Cap.3

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In quel momento la testa di Persia si ritrovò a diventare un vero e proprio casino di paura e indecisioni. I suoi pensieri si ritrovarono a vagare tra mille questioni per distrarsi dalľ imbarazzo e magari questioni che neanche centravano con la situazione. Teneva lo sguardo fisso su Sebastian spalancando i suoi due occhi color mare come un cerbiatto davanti a dei fanali. Lui lo ricambiava appieno.
 "voi già vi conoscete?"
La voce di Jim bucò il silenzio.
Persia pensò che sarebbe stato comunque  meglio raccontare tutto al suo capo prima di conoscere la verità dal terzo presente cioè di come aveva maltrattato suo figlio prima giù nella hall immaginandosi già a fare la carità sulla strada principale di Wall Street.
"ecco io..." cominciò con flebile voce conquistandosi il sospetto del signor Stan. Si guardò le scarpe mentre si ritrovò a torturarsi le mani smaltate di nero cercando le parole giuste. Si fece coraggio ed alzò lo sguardo verso ľ uomo che tanto temeva"io..." eppure anche questa volta non riuscì ad esprimersi come avrebbe voluto fare. Era Sebastian che  ľaveva già anticipata con la sua voce più grave sovrastando quella sottile della ragazza. Le afferrò la mano stringendola deciso
 "no, mai visti. Comunque piacere di conoscerti Persia"disse abbassando la testa quel poco che bastava per creare un contatto visivo tra i due pronunciando più marcatamente il suo nome. Cercava di farle intendere di reggere il gioco e per fortuna Persia per quanto tonta non lo era del tutto "il piacere è tutto mio" rispose  sorpresa . Lui sorrise e improvvisamente per Persia divenne più facile rilassarsi, contraccambiando un sorriso meno spontaneo persino di quello del suo capo. Jim si parò davanti alla ragazza costringedoli a separarsi "bene figliolo scommetto che hai un sacco di cose da dirmi, vero? Vieni, andiamo nel mio ufficio" gli disse accompagnadolo con la mano dietro la schiena "E tu Persia" si fermò squadrandola "dovresti farmi delle fotocopie. Trovi i moduli giù in segreteria"
moduli? Che moduli? Non le aveva accennato nulla
"Scusi signore... quali moduli?"
 Jim si voltò con aria scocciata non vedendo ľ ora che la sua dipendente se ne andasse lasciando soli gli unici due maschi presenti lì
"come puoi vedere sono già impegnato. Chiedi alla segreteria no? Santo cielo Persia quanto sei ingenua"
una parte di quelle parole le erano sin troppo familiari.
Notò Sebastian accentuarle un sorriso dalľ altra parte, probabilmente alludendo alľ episodio di poco fa al piano terra oppure al rossore di imbarazzo che iniziò a  dipingersi sulle gote della sfortunata. Capì che ribattere non era solo inutile ma anche poco saggio visto il cattivo umore del colosso televisivo davanti a lei. Annuì pacata e rassegnata "certo, vado subito" gli rispose avviandosi verso le scale. Aveva bisogno di camminare per smaltire la rabbia o almeno per comprimerla e non farla uscire lì davanti a tutti.

Una volta arrivata al piano terra andò subito a rivolgersi a Cassandra, la segretaria del palazzo e ľ unica con cui riusciva a parlare lì dentro senza ricevere indietro una parola di scortesia.
Cassandra era completamente diversa da Persia: alta, bionda, occhi azzurri e per certi versi molto simile a Samantha. Aspettò che la tipa finisse di parlare al telefono per poi chiederle dei moduli. Una volta riagganciato il telefono , Cassandra le rivolse uno dei suoi sorrisi "Persia hey! Come posso aiutarti?" Eh già... lei si che la metteva di buon umore "oh mamma mia Cassy, per fortuna che ci sei tu. Senti il signor Stan mi ha chiesto di venire a ritirare dei fogli. Tu ne sai nulla?" La ragazza non fiatò ma tirò fuori dal cassetto alla sua destra un plicco enorme di fogli volanti "vuoi scherzare?" Mormorò sfogliandoli tra le sue dita "nessuno scherzo. Mi ha appena detto di dirti che domani li vuole compilati e fotocopiati" fece una breve pausa
"hai visto il tipo nuovo? Il figlio del capo?" Persia annuì distratta "quanto è figo? Ha due occhi color oceano che fanno sciogliere"
ignorò Cassandra, non interessata a queste cose. Non più ormai "senti Persia... lo so che dopo Matt hai detto di voler chiudere con queste cose e che non vuoi più avere una storia ma non credi che dovresti cambiare pagina o che so io?" Non lo dava a vedere ma quel ricordo ferì la piccola canadese più di mille lame. Deglutì "grazie Cassandra. Ti auguro buona giornata" e detto questo se ne andò il più possibile lontano da lì cosciente però che i ricordi sarebbero rimasti per sempre accanto a lei.

Un amore color Manhattan| Sebastian Stan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora