Non è finita

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Il giorno dopo fu per Persia motivo di grande gioia. 
La ragazza, mattiniera come al suo solito, si alzò non appena dalle finestre filtrò un pelo di luce che le andò a colpire le palpebre.
 Era sdraiata accanto a Sebastian il cui braccio poggiava sulla sua pancia.
Lo tolse con delicatezza prima di alzarsi per andare in bagno.
Il suo cuore scoppiava di felicità al solo pensiero che tra poche ore avrebbe potuto riabbracciare Samantha.
Questa volta non avrebbe sbagliato: ci sarebbe stata, ľ avrebbe protetta e, prima di ogni cosa, non avrebbe più promesso a nessun mostro di toccarla ed in alcun modo ferirla.
Avrebbe sterminato qualunque individuo avrebbe anche solo pensato di farle del male.
Insomma... quella mattina in un modo o in un altro doveva vedere Samantha.
Magari avrebbe chiesto a Sebastian di ospitarla a cena o a pranzo.
Più che uscire sarebbe stato disposto almeno a questo.
La fame cominciò a farsi largo tra i suoi pensieri.
Per non parlare della sete fulminante che ľ aveva colta dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi.
Si mise su il pane da tostare da mangiare con pane, burro e marmellata mentre con il suo cellulare digitò il numero delľ amica.
Segreteria, ovviamente.
A ben pensarci quello per Samantha non era proprio ľ ora del risveglio essendo lei una grande amante delle dormite fino a mezzo giorno.
Ľ opposo esatto di lei.
Dopo una doccia veloce tornò a letto affianco a Sebastian che si stava appena svegliando.
Gli diede un bacino sulla guancia
"Buon giorno"
biascicò come ogni mattina.
Un piccolo fattore a quella routine che lei aveva imparato ad amare.
Cominciò a creare piccoli cerchi con ľ indice delineando la linea dei suoi addominali
"Sebastian senti stavo pensando..."
iniziò tenendo lo sguardo fisso sul suo petto
"Dimmi"
"Oggi Samantha esce dalľ ospedale e vorrebbe che ci vedessimo ma dato che io non posso uscire"
continuò a girare attorno allo stesso concetto finchè Sebastian non la fermò prendendole la mano
"Arriva al punto"
rispose baciandogliela.
La ragazza sospirò
"Potremmo tipo invitarla a pranzo? Sempre che non ti dispiaccia"
Sebastian alzò gli occhi al cielo con un' aria visibilmente scocciata
"Ma non so..."
Disse per poi demoralizzare la poverina.
Rimase un attimo a guardare il suo sguardo basso e leggermente rattristato prima di cominciare a ridere
"Dai che scherzo. La invitiamo più che volentieri"
Ľ espressione di Persia variò in pochissimi secondi prima di saltargli al collo per riempirlo di baci in tutto il viso
"Sei il migliore"
gli disse tra un bacio e ľ altro.
Ľ aveva immobilizzato sotto di lei con le braccia ancora al suo collo mentre il ragazzo le teneva le mani sui fianchi.
Le prese il viso tra le mani passando poi le sue dita tra i capelli di lei
"SIAMO i migliori"
le sussurrò alľ orecchio.

Verso le 10:00 finalmente Samantha si decise a richiamare in ritardo di qualche ora. Sebastian era uscito per comprare qualcosa di speciale lasciando a casa una Persia preoccupata.
Non perchè fosse uscito quanto per il fatto che quel giorno, dopo numerose insistenze, avrebbe cucinato lui quella che considerava "la sua specialità".
"Che scatole. Un' intossicazione non ci voleva proprio"
mormorò giochicchiando con le unghie mentre ansiosa percorreva avanti e indietro tutto il salotto in attesa che o Sebastian o Persia suonasse alla porta.
I minuti divennero due ore e due ore sembrarono un secolo. Finalmente lo squillo del campanello riempì quel silenzioso e lungo periodo passato a spazzare, pulire e mettere in ordine la casa.
Mise giù la scopa correndo verso la porta
"Finalmente!"Esclamò. In un attimo la capigliatura perfetta e bionda di Samantha inondò la sua vista con quel color grano che tanto le piaceva e tanto le ricordava la primavera.
Senza pensarci due volte le saltò addosso avvilgendola con un abbraccio
"Ciao! Cavolo se mi sei mancata" disse sorpresa Sam da quella reazione.
Ricambiò ľ abbraccio rinanendo così per due minuti buoni. Quando Persia si staccò notò sulla tempia delľ amica un' enorme cerotto.
Lo sfiorò ma Sam si ritrasse subito
"Ahi!"
Persia tirò indietro la mano desolata
"Oddio scusa. Non volevo"
"Non fa niente"
rispose con un sorriso
"Dai entra. Ho così tante cose da raccontarti"
disse Persia facendole strada.
Da quello che aveva visto Samantha era radiosa come sempre ed il cui sorriso non era andato, per fortuna, perduto. Dopo che la bionda ebbe chiuso la porta Persia le offrì un caffè invitandola a sedersi sul comodi divano.
Sam si sedette ammirando ľ enorme casa attorno a lei
"È davvero bellissima. E questa quindi sarebbe casa sua?"
Chiese dopo un po afferrando la tazza dalle mani delľ amica che si mise accanto a lei
"Si. Mi ha ospitata dal giorno stesso delľ accaduto. Ma tu come stai? Cos'hanno detto i medici?"
"Devo stare in convalescenza per una settimana o due. Un po eccessivo per un colpo alla testa, non credi?"
"Si ma hai anche subito uno shock non da poco. Cioè... trovarsi in casa un uomo armato da un momento alľ altro non è una cosa da poco"
"Già forse hai ragione. Mi secca solo che dovrò rifiutare quelľ offerta di lavoro per Roma. Sarei dovuta partire fra tre giorni" sospirò.
Un sorriso le si dipinse immediata dopo
"Allora... con Sebastian sembrate buoni amici.
Se ti ha invitata a stare da lui dovete essere molto legati"
la frase che Sam disse nascondeva minimo una marea di doppi sensi, come a suo solito.
Questa volta la ragazza resse il gioco. In fondo la sua amica non aveva tutti i torti
"Credimi, siamo molto più legati di quanto non pensi"
disse con quella voce di finta esperienza che adottava ogni volta che voleva incuriosirla.
Sam rimase a bocca aperta
"Persia McGregor mi stai seriamente dicendo che tu ed il figlio del tuo capo state..."
"Insieme? Si"
Samantha prese le mani delľ amica agitandole
"Oh mio Dio non ci posso credere. Persia che ha un ragazzo"
urlò con voce acuta. Non voleva essere un insulto ma molto ci sogmigliava
"Fattelo dire: questa volta hai proprio fatto strike mia cara. Bello, alto ed anche educato. Cosa puoi desiderare di meglio?"
Una terza voce si intromise nella conversazione
"Proprio nulla"
 Proveniva dalla porta ď ingresso alle spalle di Samantha.
Persia alzò lo sguardo e sorrise.
Il suo uomo era lì, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate ed atterra la spesa che in tutto il splendore le guardava dalľ alto dei suoi 1.80 m. Finalmente anche il padrone di casa era tornato e Persia poteva presentarlo come si deve a Samantha.
Si alzarono in piedi e la ragazza si mise tra i due
"Samantha conoscerai Sebastian. Sebastian conoscerai Samantha"
Nonostante si fossero già visti so strinsero comunque la mano.
Non male dato che la scorsa volta il loro incontro era stato puro imbarazzo
"Si, comunque mi dispiace per la scorsa volta.
Non le pensavo quelle cose. Cioè si ma no. Intendo..."
Il ragazzo la interruppe con una risata sommessa
"Tranquilla. Volevi solo mettere in guarda la mia ragazza sul brutto lupo cattivo che sono"
disse scherzando afferrando con le dita i fianchi di Persia per farle il solletico.
La ragazza non riuscì a trattenersi dal ridere ed anche Samantha fece lo stesso.
Persia alzò la testa dandogli un dolce bacio
"Tesoro senti che ne dici se oggi cuciniamo io e Samantha? Proprio prima mi parlava di quanto le manchi mettersi ai fornelli e quindi potremmo accontentarla" Sam fece finta di capire, abituata sin dalle superiori a quello sguardo che poco dopo le rivolse mentre
Sebastian le guardò sospettoso due secondi ma si rassegnò
"Ok ma non bruciate la cucina. Io vado in bagno"
e detto questo le diede una scherzosa pacca sul fondo schiena prima di andarsene.
Samantha non capiva mentre la ragazza la trascinava in cucina
"Ma io non ho mai detto..."
"Ssssh!"
La zittì
"Lo so lo so ma avrebbe voluto cucinare lui"
"E allora?"
Improvvisamente avevano cominciato a sussurrare
"Come 'e allora?'"
Guardò un attimo verso la porta del bagno
"Sei appena uscita dalľ ospedale quindi ti prego di cucinare con me se non ci vuoi ritornare. Scusa ma Sebastian è un disastro ai fornelli"
Dopo ciò Persia le raccontò di come avrebbe voluto preparare la pasta il primo giorno.
A quel punto Sam finalmente capì e se la rise.
"Va bene... ti aiuterò come posso"
"Grazie"
Guardarono nella sporta.
Ci trovarono pesce, verdure, tacchino e dei limoni.
Le uniche cose che mancavano.
"Ah... un salutista"
esclamò Samantha tirando fuori tutto
Di spalle Persia aveva aperto ľ acqua per pulire verdure e pesce
"Già. Tiene molto al suo fisico"
"Hai potuto appurarlo?"
La stuzzicò lei
"So dove vuoi andare a parare e si, ľ ho appurato" la ragazza rimase a bocca aperta.
Si stuzzicarono a vicenda ancora per un po.
Sebastian si era chiuso nel suo studio per fare delle chiamate.
Una volta messo il pesce in forno le ragazze si versarono un calice di vino rosso francese, il preferito di Sebastian e si sedettere al tavolo già apparecchiato.
"E con Matt? Novità?"
Le chiese provando con un tono delicato.
Persia appoggiò il bicchiere.
Le  raccontò delle foto, delľ uscita segreta di Sebastian e lei e di come ľ agente Wilson li aveva rimproverati.
Persia non parlò per un po ma rimase a soppesare le parole da usare, boccheggiano a vuoto.
Samantha si alzò e si sedette vicino a lei prendendole la mano
"Guarda che tutto si sistemerà. Me lo dicevi sempre tu, ricordi? Ogni cattivo di ogni storia vera o finta che sia farà la fine che merita" sorrise a quei ricordi ď infanzia. Avrva ragione.
Finchè aveva loro due non doveva preoccuparsi. Almeno ci sperava.

Mezz'ora dopo Sebastian se presentò a tavola, chiamato dalle due.
Si maravigliò ancora una volta delle capacità culinarie della sua ragazza.
Per un qualche momento parlarono solo Sebastian e Samantha, per conoscersi meglio. Scoprirono di avere un sacco di amici in comune.
Anche Persia venne chiamata nella conversazione quando il telefono le squillò.
"Scusate, devo rispondere"
si congedò in un' altra stanza seguita dallo sguardo di Sebastian.
Il numero era sconosciuto ma di questo non se ne preoccupò dal momento che perdeva i numeri di continuo
"Pronto?" Mormorò in camera da letto
"Ciao amore" rispose una voce fredda, impassibile ma stranamente compiaciuta.
La ragazza sorrise
"Scusi signore deve aver sbagliato numero"
"Dimmi, al tuo ragazzo e Samantha piace la tua cucina? Spero tu sia migliorata da quando cucinavi per me"
Un brivido freddo le trafisse la schiena mentre la mano veniva istintivamente portata alla bocca. I muscoli si irrigidirono ma dovette trattenersi dalľ urlare.
"Matt"

Un amore color Manhattan| Sebastian Stan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora