Capitolo 12👩🏼‍🤝‍👩🏻

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Jennifer's pov

Una volta di ritorno a casa mi precipito su per le scale, ma una voce mi richiama, dura, fredda e perentoria.
Mi salgono una serie di brividi di terrore sulla schiena.

Non può che essere mia madre. Per forza.

<<Dove sei stata?>> domanda.

Mi volto per guardarla.
È appoggiata allo stipite della porta con le braccia allacciate sotto il seno, che io continuo a dire che si è rifatta di nascosto, mentre lei continua ad affermare che le due taglie in più sono dovute alla sana alimentazione.

Io mangio da schifo, come mai non sono un asse da stiro? Tutto ciò non gode della proprietà commutativa?

<<A vendere bambini al mercato nero>> le sorrido e faccio per andarmene, ma lei non sembra tanto intenzionata a mollare la presa.

<<Divertente come sempre, mi fai scompisciare dal ridere, davvero. Cosa è successo tra te ed Allison?>> domanda ed io sollevo un sopracciglio.

<<Ma dai. Ti sei accorta di qualcosa che non riguarda te. Fai progressi madre, i miei complimenti>> mi prodigo in un falso inchino.

<<Poche storie, Jennifer. La mia bambina sta male e voglio sapere cosa le hai fatto>> mi trafigge con quello sguardo di ghiaccio.

<<Teoricamente anche io sono tua figlia>> specifico, ma tanto è una cosa che le piace ignorare.

<<Per mia sfortuna. Sei una figlia ingrata che mi detesta... >>

<<... Chissà come mai... >>

<<... Mentre Allison mi tratta sempre bene e mi apprezza per quella che sono. Non voglio che stia male per colpa del tuo pessimo carattere, pienamente ereditato da tuo padre>> mi rivolge uno sguardo cattivo ed io stringo i pugni tra loro, scendendo le scale e azzerando la distanza che divide me dalla grandissima stronza che mi ha partorito.

<<Non ti pare di avere un'opinione un po' troppo brutta di un uomo al cui funerale ti sei comportata come una pazza isterica? Ti devo forse ricordare la pessima e patetica sceneggiata che hai messo in piedi per passare come al solito dalla parte della vittima? Ti sei disperata per quell'uomo ed ora vieni a criticarlo, ne parli così male... Sei proprio il tipo di persona che sputa nel piatto in cui ha mangiato. Dici che non ho rispetto per te? Certo che non ne ho, e non ti stimo, ne ora ne mai. Proprio perché sei una persona di merda e la vuoi sapere un'altra cosa? L'uomo che hai accanto è una bella persona>>

<<Tu che dici qualcosa di positivo su Conrad? Hai battuto la testa mentre eri chissà dove a fare chissà cosa?>> sogghigna.

<<Te l'ho dove ero e che facevo>> sorriso e lei mi guarda male.

<<Conrad è una brava persona. E le brave persone si rendono sempre conto, presto o tardi, se la persona che hanno accanto fa schifo. È solo questione di tempo prima che apra gli occhi e veda che in te non c'è assolutamente niente da guardare>> le sputo addosso le ultime parole velenose dopodiché risalgo rapidamente le scale.

<<Hai ragione>> mi sento dire a metà percorso.

Non mi volto, rimango solo immobile.

<<Le brave persone lo capiscono sempre. Quanto tempo credi che ci metterà Allison a capire che tu non fai altro che renderle la vita impossibile? Io dico che è rimasto molto poco. Adorabile... Rimarrai sola amore della mamma. Ma a te sta bene. Sei sempre sola come un cane>> termina.

La sento scalpitare con i tacchi sul pavimento antico, afferrare la sua borsa dal tavolo accanto all'ingresso e sbattersi la porta alle spalle.

Stringo le mani tra loro, tanto che sento le unghie bucarmi i palmi delle mani.
Fino a quando la mia mano sinistra non scatta e non colpisce il muro accanto a sé.

GEMELLE DIVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora