cap. 33

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Era tutto buio, nemmeno una luce.
Solo immagini sparse nel mio cervello che non avevano un ordine esatto e si alternavano da momenti belli a momenti di tristezza, paura e dolore.
Sentivo degli strani rumori e delle voci, ma non riuscivo a capire che stavano dicendo, non capivo dove mi trovavo ma poi tutto mi fu chiaro
-sono nella mia testa...-.
Non mi sembrava possibile ma era così, dopo essere svenuta ero caduta in uno stato di trans e il mio corpo mi aveva trasferito nella mia mente ma non sapevo che cosa dovevo fare
-perchè sono qui? Come faccio ad uscire?-
cercavo disperatamente qualcuno che mi potesse dare una risposta ma lì c'ero solo io
-come faccio?...-
ad un tratto comparve una scena che raffigurava me e mia mdre
-mamma...-
stavo per andare a letto ma ad un tratto la fermai, avevo paura di fare un brutto sogno e allora lei mi rassicurò dicendomi qualcosa:
"l'unico modo per mettere fine ad un brutto sogno è svegliarsi piccola mia"
dopodichè tutto svanì nel nulla ma adesso avevo capito
-devo svegliarmi... se voglio tornare a vivere devo svegliarmi.
Avanti Allison-
iniziai a concentrarmi e sembrava funzionare: tutto quel buio che mi circondava stava diventando più chiaro e le voci che sentivo stavano diventando più percettibili
"dobbiamo solo avere pazienza..."
"l'operazione è riuscita..."
"cosa le è accaduto?..."
erano tutte voci a me sconosciute, forse dei dottori.
Continuavo a concentrarmi ma all'improvviso tutto sembrò riscurisrsi di nuovo e le voci stavano tornando incomprensibili
-no no no no... avanti posso farcela!-
ci provavo e ci rirprovavo ma non stava funzionando, avevo bisogno di uno stimolo che mi dasse la forza per svegliarmi e continuare a vivere, ad un tratto mi arresi e smisi di insistere, iniziai a sentire un rumore particolare, quello della macchina che controlla i battiti e questi stavano diminuendo, ma prima che il buio potesse inghiottirmi di nuovo e i battiti cessare sentì un ultima voce
-ti amo Allison... ti prego svegliati-
era Peter, era lì vicino a me e pregava che potessi aprire gli occhi di nuovo e quello fu abbastanza per far riaccendere la speranza e la forza
-non posso abbandonarlo... non così-
rincominciai a cercare di svegliarmi ed insistevo sempre più
-SVEGLIATIIII!!!!!!-
ad un tratto il buio fu sovrastato dalla luce mettendo fine a quell'inferno.
Aprì lentamente gli occhi e vidi intorno a me due dottori che appena mi videro sveglia mi corsero intorno
-stai bene ragazza?-
ero abbastanza affaticata e stanca e piano piano mi riabbituai alla luce
-dov'è Peter?-
fu la prima cosa che dissi e subito i dottori sembrarono sollevati, uno di loro mi puntò di nuovo una luce negli occhi e io riuscì a seguirla con facilità
-direi che sei a posto-
tutti e due uscirono dalla stanza dopo avermi spiegato le mie condizioni e tutto il resto, mi fecero un paio di domande ma a molte non riuscì a rispondere perchè non mi ricordavo nulla di quello che era successo
-grazie di aver provato a rispondere alle domande. Ora dobbiamo chiamare un tuo tutore... dove sono mamma e papà?-
-mio padre non so dove sia, mia madre è fuori città ma la prego non la chiami-
-mi dispiace ma non posso non chiamare nessuno. Qual'è il suo numero?-
alla fine fui costretta a dirglielo dopodichè si avviò verso l'uscita
-aspetti... c'è per caso un ragazzo qui fuori?-
-si lo conosci?-
-la prego lo faccia entrare-
-ok-
uscì dalla stanza e sentì che parlò con qualcuno e dopo pochi secondi vidi entrare dalla porta Peter che appena mi vide sveglia si precipitò da me
-Allison... grazie al cielo stai bene-
si chinò verso di me e, prendendomi il viso tra le mani e mi baciò
-stai bene?-
-si, ora si-
mi prese la mano e iniziò ad accarezzarla dolcemente
-ti ricordi qualcosa per caso?-
-non molto, solo il dolore al fianco e qualche immagine offuscata-
-va beh, l'importante è che tu sia qui sana e salva-
ad un tratto si fece serio e triste in volto
-senti io...-
-...?-
-mi dispiace. Non sono riuscito a protteggerti-
-ma che stai dicendo? Mi hai salvata, di nuovo. Se sono viva è merito tuo-
-e se non avessi sentito il tuo urlo?-
-di certo non avrei incolpato te-
-non so nemmeno come fai a stare con me, visto che sono un Licantropo come quelli che ti hanno quasi uccisa-
quelle parole mi spiazzarono, lui non aveva ancora capito che a me lui piaceva per come era, sia dentro che fuori, lupo compreso
-ascoltami. Tu non sei come loro, ok? Per me tu ti sei ribellato al branco e mi hai salvato da loro quasi tre volte. Se fossi stato come loro mi avresti ucciso quella notte nella foresta-
-...-
-ti amo Peter-
alzò lentamente lo sguardo, si avvicinò e iniziò a baciarmi, avvertì sulle mie mani, poggiate sulle sue guancie del bagnato, stava piangendo e non volevo che lo facesse.
Sciolsi il bacio e con le dita gli asciugai quelle due lacrime che gli erano scese
-credo di aver capito una cosa importante-
-cosa?-
-che non posso vivere senza di te-
mi baciò di nuovo e poi mi abbracciò stando attento a non farmi male.
Stava per uscire quando lo fermai
-puoi restare perfavore?-
-daccordo-
in qualche modo riuscì a fargli spazio nel lettino, si sdraiò di fianvo a me e io mi appoggiai sul suo petto mentre la sua mano mi accarezzava la spalla
-perchè vuoi che resti?-
-credo di aver capito anche io qualcosa in questi giorni-
-ovvero?-
-che stare da sola mi spaventa-
a quel punto mi strinse ancora di più a se e mi baciò la testa
-io non ti lascierò mai sola-
-lo so...-
lo abbracciai circondandogli il busto, mi aiutò ad alzarmi un po di più riuscendo a poggiare la schiena sullo schienale del lettino e poggiai la guancia sulla sua spalla mentre poggiò la fronte sulla mia faccia baciandola alcune volte e mi coprì con le coperte
-d'ora in poi ti terrò sempre d'occhio fidati-
-perchè? Non lo fai già adesso?-
ci scappò una risata ad entrambi
-sul serio, non voglio perderti-
-io nemmeno-.

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