●Locked away●

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If I got locked away
And we lost it all today
Tell me honestly, would you still love me the same?

Se fossi rinchiuso
E noi perdessimo tutto oggi
Dimmi onestamente, mi ameresti ancora lo stesso?

Verso sera Persia si affacciò alla finestra per vedere le prime stelle comparire in cielo.
Certo le luci della metropoli non aiutavano affatto ma con una buona vista ed un podi fantasia la ragazza riuscì ad individuarne qualcuna.
Eppure nel guardare le stelle lei intravedeva se stessa: si chiese se fosse possibile tutta quella felicità o se non fosse altro che un sogno. Magari si sarebbe svegliata ľ indomani in un altro luogo dimenticandosi completamente di Sebastian.
Ma questo non sarebbe accaduto. Aveva appena sentito Samantha che il giorno dopo sarebbe stata dimessa dalľ ospedale ed ecco che Persia si mise a contare le ore, i minuti ed i secondi.
Non vedeva ľ ora di raccontarle di quel ragazzo che era riuscito a fotterle la ragione (scusate il francesismo), rivoluzionarle il cuore e scoprire la sua anima passo dopo passo.
Bacio dopo bacio.

Abbassò lo sguardo sulle teste delle due guardie mandate dalľ agente Wilson per sorvegliare la situazione e sospirò

"Buona sera signorina"
esclamò uno sbracciandosi

"Buona sera Mr. Charles. Ha visto che bel cielo?"

"Oh non c'è che dire"

Rispose tornando al suo posto e Persia in casa.
Sul letto Sebastian era ancora nel mondo dei sogni e decise così di non disturbarlo.
Si limitò a mettersi in un angolo della stanza ad osservarlo dopo averlo coperto fino alla pancia con il lenzuolo.
Le sembrava di avere una statua di un qualche mito proprio lì davanti a lei.
Una statua con i capelli sbarazzini.
Sulle spalle i segni delle unghie di lei.
Un po le dispiaceva ma che che ci poteva fare?
Si era fatta prendere e poi così erano pari.
Si guardò allo specchio cercando di darsi una sistemata.
Sulla clavicola un succhiotto che arrivava fino alľ orecchio.
In pratica ľ aveva mangiata.
Glie lo aveva fatto appena finito di mangiare.
Lui guardandola ancora a tavola le disse
"Sei mia"
ricevendo come risposta un
"Io non sono di nessuno" ovviamente per provocarlo.
E adesso per qualche giorno, magari anche una settimana, doveva tenersi quelľ antifurto, come lo chiamava lei.
Nemmeno lei ci era andata piano però con quei graffi.
Stavano insiem da solo un giorno e già erano a questi livelli.
Andò in cucina per preparare un toast a testa che avrebbe portato a letto per una cenetta in totale relax, magari avrebbero guardato un film.
Tornò quindi in camera trovandolo appena sveglio e che confuso si guardava attorno
"Buona sera" disse appoggiando il piatto sul comodino.
Si stese affianco a lui.
Rispose con bacio in fronte.
Uno di quello casti che non ti aspetteresti.
"Ma a che ore ti sei svegliata"
le chiese afferrando un toast. Persia guardò ľ orologio affisso alla parete
"Solo mezz' ora fa"
disse stiracchiandosi.
Nel giro di pochi secondi però il suo viso assunse un' espressione grave.
Sebastian si allarmò leggermente

"Che hai?"
Le chiese accarezzandole la gamba.
Fece spallucce
"Persia..."
"No nulla è che..."
"Che cosa?"
La ragazza sospirò profondamente
"Non posso fare a meno che pensare a tutta questa situazione"
Il ragazzo intuì subito a cosa si stava riferendo
"Sei preoccupata per Matt, vero?"
"Beh se tu avessi una ex violenta, stalker, evasa di prigione, pronta a tutto per riaverti con lei anche al costo di far male alla tua migliore amica senza poi curarsi di scattarti foto di nascosto con la tua nuova fiamma ed inviarle in centrale al solo scopo di farti sapere che sa dove sei e che potrebbe arrivare a te in qualsiasi momento..."
Fu costretta a riprendere fiato
"Anche tu saresti preoccupato, no?"
Sebastian sorrise tristemente.
Si mise a sedere davanti a lei ma senza dire niente.
Solo per farle sapere che la stava ascoltando.
Solo una volta guardatala negli occhi e vista tutta la tristezza celata da finti sorrisi.
Solo dopo essersi reso conto che ogni sorriso, sin dal primo giorno nascondeva un mare di timori ed una triste storia riuscì a capire il punto, quello che lei non riusciva a dire.
La verità da sempre taciuta.
Le prese la sua mano tra le sue stringendola così forte che sembrava non volera più lasciare andare prima di impiantare i suoi occhi color cielo ď Irlanda in quelli color ghiaccio di lei.
Non le imprigionò solo la mano ma anche ľ anima, lo spirito. Il cuore.
"Dillo Persia"
disse risoluto.
Inizialmente lei non capì
"Perdonami Sebastian ma dire cosa?"
Rispose sorridendo. Un' altro sorriso, un' altro nascondiglio
"Lo sai. Dillo. Hai bisogno di dirlo"
Rimase stupita dalla limpidezza e dalla facilità con cui ľ aveva 'smascherata'.
Con lui non era caduto solo un muro.
Con lui era caduta anche quella maschera che con tanta cura negli anni si era costruita.
Scosse la testa
"Non posso, non ci riesco"

Un amore color Manhattan| Sebastian Stan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora