Capitolo 28👩🏼‍🤝‍👩🏻

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Jennifer's pov

<<Allora signorina, quale le aggrada? Abbiamo rosé, bianco e prosecco dolce>> mi illustra la vasta scelta il cameriere, vestito da perfetto pinguino.

Passa il braccio sopra una serie infinita di piccoli bicchieri lunghi, colmi di liquidi dai colori tenuti.

<<Mh... tutte e tre>> sorrido.

<<Ehm... come?>>

<<Fai ciò che ti ho detto, sono la fottuta scimmia sul triciclo>> cancello il mio sorriso finto, sostituendolo con un espressione irritata.

<<La... cosa, scusi?>>

<<Ti pagano per fare domande o versare da bere?>>

<<Senza offesa signorina, ma non mi pagano nemmeno per far ubriacare la gente>>

<<Ti hanno messo agli alcolici di questa cazzo di festa fatta per donne sui quaranta single e disperate, ti pagano per far ubriacare la gente>> e mi allungo sul tavolo per prendere due bicchieri a caso, uno colmo di un liquido semi trasparente rosato e l'altro bianco.

Dopo di che mi allontano sotto lo sguardo allibito del ragazzo in frac.

Butto giù prima il liquido rosato, poi di seguito quello bianco.

Mi ci vorranno dieci bicchieri ad alcolico per ubriacarmi, questa roba è leggerissima.
Sapevo che dovevo portarmi una fiaschetta con della vodka dentro.

Non appena mi passa accanto un altro ragazzo vestito elegante, con un vassoio in mano, gli appoggio sopra i due bicchieri vuoti e ne prendo un terzo pieno, il tutto con una maestria che mi fa pensare che forse sono agile ed elegante solo quando si tratta di alcol.

Il che poteva essermi ovvio, farei qualunque cosa per l'alcol.

Butto giù anche il terzo e poi mi guardo attorno, in cerca di un posto dove poter appoggiare il bicchiere vuoto.

Sono in procinto di una siepe, non vedo pinguini sguinzagliati nei paraggi, ne tavolini nelle immediate vicinanze.

E ora che faccio? Me lo tengo in mano fino a fine cerimonia?

Sbuffo e mi volto alle mie spalle, dove si estende un verdissimo prato.
Per caso lo sguardo mi cade in basso, sulla siepe.
Corrugo la fronte, osservo il bicchiere e poi mi volto.

Non appena sono certa che nessuno mi veda getto il bicchiere alle mie spalle e scappo via dalla siepe.
Era troppo difficile raggiungere un qualsiasi tavolo e appoggiare il bicchiere lì sopra?
Mi sembra ovvio, altrimenti lo avrei fatto.

Cammino per un po', non so di preciso verso dove, forse in cerca di Maya e Conrad.
Li ho persi di vista quando un'orda di vecchie logorroiche ha minacciato di avanzare verso di noi.

Ho fiutato il pericolo proprio come uno squalo avrebbe fiutato un rivolo di sangue in mezzo al mare e, seppur con i tacchi, sono letteralmente scappata prima che mamma potesse presentarmi.

Ormai li ho persi, sono sicura che quelle vecchiette non li lasceranno più andare.

Beh... è stato bello imparare ad apprezzare Conrad.
E tua madre?
Giusto. Finalmente ce la siamo tolta dalle palle!
Non intendevo questo!

Vagabondo in giro, ora decisamente più tranquilla grazie a quei tre bicchieri di prosecco.
Non sono decisamente ubriaca, il che è positivo. Mi hanno permesso di rilassare di poco i nervi.

<<Si è persa signorina?>> mi domanda una voce in tono galante alle mie spalle.

Non appena mi volto, un paio di splendidi occhi azzurri mi incatenano inevitabilmente.
I folti capelli neri sono scompigliati ad arte, ha un bellissimo sorriso sul viso e lo sguardo limpido.
Il corpo muscoloso è coperto da un completo elegante, ma non troppo.
Una camicia bianca leggermente aperta sul petto, bretelle e pantaloni neri.
Raffaele.

GEMELLE DIVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora