INSIEME

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STILES POV

Appena ci stacchiamo continuiamo a guardarci negli occhi. "Dovrei uscire più volte senza macchina." Dico guardandolo negli occhi e facendogli scuotere la testa divertito. "Vieni sul divano?" Continuo tirando una sua mano verso la mia direzione mentre mi sposto verso il centro del loft fermandomi  quando vedo che non si muove. "Ehii." Mi lamento uscendo di poco il labbro inferiore. "Va bene."
Cede lui dopo pochi istanti per poi seguirmi verso il divano.

Appena ci sediamo afferra il telecomando della tv che gli ho obbligato a comprare. "Preferenze?" Chiedo. "Voglio solo guardare te." Ammette e quando lo dice arrossisco fino alle orecchie. "Che succede?" Chiede notando il mio cambiamento. "Niente...è che non sono abituato a....questo." Dico indicandoci non l'indice. Mi attira a se e io faccio aderire la mia schiena al suo petto.

"Stiles, tutto ok?" Mi chiama Derek agitandomi una mano davanti alla faccia. "...si." Rispondo ritornando alla realtà e mi rendo conto di essere fermo in mezzo alla stanza. Ci sediamo sul divano e quando mi avvicino fa scattare lo sguardo dalla mia schiena alla mia faccia più volte. Appena capisco che non vuole che mi avvicini mi rimetto come prima e quando deve aver sentito la mia tristezza mi guarda un sguardo incerto per poi battere due volte la mano sulla parte di divano vicino a lui. Lo raggiungo velocemente e mi metto a sorridere come un ebete.

"È quasi ora di cena..." Dico iniziando a sentire la fame. "Pizza?" Propone e io annuisco energicamente e felice.

Arrivano le pizze e noi ceniamo senza parlare molto, impegnati a mangiare.
"Ora?" Chiedo guardando Der. "Potremmo stare ancora sul divano oppure..." lascia in sospeso la frase. "...potrei riaccompagnarti." Conclude sorridendo sghembo. "Cattivo." Mi lamento mettendo su uno dei miei migliori bronci.  "Puoi scegliere." Dice lui con noncuranza. "Mh...vediamo." Fingo di pensarci. "Divano." Affermo infine avvicinandomi e lui mi sorride sornione.

Si butta sul divano seduto e poggia le braccia allo schienale guardando prima me e poi lo schermo del televisore. Quando mi viene un'idea sorrido furbamente anche se non mi può vedere. Mi avvicino provocante per attirare la sua attenzione, cosa che non mi è affatto difficile. Mi guarda e io mi siedo a cavalcioni su di lui, lo sento sorpreso all'inizio ma dopo ritorna al suo stato di indifferenza a tutto. Per provocarlo inizio a muovere lentamente il bacino aumentando sempre di più di ritmo, lo sento eccitato e questa cosa mi fa impazzire ma mi ripeto che ancora non l'ho perdonato del tutto per la Blake allora mi fermo e mi alzo. Mi guarda male mentre mi allontano e prendo le mie cose. "Mi accompagni o vado a piedi?" Chiedo con sguardo innocente. "Ti odio." Sussurra impercettibilmente lui. "Ti ho sentito, ricordi? Udito sviluppato? Coyote mannaro?" Scherzo e lui si preme la base del naso ridacchiando in uno sbuffo. "Sei così..." non finisce e io lo guardo interrogativo. "Sbagliato? Rompipalle?" Chiedo aspettando una risposta affermativa. "Tu." Conclude e io sorrido avviandomi alla porta seguito da lui.

"Derek." Lo richiamo quando siamo davanti la mia porta. Mentre lo guardo mi rendo conto di cosa è veramente lui, di cosa è per me. Dalla prima volta che l'ho visto, nel bosco con Scott, non mi sono mai dimenticato di quegli occhi. Quei maledetti occhi che mi fanno perdere la testa, giorno dopo giorno. Da sempre mi sono chiesto se non li avessi mai visti prima, avevo questa sensazione ma poi, quella sera, mio padre mi ha chiarito le idee. Ricordo perfettamente i giorni successivi a quella chiamata urgente di mio padre, per giorni sognavo quel ragazzo in piedi davanti ai resti di casa Hale. Era distrutto, aveva lo sguardo fisso nel vuoto con un'espressione tanto neutra da fare paura. E' lì che ha iniziato ad alzare le 'mura indistruttibili di Derek Hale', mura che piano piano sto riuscendo a demolire. Ricordo la paura che Scott aveva di quella persona nel bosco, trovata ad aspettarci con l'inalatore del mio migliore amico smarrito la sera prima poco distante da lì. Io invece ero stupito, affascinato dalla persona che mi trovavo davanti e che subito ho ricollegato a quel Hale che avevo stretto pochi anni prima, davanti quelle macerie. Quando mio padre mi ha dato la conferma non ero troppo stupito. La domanda che mi gira in testa ancora oggi è 'perché lui non si ricorda di me?'.

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