1 Settembre 2018
Ogni volta che mi trovo a Cavalese, c'è qualcosa di strano che si muove nel mio stomaco.
No, non si tratta di farfalle, non sono il tipo che si innamora o fa cose strane, come regalare fiori o portare una donna al ristorante per fare colpo. I gentiluomini di altri tempi lo facevano, forse, ma di certo io non mi considero tale.
Io con le ragazze ci provo, ovviamente, ma non c'è volta in cui vada bene. Credo sia perché sono troppo alto, o forse per la erre moscia. Pensavo che, almeno quel filo di barba, castano chiara come i capelli, potesse aiutarmi a fare colpo, facendomi sembrare più maturo di quanto non dimostri, ma le donzelle proprio non mi considerano.
L'anno scorso sono arrivato ad un tale punto di disperazione, da chiedere aiuto al mio compagno di Nazionale Luca Vettori, nonché sparing partner del progetto Brodo di Becchi.
- Fai di questa frase il tuo mantra: se ci provo spudoratamente, prima o poi qualcuna abboccherà- ripeteva l'opposto.Sono ancora single, ma non mi stupisce la cosa. Il Vetto è bravo quando si tratta di fare riflessioni filosofiche sul senso della vita e stronzate del genere, ma in amore è una vera frana.
È voglia di sushi, quello strano vuoto che senti nello stomaco.
No, quella c'è sempre, non solo mentre sono in ritiro con la Nazionale.
Credo sia proprio il peso e la gratitudine di indossare la maglia Azzurra, a darmi queste sensazioni. Adesso non prendetemi per una femminuccia, perchè non lo sono affatto però, portare la divisa dell'Italia è una responsabilità. Nel momento in cui scendi in campo rappresenti il tuo paese. Devi dare il cento percento, sacrificarti, lottare, dimostrare all'alzatore che può fidarsi di te, servendoti un secondo tocco perfetto, essere preciso, grintoso e creativo. Già, essere creativo. Nella pallavolo serve anche quello. Nel mio ruolo può trattarsi di un colpo diverso, uno di quelli che spiazzano l'avversario, che si aspettava l'esatto opposto, un muro ben piazzato e invalicabile, una copertura degna del libero.
Quando inizia una partita, in cui non indossi la maglia del tuo club, ma quella meravigliosa divisa azzurra, che oggi porta anche una bella striscia gialla proprio sotto ai pettorali, tutto quello che è stato non conta. Importano solo quelle poche ore. Riesci a sentire la forza che ti trasmettono i tifosi e il pubblico da casa, pronto a saltare sui divani. Ma la verità è che ciò che temi di più è di deludere tutte quelle persone, di non dimostrarti all'altezza. Gli europei della scorsa estate non sono decisamente andati bene. Ma adesso possiamo e dobbiamo fare di nuovo la differenza.
I mondiali sono dietro l'angolo e ci stiamo allenando al meglio, in vista della massima competizione, che si terrà per metà nella nostra penisola e per l'altra metà in Bulgaria. Io mi sento molto carico, personalmente credo molto nella nostra squadra e so che possiamo fare molto bene. Sono cambiate tante cose dalle ultime olimpiadi di Rio, ma la grinta è la stessa, anzi, forse di più. La rosa ha visto partenze e nuovi innesti, ma non importa, conta sempre e solo il cuore.
Chicco, alias Gianlorenzo Blengini, allenatore della Nazionale di Volley, ci sta spremendo come limoni, nella splendida cornice dolomitica di Cavalese.
Teatro di violenti scontri della Resistenza, durante la Seconda Guerra Mondiale, il piccolo paese si affaccia sulla splendida Catena dei Lagorai, la cui bellezza durante i tramonti del sole fa sognare.Credo che il Saggio Filosofo abbia uno strano potere su di te, sai?
Luca ha decisamente un certo ascendente su di me, così come io credo di averlo su di lui.
Da quando ci siamo conosciuti è diventato molto meno riservato. All'inizio era davvero un timidone, che se ne stava sulle sue, coi suoi libri, per dispensare poi citazioni filosofiche e colte in qualsiasi occasione.
Sapevo chi fosse per fama, ma le origine del nostro legame risalgono a cinque anni fa, quando entrambi siamo stati convocati per i campionati europei, che si conclusero al secondo posto per noi, dietro ad una fortissima Russia.
Ci siamo subito capiti, è stata una delle prime persone, dopo mia sorella Alessandra, di cui ho iniziato a fidarmi. È stato lui a spronarmi ad andare via, quando a Modena non stavo più bene. Non riuscivo più a trovare forza nel mio talento e nelle mie capacità, mi sentivo la ruota di scorta di una squadra che poteva andare avanti tranquillamente anche senza di me.
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Our destination
FanfictionLa vita di un pallavolista non è mai sedentaria: si viaggia da una parte all'altra dell'Italia, dell'Europa o del mondo, senza sosta. Creare dei legami profondi è difficile, soprattutto quando molti restano accanto soltanto per la fama e non per rea...