GUARDIANI

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STILES POV

Apro lentamente gli occhi per abituarmi alla luce del sole e girandomi vedo Derek dormire e sorrido appena noto che ha un espressione accigliata anche mentre dorme. Istintivamente porto una mano vicino alla sua fronte per spostare i ciuffi di capelli che ricadono su di essa, appena lo tocco distende il viso e continuo a sorridere compiaciuto.
"Giorno." Mugugna stringendo gli occhi per poi aprirli. "Giorno." Rispondo senza spostare la mano dai suoi capelli. "Che ore sono?" Chiede portandosi un braccio sotto la testa. "Presto." Dico semplicemente rendendo palese il fatto che non ho intenzione di alzarmi e staccarmi da quel letto.
"Nemmeno io voglio alzarmi, vieni qui." Afferma capendo le mie intenzioni e tirandomi verso di se.

"Sai che sono finiti i sacrifici dei guardiani, vero?" Chiedo accarezzando il suo braccio che mi circonda la vita. "È esattamente per questo che durante la notte Isaac, Jackson e Malia hanno ispezionato il bosco in cerca di tracce e invece Kira e Lydia hanno fatto ricerche su qualcosa legato alle correnti telluriche." Mi informa tranquillo. "Domani abbiamo il concerto di beneficenza a scuola." Gli ricordo. "Lo avevo totalmente dimenticato." Ammette lui facendomi ridere. "È assurdo come prima dessi tanta importanza a cose come una partita di lacrosse o un concerto...alla fine però era tutto quello che avevo. Der oggi farò ricerche per capire chi è questo nostro che fa sacrificando gente e ,cavolo , non ci credo che sto dicendo una cosa del genere non parlando di un videogames o di una community in cui si combattono creature soprannaturali." Scherzo facendolo ridere.  "Stiles i- Derek cosa ci fai nudo nel letto di mio figlio?!" Urla mio padre che apre la porta facendoci sedere per lo spavento. Ormai sentire le sue urla sconcertate per Derek è come una routine e questa cosa non fa altro che divertirmi. "Non lo voglio sapere. Non lo voglio sapere. Vado in centrale, ci vediamo sta sera figliolo. Ora vado a prendere la pistola carica di proiettili di strozzalupo e poi vado a lavoro." Dice minaccioso guardando male Derek che sbianca. Mio padre chiude la porta e ci ributtiamo contemporaneamente sul materasso. "Der, odio dovertelo dire ma ci dobbiamo alzare." Lo informo provando a staccarmi ma lui mi stringe ancora di più. "No." Dice. "Si." Controbatto. "No." Insiste e mi viene in mente un modo per farlo cedere. Mi metto a cavalcioni su di lui sorridendo furbo prima di chiamarmi a baciarlo sotto il suo sguardo sorpreso. Appena molla un poco la presa sulla mia vita ne approfitto per sgusciare fuori dal letto. "Ingannatore." Si lamenta alzandosi provocandomi una risata.

Mi preparo e appena finisco di allacciare le scarpe suona il telefono. "Ehi Lyds." Rispondo. "Stiles ma dove sei finito sta notte?" Chiede o meglio dire, urla. "Non lo vuoi sapere." Affermo. "Immaginavo che fossi con Derek. Comunque, Danny ieri è stato molto male ed adesso è in ospedale ma non è la cosa più strana. Ha vomitato vischio e sono più che sicura che sia legato al Darach." Dice. "Stanza." Chiedo intenzionato a controllare. "142." Risponde e chiudo la chiamata prendendo le chiavi della Jeep. "Derek devo andare, abbiamo una pista. Appena torno ti informo." Comunico e lui annuisce dandomi un bacio veloce prima che uscissi dalla porta.

Guido velocemente verso l'ospedale e appena arrivo trovo Melissa pronta ad aspettarmi. Non la vedevo da quando io e Scott non ci siamo divisi e sinceramente sapendo di cosa é capace quella donna preferirei non farla arrabbiare in nessun modo. "No, Stiles, non sono arrabbiata per la storia del branco. Stanza 142, terzo piano." Comunica lei sorridendo. "Sei la migliore." Dico sincero mentre mi incammino.

Arrivo nella stanza 142 e vedo Danny addormentato sul letto ma subito il mio sguardo si sposta sulla sua borsa. Approfitto del fatto che non mi veda per controllare se ci sono farfalle o robe da Darach.

Tiro la medaglietta attaccata alla cerniera e appena apro la tasca principale noto subito dei fogli.
"Correnti telluriche." Sussurro piano mentre sfoglio velocemente i fogli per vedere di cosa si tratta. Appena vedo Danny muoversi le piego malamente e le nascondo nella mia borsa. "Stiles?" Chiede stupito il ragazzo. "Si, sono proprio io Danny Bello." Dico sorridendo. "Cosa ci fai qui?" Mi chiede. "Volevo vedere come stessi." Rispondo sinceramente. "Cosa ti posso dire? Ero a casa con Jackson quando ho iniziato a sforzarmi decisamente troppo per respirare. Mi ha immediatamente portato qui, la madre di Scott mi ha salvato la vita. Ah e per cosa meno importante mi sono messo a vomitare vischio." Spiega. "Mi piace questo tuo lato sarcastico." Mi complimento e lui annuisce divertito.
"Ciao ragazzi." Dice Peter entrando dalla finestra.
"Peter siamo al terzo piano, perché diavolo entri dalla finestra? Siamo in un ospedale." Chiedo disperato.
"Melissa è pure una tua amica ti avrebbe lasciato passare." Continuo.
"Mi andava." Dice sorridendo e pulendosi le spalle della giacca con la mano.
Lo guardo allibito insieme a Danny.
"Ciao Peter." Si decide a salutare il ragazzo.
"Danny." Risponde con un cenno del capo Peter.
"Come stai?" Continua il grande.
"Meglio, decisamente." Risponde lui.
"Peter, so che sei appena arrivato ma ora credo che dobbiamo andare." Dico intromettendomi.
"Ok. Ciao Danny, rimettiti." Saluta e io faccio lo stesso agitando la mano.

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