Jennifer's povBusso un paio di colpi alla porta di Al, poi mi ricordo chi sono ed entro senza attendere risposta.
Mi chiudo la porta alle spalle, appoggiandomici contro a braccia conserte mentre mi ritrovo la faccia piuttosto confusa di mia sorella che mi guarda seduta alla sua scrivania, da dietro la montatura nera degli occhiali che usa per studiare.
<<Se bussi ma entri quando ti pare il gioco non vale>> mi fa presente lei, immersa fino al collo in mucchi di libri e quaderni.
Indossa un semplice maglione beige con il colletto di una camicia bianca che sbuca al di fuori e i capelli biondi le risaltano particolarmente.
Le gambe abbronzate sono lasciate scoperte da degli shorts di jeans bianchi, mentre i piedi sono rintananti in degli stivali alti fino a sotto il ginocchio, beige.
Sembrano quelli che indossano i militari, ne osservo i fili che si intrecciano lungo la gamba e finiscono annodati in un bel fiocco.Completamente diverso dalla mia macchia nera.
Si passa una mano fra i boccoli biondi, sbuffando frustrata e sistemandosi sul naso gli occhiali, tornando a concentrarsi su quei libri.
Con un evidenziatore celeste traccia una lunga linea sulla pagina davanti a sé.Io ficco le mani nelle tasche dei jeans, prendendo a vagabondare per la sua stanza e osservando tutti quei toni del rosa che mi stanno provocando una gastroenterite.
<<Lo dico da una vita alla gente che non dovrei proprio bussare>> sogghigno.
<<Non è questo il punto>> mi sento dire alle spalle, mentre osservo una nostra foto su una mensola posta in alto a destra del suo letto.
<<Se li azzeccassi non mi divertirei>> ribatto, afferrando la cornice e osservando i nostri sorrisi.
Raffigura me e Al a quindici anni.
Un bosco alle nostre spalle illuminato dalla luce cocente del sole e Al a cavalcioni su di me che mi abbraccia, legandomi le gambe in vita, mentre io la tengo stretta per le cosce e rido a mia volta.Ci ritrae proprio prima del disastro.
Ovvero io che getto Allison dentro un torrente dopo essermi sentita dire "Jen non schizzarmi, ho fatto la piega".
Non l'ho schizzata, dopotutto.
Ma sì, l'hai solo affogata.
Ho dovuto farlo, andiamo. Chi cazzo si fa la piega per andare in montagna?<<Lo fai di proposito per farti odiare>> sentenzia la sua voce dolce e composta.
<<Sì, sembra proprio una cosa da me, sono un fastidio ambulante. Che fai?>> domando di fretta, sorvolando appositamente sulla questione e arrivandole alle spalle.
Mi appollaio a mo di uccello del malaugurio, appoggiandomi con una mano allo schienale della sua sedia e con l'altra sulla sua scrivania.
Osservo le decine di pagine di appunti di non so quale materia, sinceramente mi interesserebbe di più una mostra di opere contemporanee che hanno come soggetto un aspirapolvere.<<Studio>>
<<Bene, niente di importante>> e getto tutto a terra, sedendomi poi sulla scrivania e dondolando le gambe in aria.
Al nel frattempo ha spalancato la bocca, rimanendo a fissare la sua scrivania ormai immacolata e indietreggiando un po' con la sedia girevole.
Le mani sono sollevate in aria, ai lati della sua testa e sembra sia spaesata sia sull'orlo di tirarmi qualcosa e prendermi in pieno.
Vuoi dire che non te lo meriteresti?
Voglio dire che sembra avere tutta l'intenzione di centrarmi.<<Cosa dicevi sul "fastidio ambulante"? Jen, era da cinque ore che stavo su quegli appunti, erano i compiti delle vacanze!>> strepita, mentre io estraggo dalla tasca del giubbotto di pelle il pacchetto di sigarette.
STAI LEGGENDO
GEMELLE DIVERSE
Novela JuvenilJennifer ed Allison Alexandris. Due gemelle che di uguale hanno solo il loro splendido colore di occhi, un verde smeraldo senza alcuna differenza. Da una parte Jennifer: ribelle, indomabile, senza freni o peli sulla lingua. Segnata dal dolore della...