cap. 1

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Ero in camera mia stesa sul letto con finestre chiuse e con le cuffiette alle orecchie, avevo un braccio sopra gli occhi per coprire delle piccole lacrime che stavano scendendo lentamente sul mio viso. Non vivevo
in una situazione bellissima: mia madre era a posto, forse un po protettiva ma una brava madre, il problema era mio padre che l'anno scorso si è separato da mia madre ma adesso è tornato e ci sta praticamente facendo l'elemosina e mia madre col suo buon cuore non riesce a dirgli di no... forse sotto sotto è ancora innamorata di lui, ma quest'ultimo non si merita i nostri soldi anche perchè finiscono tutti spesi per alcol e sigarette e a volte è tornato qui e ha addirittura litigato con mamma anche se non stavano più assieme.
Senza il suo lavoro, però, la nostra situazione economica non era delle migliori e mia madre doveva fare sempre più turni di lavoro in ospedale e io fui costretta a iniziare un lavoro part-time ad una tavola calda come barista.
Inoltre mio fratello ci aveva abbandonato trasferendosi in un altro paese lasciandoci da sole nei nostri problemi mentre lui sarà da qualche parte circondato da soldi e belle ragazze, un vero ipocrita, ma per il momento io e mia madre ce la caviamo bene, spero solo che le cose continuino ad andare così...
Mi alzai ormai stanca di pensare alla mia vita monotona e scesi in cucina dove mamma aveva preparato il pranzo
-hai fame Ally?-
-abbastanza e per favore non chiamarmi Ally. Lo sai che non mi piacciono i nomignoli-
-eh dai è solo un abbreviazione del tuo nome tesoro-
-però non mi piace lo stesso-
-e va bene però adesso mangia-
mi sedetti a tavola e mia madre mi servì una fetta di carne con un contorno di purè di patate
"il mio piatto preferito"
pensai addentando la carne per godermi ogni singolo boccone
-è buono?-
-ovvio!-
lei sorrise e poi ritornò a lavare i piatti ma mentre mangiavo notai su un mobile vicino all'entrata una busta con al suo interno dei soldi e sapevo bene per chi erano
-è tornato papà non è vero?-
lei si bloccò e si girò verso di me
-la busta...-
-ah quella, no è una ehm... sono soldi in più che mi hanno dato a lavoro-
-smettila di mentire mamma, non ne sei capace-
fece un lungo sospiro e poi mi guardò
-si sono per tuo padre-
lasciai le posate cadere sul piatto ed ero abbastanza arrabbiata
-non ti capisco proprio... quell'uomo sono anni che ti tratta male, finalmente te ne liberi e quando lui torna striscando ai tuoi piedi tu cosa fai? Gli dai quello che vuole ovvero soldi che usa per bere e fumare!-
lei sapeva bene di cosa stessi parlando ma faceva finta di non vedere quello che era ormai chiaro a tutti
-non sarà per sempre, prima o poi si troverà un lavoro e ci lascerà in pace...-
-lo dici sempre ma alla fine non succede mai. Pensi davvero che qualcuno lo voglia assumere nelle sue condizioni? Per me dovresti chiamare la polizia e farti fare un ordinanza restrittiva-
-adesso non esageriamo...-
-io non sto PER NIENTE esagerando!-
sapevo che per mia madre quell'argomento era delicato ma doveva aprire gli occhi e tornare alla realtà
-non voglio che quell'ubriacone ci rovini la vita-
ammisi per poi abbandonare mia madre uscendo di casa.
Abitavo in una cittadina molto piccola circondata da prati e foreste e quando avevo dei problemi mi bastava uscire e camminare un po per ritrovare la pace: sentire il vento che ti sfiora la pelle, il profumo dell'erba o quello degli alberi, il canto degli uccelli e lo scorrere dell'acqua... tutte cose che mi facevano tornare serena
"a volte vorrei vivere all'interno della foresta per sentire ogni giorno questi rumori e questi odori"
la foresta in questione era evitata da tutti a causa di alcune leggende metropolitane a cui io non credevo, ma restava comunque il problema di perdersi.
Iniziò ad essere buio e così decisi di ritornare verso casa
-sono tornata-
-hai fatto una buona passeggiata?-
-si mamma-
salì in camera e chiusi la porta alle mie spalle come al solito, mi stesi sul letto e iniziai a leggere un libro aspettando l'ora di cena.
Ad un tratto mentre ero nel pieno della lettura, sentì il rumore della portiera di una macchina che sbatteva e così mi affacciai alla finestra e vidi mio padre, sbronzo come al solito, che si avvicinò per bussare alla porta di casa per poi intravedere mia madre uscire con la busta piena di soldi che avevo visto prima in salotto; tutto sembrava normale finchè papà non fermò la mamma e iniziarono a parlare ma lei sembrava voler tornare in casa ma poi lui la afferrò per il braccio e iniziò a strattonarla e a tirarla a se e poi iniziò a torccarla e ad un tratto le tappò la bocca
"figlio di puttana..."
presi una mazza da baseball che prima apparteneva a mio fratello e corsi fuori casa
-hey lasciala stare brutto verme!-
papà alzò lo sguardo e mi osservò
-Ally... la mia piccola Ally da quanto tempo-
mollò mia madre e iniziò ad avvicinarsi a me ma io lo bloccai puntandogli la mazza contro
-non un altro passo. E poi io non sono più tua figlia e tu non sei più mio padre-
lui sembrava confuso all'inizio ma continuava ad avvicinarsi a me e io lo minacciavo finchè non perse interesse ritornando poi da mia madre per continuare quello che avevo interrotto, ma non glielo avrei permesso
-LASCIALA!-
gli corsi incontro e lo colpì sulla schiena con la mazza cadendo a terra, mia madre corse dietro di me
-ora vattene!-
ma lui non mollava: tornò verso di me e a quel punto mi tolse la mazza dalle mani per poi darmi uno schiaffo che mi fece cadere a terra e stessa cosa fece con mia madre
-un altra mossa falsa signorina e puoi scordarti che ti lascierò in vita. E tu prova a chiamare la polizia o a smettere di darmi soldi e avrai la stessa sorte di tua figlia-
poi prese i soldi, salì in macchina e se ne andò lasciandoci lì.
Mia madre mi si avvicinò e mi aiutò ad alzarmi
-ora possiamo chiamare la polizia?-
chiesi in lacrime e con la mano ancora sulla guancia ferita
-io... non posso... non posso correre questo rischio-
era anche lei in lacrime ma stavolat non aveva ragione
-se non lo fai continuerà e andrà sempre peggio!-
cercò di farmi calmare ma io rifiutavo ognu sua carezza
-non posso farlo...-
-si che puoi ma hai paura e la paura ti ha reso ingenua e cieca!-
allora iniziai a correre via con gli occhi colmi di lacrime e senza accorgermene finì all'interno della foresta e solo dopo qualche minuto mi accorsi che mi ero persa
"dove vado adesso? Cosa faccio?"
ero un po spaventata e avevo anche freddo, l'unica cosa che volevo era uscire e iniziai a ripercorrere i miei passi anche se non ricordavo nemmeno da che parte fossi arrivata ma almeno grazie alla luna piena riuscivo a vederci qualcosa
-tra tutti i posti dove potevo scppare dovevo proprio andarmi a ficcare nella foresta? Bella mossa Allison...-
ero arrabbiata sia con me stessa che con mia madre e come se non bastasse avevo iniziato a parlare da sola
-se quell'uomo ritorna giuro che...-
non riuscì a finire di parlare che un rumore di passi dopra le foglie secche attirò la mia attenzione
-chi c'è? Mamma sei tu?-
guardavo praticamente verso un punto oscuro da dove intravedevo a malapena le sagome degli alberi, iniziai ad avvicinarmi piano piano poi un ringhio ruppe quel silenzio che si era creato e che stava rendendo tutto molto più inquietante
-chi sei?-
udì un altro ringhio e, inciampando sulla radice di un albero, caddi restando però con lo sguardo verso il punto buio dove ad un tratto comparvero due occhi gialli
"ma che diavolo è?"
erano gialli puri senza alcuna sfumatura e le pupille erano abbastanza dilatate, non sapevo il perchè ma appena i nostri sguardi si incrociarono rimasi folgorato da quello sguardo, quei due occhi li trovavo magnifici ma allo stesso tempo intimidatori e autorevoli, come se appartenessero a qualcosa di selvaggio e indomabile, ma quel momento finì dopo poco perchè quella cosa scomparve nel nulla lascoandomi incredula di quello che aveo visto
"che cosa era?".
Saranno state le cinque del mattino quando riuscì ad uscire dalla foresta e a ritornare a casa dove mia madre era sulla veranda addormentata sicuramente per aspettarmi
-mamma?-
lei si svegliò lentamente e quando mi vide si alzò di scatto abbracciandomi
-tesoro stai bene per fortuna...-
-mi dispiace di averti fatto preoccupare-
-l'importante è che tu stia bene-
rientrammo in casa e mia madre decise di tenermi a casa da scuola e così ebbi l'intera mattina per cercare di capire cosa avevo esattamente visto nella foresta.
Accessi il computer e inizia a fare ricerche e l'unica cosa che sembrava avere senso era che quello che avevo visto era un lupo
"è impossibile che ci sia un lupo qui... non ci sono mai stati"
continuai a cercare ma non usciva nient'altro se non leggende metropolitane
"e se... no non è possibile"
chiusi il computer e accettai il fatto che forse avevo visto davvero un lupo
"quegli occhi so già che mi resteranno impressi per sempre... erano semplicemente stupendi".

NOTA AUTRICE...
Ciao a tutti volevo solo dirvi che la storia ha preso alcune cose (che scoprirete più avanti) dalla serie televisiva TEEN WOLF, la storia è completamente inventata ma spero che vi piaccia comunque.
Inoltre ho notato che alcuni mi chiedono di leggere i loro libri e io lo faccio volentieri, sappiatelo, ma  se non vi rispondo è perchè non riesco a mandare messaggi su Wattpad (niente domande). Vi chiedo di perdonare evemtuali problemi di ortografia (sono pigra e non ho voglia di correggerli) e inoltre viavverto già che la storia potrebve avere più di 50 capitoli. Quindi dopo questo, spero che continuerete a leggere la storia lasciando tanti bei voti e commenti.

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