmi per ogni evenienza.
Mi spinsi istantaneamente nell'auto,eliminando con il dorso della mano una lacrima che aveva trovato libero cammino sulla mia gota.
E se non fossi piaciuta ai miei genitori adottivi? E se mi avessero ripudiata spingendomi nuovamente a farmi una vita in solitudine? Magari non sarei mai potuta essere una figlia modello,da sfoggiare di fronte ai nasi invidiosi dei vicini di casa,ma avevo comunque la mia compostezza e dignità,che di certo non avrei occultato nella fottuta timidezza.
Quando l'auto effettuò una lenta frenata,ci trovammo di fronte ad una villa,la quale nè molto umile,nè eccessivamente lussuosa. Mi diressi verso di essa e,spingendo il dito sul campanello lucido,indietreggiai di poco per poter poggiare i bagagli al suolo.
Vi fu una donna,mi accolse calorosamente e mi sorpresi dell'istantaneo affetto che mi aveva rivolto. Produceva dei suoni lusinghieri,per sottolineare il suo entusiasmo nei confronti del mio arrivo previsto e speravo atteso ansiosamente.
"Ciao! Ma guarda,sei così bella! Dimmi,sei Maddie giusto?" mi chiese lei,il quale nome mi era ancora ignoto.
"Mi chiamo Madison Black,ma potete tranquillamente chiamarmi Maddie."
"Certo,sicuro. Io sono Katy,e lui è John. Siamo così felici di vederti." sussurrò Katy.
"Altrochè." disse John porgendomi la sua mano,che io strinsi titubante poggiando i bagagli al suolo ovattato.
La casa era molto spaziosa,non di certo una reggia,ma comunque accogliente,e soprattutto fresca.
"Vieni con me,dovresti conoscere un altro componente della famiglia. Si tiene all'oscuro dai fatti familiari che ci riguardano,ma questo non potrebbe perderlo comunque." disse ridacchiando e,seguita dal mio cammino lento e composto,si fermò di fronte ad una porta,la quale scritta "Keep Out!" torreggiava in rosso e nero.
Katy proseguì al piano di sotto,abbandonandomi con la difficile scelta del bussare o meno. Così lo feci,ma mi maledissi quando nessuno mi incoraggiò ad aprire o pronunciò un "avanti." Perciò riprovai,tentativo nullo anche quello. Non avendo nulla da perdere,e soprattutto pensando che in quella camera non ci fosse nessuno,aprii la porta spingendola nettamente.
Sussultai rumorosamente quando notai l'imminente presenza di un biondo atteggiato,a petto nudo ed indaffarato nel tamburellare le dita sulle ginocchia,mentre con gli occhi chiusi ascoltava musica tramite delle cuffiette. Scorsi un piercing sul suo labbro inferiore,nulla di più affascinante,sebbene imbarazzante.
Approfittando della sua impossibilità di vedermi,mi avvicinai a lui e lo privai delle cuffiette. Lui sobbalzò e,subito dopo,mi scrutò severo ripudiandomi interiormente,a mio parere.
"Cosa c'è?" sputò impaziente aggrottando la fronte. Boccheggiai imbarazzata chinando il capo.
"Uh..beh. Tua madre mi ha detto che avrei dovuto conoscerti." sussurrai maledicendomi mentalmente.
"Uh,già. Il nuovo acquisto familiare." disse innalzando due virgolette sullo pseudonimo attribuito,ed io,non sapevo se ritenermi offesa.
"Già,propriò così." annuii dissolvendo lo sguardo verso il basso,mentre i suoi occhi avevano ancora dell'attenzione sul mio comportamento.
Dopo aver sogghignato in modo spavaldo e per niente amichevole,reindossò le sue cuffie. Ma,ricordandomi di non avergli posto una domanda,le ritolsi. Lui sbuffò sbattendo un piede al suolo. Mi spaventai,ma mi ricomposi spostando una ciocca dietro l'orecchio.
"Io non so il tuo nome." pronunciai indirettamente.
"Sono Luke." rispose leccando il suo labbret(così bello ma presumo doloroso).
"Maddison,ma chiamami Maddie." sorrisi timidamente rigirando i pollici. Intrusa,si lo ero.
"Uh,d'accordo Maddie. Adesso puoi andartene." disse,occultando la sua tattica per potermi cacciare e lasciarlo ai suoi affari.
Annuii come d'ordine e,sospirando,uscii dalla camera richiudendo lentamente la porta alle mie spalle.
Le guance avevano assunto un colorito così rosso da poter fare invidia alle fragole,ed imprecai mentalmente dandomi della stupida.
Giorno uno.
STAI LEGGENDO
Forbidden Love||Luke Hemmings.
Teen FictionE se due fratellastri provassero forti sentimenti reciproci, ma i loro genitori fossero contrari a questo? © 2014 by arasvp All rights reserved.