Prologo👩🏼‍🤝‍👩🏻

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|| ASCENSORI PER IL PARADISO, PREGO:
INDICARE IL PIANO CHE SI DESIDERA RAGGIUNGERE ||

🍿

JENNIFER'S POV
🌒

«Fila in camera tua, razza di impertinente!» grida mia madre.

«Volentieri! Preferisco mangiare da sola piuttosto che vedere il tuo ridicolo botulino, faccia di plastica!» le grido contro e salgo velocemente le scale.

«Jennifer!» urla Allison, ma ormai sono già in camera e ho già sbattuto la porta.

Se devo essere sincera non so nemmeno cos'è un botulino, l'ho sentito da alcuni miei compagni mentre prendevano in giro una maestra. Non so neanche se c'entrava nella litigata, ma quelli sembra se ne intendano di insulti.

Sospiro. Meglio non indagare, tanto mamma se la prende sempre con me.

Non si doveva arrabbiare in quel modo, non ho fatto nulla di male!

Non c'è scritto da nessuna parte che è illegale allevare serpenti nel proprio giardino.
Che tu non l'abbia mai letto non vuol dire che non c'è scritto, sai? E poi ti pare normale?
La gente adotta bestie pelose enormi che abbaiano e fanno pipì ovunque, io volevo un animale che nemmeno perde pelo.
Vedi che alla gente non sta mai bene niente?

Incrocio le braccia indispettita e mi siedo in modo poco aggraziato sul letto.

Papà mi avrebbe capito.

Papà mi capiva sempre.

E se non mi capiva non mi trattava come se fossi io quella sbagliata.

Mi chiedeva perché fosse giusto per me.

E io glielo spiegavo.

E non mi sentivo... sbagliata.

Ma adesso non c'è più e nessuno mi chiede "perché".
Mi dicono solo che sbaglio.

Comincio a mordermi l'interno guancia insistentemente, finché non sento il sapore metallico del sangue.
So che sa di metallo perché una volta ho leccato una ringhiera.
Niente domande.

Qualcuno bussa alla porta e quando chiedo chi sia (anche se lo so, perché solo a una persona importa di venirmi a parlare quando mi arrabbio) la testa bionda di Allison fa capolino in camera mia.

Salto giù dal letto e mi metto di fronte a lei.

«Se sei qui per dirmi come al solito che devo scusarmi, risparmia il fiato: non ho alcuna intenzione di farlo» chiarisco subito, intrecciando le braccia al petto.

«Ero solo venuta a vedere come stavi» sorride e sulle sue guance paffute compaiono due fossette, uguali identiche alle mie. Ci affondo le dita e lei sorride di più.

<<Quindi niente pizzichi sulle mani? Niente ricatti per convincermi ad andare da mamma a scusarmi? Niente "non respiro fino a che non lo fai"?>>

<<Visto che poi non lo fai e svengo ogni volta, direi di sì>> mi guarda male e io rido.

Si guarda intorno mentre io continuo a giocare con le sue guance.
A dire la verità è solo una scusa per toccarle la pelle, perché è incredibilmente morbida.
Ma è normale, mamma la tira a lucido prima di farla andare a letto.

<<Però dovresti veramente chiedere scusa alla mamma>> dice all'improvviso, cercando di fare finta di niente.
Sapevo dove voleva arrivare.

Le afferro le guancie e gliele strattono per poi lasciarle andare e richiudere subito i palmi, tirandole due piccoli schiaffi.

<<Ahi! Ma che ti è preso? Mi hai sgualcito la faccia!>> urla, portandosi le mani sul viso rosso e guardandomi allibita, con la bocca schiacciata, un po' da pesce palla.

GEMELLE DIVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora