cap. 6

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Quello che avevo visto in giardino era davvero strano
"e se fosse stato il possessore di quell'impronta ad aver ucciso Carl? Oh mio dio se era lui si è avvicinato tantissimo a casa mia"
ero abbastanza preoccupata e spaventata, forse quella cosa che avevo visto nella foresta quella notte era la stessa cosa che aveva lasciato quell'impronta nel mio giardino
"se è stato lui allora perchè quella notte non mi ha ucciso?"
ormai le prove sembravano portare a lui ma una parte di me continuava a pensare ai suoi occhi innocenti e meravigliosi che avrebbero potuto ammagliare chiunque
"non può essere stato lui"
era da quel giorno che volevo vedere di nuovo quella bestia e i suoi occhi e magari vederlo chiaramente per capire come era fatto veramente e capire se fosse stato lui ad uccidere Carl oppure no
-Allison vai a letto che è tardi!-
-si mamma!-
mi misi il pigiama, spensi le luci e mi sdraiai sul letto sperando che l'indomani mi sarebbe stato tutto un po più chiaro.
Il mattino seguente mi svegliai piuttosto presto rispetto al solito, non avevo dormito molto e la cusa erano diversi rumori che sentivo provenire dalla foresta, rumori poco rassicuranti
"che diavolo erano quei versi?"
scesi in cucina e mi accorsi che mia madre ancora dormiva così mangiai solo una mela come colazione, mi preparai e uscì di casa molto presto lasciando un biglietto a mia madre in cui le dicevo che ero già uscita di casa.
Stavo camminando a zonzo per la città che, a causa dell'orario, era molto silenziosa e tremendente inquietante
"forse sarei dovuta rimanere in casa"
più camminavo e più ripensavo a tutte le cose che erano successe e più ci pensavo più la paura e la preoccupazione crescevano dentro di me
"vorrei tanto sapere che succede in quella foresta"
mi misi a fissare immobile quel luogo misterioso che dentro racchiudeva probabilmente tanti segreti e cose oscure di cui nessuno era a conoscienza
"sto fastandicando un po troppo adesso. Ma se fosse tutto vero?"
ad un tratto, mentre ero nel pieno di un pensiero profondo qualcuno mi spaventò mettendomi una mano sulla spalla e io dallo spavento mi girai di scatto colpendo la faccia della presenza dietro di me ma alla fine capì che era Peter ma la cosa non migliorò
-oh cavolo mi diapiace TANTO, mi hai spaventata e ho agito di impulso mi spiace... scusa-
-no tranquilla è anche colpa mia. Accidenti certo che colpisci forte-
mi scappò una risata e intanto lui si massaggiava la mandibola un po dolorante
-non te l'ho rotta vero?-
-no certo che no-
tirai un sospiro di sollievo e mi scusai un altra volta per poi tornare normale
-che ci fai fuori a quest'ora così presto?-
-potrei farti la stessa domanda-
-touchè!-
-semplicemente non ho dormito molto e mi sono alzata da letto poco fa, mi sarò svegliata alle quattro del mattino. E tu che ci fai qui?-
-faccio un giro qua e la, visto che non c'è mai nessuno in giro a quest'ora-
-ma non la trovi inquietante? È spaventosamente silenziosa-
-beh l'ho sempre fatto quindi dopo un po al silenzio ci si abitua-
sembrava un tipo abbastanza mattiniero se si vegliava sempre a quest'ora, ma mi sembrava strano che a lui non facesse paura camminare da solo con questa atmosfera, contando anche le cose che stanno accadendo qui non è una grande idea
-ma non ti preoccupa quello che è successo qui?-
-non tanto e comunque so difendermi abbastanza-
-ah beh allora i malintenzionati dovranno stare attenti a te-
dissi dandogli una leggera gomitata sul braccio per poi ridere insieme.
Camminammo un po qua e la ovunque capitassimo e, visto che di sabato la scuola iniziava alle nove, avevamo un sacco di tempo da passare insieme.
All'inizio restammo un po tra le case e a volte tagliavamo per il giardino di qualcuno, oppure andavamo nei campi scavalcando qualche recinzione per poi fare delle gare di velocità... volevo batterlo a tutti i costi, ci siedevamo sotto agli alberi per riposare un po e per goderci quel bel venticello di prima mattina, poi però arrivarono le sette e quindi le persone iniziarono a svegliarsi e a poco a poco la città perse il suo silenzio
-e adesso che facciamo?-
-mancano ancora due ore all'inizio della scuola e non ho voglia di stare qui con tutta questa gente-
-e allora dove andiamo?-
ci pensai un po e cercavo un posto adatto dove passare queste ultime due ore di libertà che avevamo
-ho un idea... seguimi!-
iniziai a correre verso il sentiero nella foresta e lui mi seguì a ruota, lo percorremmo per un po finchè non mi fermai
-ma che fai? Guarda che da lì non ci si passa-
ma non potè aggiumgere altro che io sollevai un paio di rami e spostai qualche cespuglio mostrando una seconda via alternativa a quella principale
-è una strada segreta la conosco solo io-
mi ci avventurai dentro e Peter entrò subito dopo di me.
Rispetto al sentiero principale, questo era più immerso nella natura e un po più buio e sulla strada, a volte, c'era qualche
ostacolo da superare
-che cosa è questo sentiero?-
-è molto vecchio, la gente non lo usa più da anni perchè porta ad una ferrovia inutilizzata e abbandonata. I treni non passano più-
-e tu come lo hai scoperto?-
-per caso. Però da quel giorno ci vado sempre quando voglio stare un po da sola... per distrarmi un po ecco-
io non lo stavo guardando peechè dovevo tenere d'occhio la strada ma avevo la sensazione che mi stesse fissando intensamente e la voglia di girarmi, per capire se fosse vero e magari far incrociare i nostri occhi, era enorme ma riuscì a trattenermi.
Davanti a noi ad un tratto ci si presentò un tronco d'albero enorme che bloccava la strada
-pensi di riuscire a scavalcarlo?-
chiesi a Peter con aria di sfida
-è una sfida quella che vuoi fare forse?-
gli sorrisi in modo minaccioso, poi presi la rincorsa e saltai sul tronco iniziando ad arrampicarmi
-hey ma non è giusto-
-stai più attento la prossima volta-
rincominciai a superare il tronco quando vidi Peter che mi era praticamente dietro e in piedi
"è arrivato qui con un solo salto?"
ero sbalordita e senza accorgermen mi soffermai a pensarci troppo che ormai Peter era già a terra
-hey ci sei? Terra chiama Allison-
-eh? Ah si scusa mi ero bloccata... come caspio hai fatto ad arrivare al mio stesso punto con un salto?-
-la risposta è come quella che ti ho dato ad atletica-
-allenamento?-
lui annuì e in quel momento capì che non ero più io la sportiva della città
-comunque ho vinto per la cronaca-
-ma davvero? Non me ne ero accorta-
dissi un po sarcastica mentre tentavo di scendere dal tronco
-prendi la mia mano forza. Così quando scendi eviti di perdere l'equilibrio-
non ero molto sicura ma alla fine lo feci e appena le nostre mani si toccarono le farfalle nello stomaco tornarono e dovetti sforzarmi per contenerle.
Feci un piccolo salto e alla fine fui a terra ma, come aveva detto Peter, persi l'equilibrio e andai a finire contro di lui
"oh cavolo oh cavolo oh cavolo oh cavolo oh cavolo...."
non pensavo ad altro ero praticamente appoggiata al suo petto ma almeno non eravamo stesi a terra perchè ers riuscito a sorreggermi
-tutto bene?-
-s-si...-
le farfalle avevano iniziato a svolazzare ancora di più e le guance si stavano trasformamdo in due pomodori caldi ma riuscì a contenere il rossore per poi tornare normale e staccarmi da lui
-grazie per non avermi fatto cadere-
-di n-niente-
lo fissai un attimo sembrava anche lui agitato come me ma non ci diedi molta attenzione, ero ancora sotto shock per quello che era successo
-ehm continuamo manca poco alla ferrovia-
mi misi in testa alla fila e dopo qualche minuto uscimmo dalla foresta ritrovandoci in un immenso campo con qualche albero qua e là e in mezzo c'era la ferrovia
-eccoci-
ci avvicinammo alle rotaie e subito mi ci misi sopra, come mio solito, tentando di stare in equilinrio mentre Peter mi stava di fianco dall'altra parte delle rotaie
-da quanto tempo è che vieni qui?-
-quasi tre anni-
-e ci vieni sempre?-
-no solo a volte-
continuammo a parlare per un po finchè non vidi comparire la stazione ormai catafratta della feerovia.
Mi ci avvicinai e salì sulla piattaforma di cemento e dopo ancora salì sul tetto della stazione grazie ad una scala che avevo posizionato tempo fa
-vieni! Tranquillo è completamente sicuro lo faccio sempre-
dopo un po riuscì a convincerlo e salì dopo di me ed entrambi ci sedemmo sull'orlo del tetto con le gambe a penzoloni
-c'è una bella vista-
-già, ecco perchè ci vengo. Quando sono qui i problemi scompaiono e sembra che non esistanno anche se non è così-
dopo quella frase mi venne d'istinto pensare a mio padre, a quell'uomo spregevole che ci trattave come le sue schiave e che ci aveva minacciato di morte.
Poi un velo di tristezza si formò sul mio volto e Peter se ne accorse
-va tutto bene?-
tornai in me e lo fissai un attimo sorridedo
-no niente tranquillo...-
poi d'istinto guardai l'ora che si era fatta e vidi che erano le 8:30
-dovremmo tornare in città o non faremo in tempo ad entrare in orario-
-si daccordo andiamo-
così ci avviammo di nuovo nella foresta per tornare in città ma, mentre eravamo appena usciti dal sentiero per la stazione, si udì un verso simile a quello che continuavo a sentire la scorsa notte ma sembrava più vicino
"da dove proviene questo maledetto verso?"
sentì poi una mano sulla mia spalla, quella di Peter, che mi stava spingendo un po in avanti
-andiamo via-
era diventato serio in volto e sembrava preoccupato ma come si faceva a non esserlo dopo quello che avevamo appena sentito
"questa storia deve finire. Devo capire che diamine sta succedendo".

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