Samantha passò la serata pervasa dalla preoccupazione.
In tanti anni non aveva mai visto Persia in quelle condizioni.
Una sensazione di rimorso le avvinghiò il cuore.
Sentì improvvisamente su di se una rabbia implacabile montarle verso se stessa: Persia aveva passato la vita a proteggerla e lei non si era mai sdebitata abbastanza.
Persia era sempre stata quella forte, quella dura, quella che nessuna minaccia poteva scalfire. Il suo angelo custode dalľ armatura lucente.Da bambine la difendeva a suon di pugni dai bambini prepotenti che la bullizzavano e al liceo perse il controllo e picchiò nel bagno della scuola delle ragazze che ľ avevano pesantemente presa in giro riducendola in lacrime.
Rimase immersa in questi pensieri fino a notte fonda incapace, per la prima volta dopo un' eternità, di prendere sonno. Aveva anche provato a sistemare la casa come meglio poteva dopo la fine delle indagini ma neanche questo bastò a sfiancarla.
Si mise in silenzio davanti alla finestra con un libro in mano e ľ amarezza nel cuore.
Senza Persia si sentì in qualche modo perduta.
Proprio quando le palpebre cominciarono a farsi pesanti e le parole del libro sembrarono confondersi nella sua mente qualcuno suonò al campanello.
Subito la paura si fece largo calpestando il raziocinio e la ragione.
Prese la scopa e ne svitò il bastone, impugnandolo.
Si avvicinò cauta alla porta vedendosi già Matt al di là che ľ apettava con una qualche diavolo di arma in mano.
Il campanello suonò ancora ed ancora ed ancora.
Solo quando sentì la voce di Persia che la chiamava i suoi nervi si rilassarono e la tensione ľ abbandonò.
Ma che ci faceva lei lì?
Buttò per terra il bastone e corse ad aprire.
Eccolo lì, il suo angelo dalľ armatura di luce.
Proprio dopo averla pensata ecco che si presentò alla porta.
Che fosse un miracolo?
La squadrò dal capo ai piedi, sollevata che stesse finalmente meglio e la fece entrare.
Di sfuggita vide gli occhi lucidi ed il cerotto a coprirle parte della fronte.
Occhi che si riempirono di lacrime inutilmente trattenute per tutto il tragitto.
Quando si voltò verso di lei Samantha trasalì:
occhi sbarrati che anche verso di lei guardavano il vuoto,
labbra che vibravano ed una strana inquietudine nello sguardo.
Persia era decisamente sconvolta.Una volta essere uscita dal bagno dopo una lunga e rilassante doccia, Persia sembrò tirata a lucido.
Si sedette sistemandosi ľ asciugamano in testa accanto a Samantha che ľ aspettava per ricevere spiegazioni.
Sedute a tavola a guardarsi negli occhi nessuna delle due spiccicò mezza parola.
Sam guardava il taglietto che Persia aveva in fronte con aria visibilmente preoccupata
"Chi te ľ ha fatto? Matt?" Disse non riuscendo più a trattenere la curiosità e la lingua
Persia scosse la testa lentamente per il forte mal di testa
"Non mi dirai che è stato..."
"È stato un incidente ok?"
Sbottò Persia agitando nervosamente le mani
"Ok un bel niente.
Ti rendi conto della gravità della cosa?
E poi se è stato un incidente perchè te ne sei andata?"
E come non raccontarle del piano che aveva in mente.
Di lei si poteva fidare e lo sapeva.
Le disse com' erano andate le cose, Sebastian che si era arrabbato e della loro imminente rottura
"E così ľ ho lasciato. Non potevo permettere che venisse coinvolto troppo ma soprattutto perchè..."
Samantha la fermò sostenendi di aver capito.
In quel momento Persia provava una profonda delusione nei confronti di Sebastian per il semplice fatto che beh... non si era affatto fidato di lei.Il mattino seguente Persia chiamò ľ agente Wilson.
Lo informò del suo ritrasferimento a casa sua e, ancor prima che rispondesse con uno dei suoi attacchi ď ira per essere uscita senza scorta, gli parlò della sua telefonata con Matt e del suo piano per incastrarlo.
Inizialmente Wilson reagì con scetticismo ma, man mano che dalla bocca di Persia il piano sembrava prendere forma, rivalutò tutte le affermazioni negative e le idee che si era fatta di lei, cominciandola a considerarla un genio
"Modestamente agente Wilson..." cominciò con tono compiaciuto
"...lei ha perfettamente ragione" risero entrambi.
Il piano consisteva nelľ usare Persia come esca in aeroporto. Avrebbe supplicato Matt di scappare con lei in un posto desolato e sperduto per cui nessuno avrebbe preso un volo.
Inizialmente la questione dei troppi civili frenò Wilson dalľ accettare.
"È per questo che ho scelto un volo che in pochi prenderebbero: i civili saranno una manciata di passeggeri e voi potrete operare in totale libertà"
Sentì un sospiro dalľ altra parte dea cornetta
"Sembra proprio che lei abbia pensato a tutto anche alla pericolosità di questo piano presumo"
Il viso di Persia si deformò in un'espressione di amara rassegnazione
"Non si preoccupi per me. Sarò in grado di cavarmela. E poi meglio io che un intero a paese a rischio, no?" rispose con una risolutezza che lasciò ľ agente di stucco. Quella ragazza voleva davvero sbattere il bastardo in cella.
Wilson si complimentò con lei ancora per la genialità del piano.
La invitò seriamente anche ad entrare nella polizia
"basterebbe un breve corso di formazione"
provò a convincerla
"Abbiamo bisogno di gente come lei tra noi"
Ma con un' altra risata Persia declinò rispondendo di essere felice del suo lavoro.
Wilson non volle insistere.
Decisero inoltre dove e quando incontrarsi per sistemare le ultime cose.
"Dunque a pranzo chiamo Matt e proverò a convincerlo.
Questa sera aspetti una mia chiamata"
"Bene, a stasera"
"A stasera"
Misero entrambi giù nello stesso istante.
Si accese una sigaretta alla finestra mentre alle sue spalle due occhi di una bionda la fissavano. Samantha era compiaciuta.
Aveva sentito tutto
"Detective McGregor"
esclamò dirigendosi verso di lei. Persia si voltò di scatto tenedo la sigaretta a mezz' aria.
Capì la battuta e rimandò il sorriso scherzoso.
"Se tutto va bene da qui a un mese torneremo alle nostre vecchie vite" rispose sospirando piena di speranza.
Anche Samantha ci sperava ma quel senso di preoccupazione non la lasciava dalla sera prima
"Alla tua vecchia vita senza Sebastian"
si azzardò a dire ľ amica accarezzandole la spalla con un tono da brindisi.
In fondo se era questo che la rendeva davvero felice il probelma non si poneva. Persia alzò sorrise malinconica
"Alla mia vita senza Sebastian" rispose cercando di convincere se stessa.
Il punto era:
dopo tutto quello che lei e Sebastian avevano passato, dopo tutti i muri che aveva fatto crollare,You said that we would always be
Without you I feel lost at sea
Through the darkness you’d hide with me
Like the wind we’d be wild and freeHai detto che saremmo stati insieme per sempre
Senza di te mi sento disperso in mare
Nell’oscurità che mi nascondi
Saremmo selvaggi e liberi come il ventodopo tutte le volte che ľ aveva guardata nessuno prima
e dopo tutto il tempo passato insiemeI’ve gotta learn how to love without you
I’ve gotta carry my cross without you.Devo imparare ad amare senza di te.
Devo portare la mia croce senza di te.e le debolezze che di lei aveva tanto amato...
questo che davvero voleva?
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Un amore color Manhattan| Sebastian Stan
Romance"Quindi...parlami di questo Sebastian" Sam ricominciò la conversazione dopo due minuti di silenzio studiando eventuali reazioni delľ amica. Persia fece spallucce tenendo lo sguardo basso sulla verdura che stava preparando con cura "cosa vuoi che ti...