Capitolo 46👩🏼‍🤝‍👩🏻

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ALLISON'S POV
☀️☀️☀️

Undici anni prima...

«Perché l'hai fatto? Stupida, guarda che mano gonfia...» guardo preoccupata il palmo di Jen, rosso e gonfio a causa della puntura di un'ape.

Ci credo che l'ha punta, poverina, l'ha afferrata mentre volava!

Jen distoglie lo sguardo dal mio, irritata, intrecciando al petto solo la mano sana e sbuffando dal naso.

«È inutile che fai il toro» metto le mani sui fianchi, guardandola severa.

Fa sempre cose stupide e pericolose, poi io devo sempre rimediare.

«E tu è inutile che strilli come una ragazzina isterica. Mi ha punto un'ape, non morso un cobra. Sto bene! Ed è tutta colpa tua!»

«Mia?» strabuzzo gli occhi, gridando a momenti.

«Certo, se non mi avessi stressato per uscire a giocare in giardino, io adesso non avrei una mano che sembra un guanto a palloncino, me ne starei buona e tranquilla in camera mia!»

«Ma stavi giocando coi fili della corrente!»

«Volevo aggiustare la presa che ho rotto, mi serviva per attaccarci una cosa...» guarda male verso un punto indefinito del prato di casa.

«Che, uno dei tuoi marchingegni strani? Tu...» allaccio le braccia al petto, accusatoria.

Lei mi tira una brutta occhiataccia, poi si tira su da per terra e va verso casa, camminando rabbiosamente.

«Dove vai? Non avevo finito di parlare!»

«Io ho finito di ascoltare» fa scorbutica, dirigendosi dentro casa.

Nello stesso momento in cui papà apre la porta e ci rivolge un largo sorriso.

«Ragazzuole, che fate di bello? Le mie splendide principesse...»

«Sei arrogante e maleducata!» grido alla schiena di Jennifer.

«Ah, che carina. Litighiamo e mi fai i complimenti?» si volta a guardarmi con quel mezzo sorriso furbo sul viso e io sento le mie guance ribollire di rabbia e diventare due fari accesi.

«Non sono complimenti!» grido, sbattendo il piede a terra.

«Dipende a chi li fai» e detto questo entra dentro casa, superando papà.

Che ci guarda confuso, spostando lo sguardo da me a Jen, per poi avvicinarsi a me.

Sbuffo arrabbiata e cerco di non scoppiare a piangere.

Deve sempre farmene una colpa se voglio giocare con lei.

Non volevo si facesse male, non l'ho chiamata qui per quello.

Volevo passare del tempo con lei...

Volto la schiena a papà e arriccio forte le labbra per non versare nemmeno una lacrima, però vedo subito tutto sfocato e mi sento il viso bagnato.

GEMELLE DIVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora