Appena il taxi parcheggiò Persia si precipitò subito fuori dalla macchina seguita a ruota da Sebastian.
Per tutto il viaggio era rimasta al telefono con Sam senza dare così a Sebastian il tempo per chiederle spiegazioni.
Avrebbe voluto dirle qualcosa, qualsiasi cosa, soprattutto quando una volta salita si mise a piangere.
Durante il tragittto sopra il ponte di Brooklyn Persia parlava in maniera confusa.Sebastian riuscì a cogliere poche parole da quel discorso.
Parole tipo
"ex-fidanzato"
"tradito"
"tribunale
"ordine restrittivo"
"polizia"
e quello che più lo allarmò:
"Armato"
In quel momento il ragazzo si sentì così distante da lei.
Cos' era successo alla Persia che solo fino a quella mattina stava ridendo a crepapelle?
Vederla così gli faceva decisamente male ma non poteva farlo trasparire. Perchè?
Perchè quando tutto quel macello sarebbe finito Sebastian doveva essere lì pronto per lei.
Doveva dimostrarsi forte, saldo e tutto per lei.
Ogni lacrima che le rigò la guancia per lui era un colpo dritto al cuore che lo attanagliava.Persia tirò fuori dalla borsa le chiavi di casa e dopo aver mollato una banconota al guidatore corse fuori verso la porta del palazzo.
Le prime sirene in lontananza cominciarono a rieccheggiare per tutta la via e con tutta probabilità anche per quelle accanto.
Beh la chiave non serviva: la porta era stata buttata giù in maniera brutale come la chiamata di poco fa.
La maniglia era stata 'scassinata' da un colpo di pistola e poi calciata.
La ragazza corse su per le scale seguita da un Sebastian sempre più confuso.
Lui si soffermò con più sorpresa alla porta sfondata."SAAAAM"
urlò Persia dopo essere arrivata al suo pianerottolo.
Dio solo sa cosa avrebbe potuto farle quel viscido soprattuto se armato.
Il suo cuore mancò un battito quando vide che la porta era stata buttata giù allo stesso modo.
Quando non vide Samantha poi la paura prese ancor di più possesso si lei. Se la immaginò nei peggiori scenari ed in tutti Matt giocava una parte spiacevole.
Solo quando sentì dei lamenti soffocati provenire da dietro ľ isola, Persia si tranquillizzò.
Samanta era rannicchiata atterra con le mani tra i capelli e la faccia tra le ginocchia.
Come quando erano bambine e Sam aveva paura delľ uomo nero.
Si ricordò che in quei momenti cercava Persia, ľ unica che potesse proteggerla"Ti proteggerò dalľ uomo nero"
le diceva quando erano nel letto abbracciate e Sam piangeva tra le sue braccia.
Erano bambine ed erano ingenue a quella promessa non doveva mai essere spezzata.
Invece adesso?
Adesso ľ uomo nero era arrivato e Persia non era stata in grado di proteggerla.
Si odiò per questo.
In ginocchio la abbracciò.
Stava tremando come una foglia e sulla tempia un taglio di mezzo centimetro aveva fatto uscira sangue a sifficienza per bagnarle il viso e sporcarle i vestiti"Sam ora ci sono io. Va tutto bene. Va tutto bene"
sussurrò accarezzandole i capelli. Samantha dal canto suo era spaesata ma quando la riconobbe la abbracciò anche lei.
Due poliziotti irruppero in casa armati.
Il primo su cui si avventarono fu Sebastian."No lui non c'entra. È un amico"
esclamò la ragazza quando lo vide inchiodato al muro dal poliziotto. Quest' ultimo lo lasciò, imbarazzato per ľ errore appena commesso.
Attorno a loro dominava la devastazione.
Ľ appartamento era stato messo sotto sopra con una cattiveria ed una rabbia tali di cui solo un pazzo malato di mente è capace.
Poco dopo la ragazza aiutò Samantha a rialzarsi sorreggendola per un braccio.
Quando i poliziotti la videro uno di loro prese il walky talky (non so come si scrive. Perdonatemi) e se lo portò alla bocca"abbiamo un codice 39. Chiamate un' ambulanza"
Solo quando ľ amica vide Samantha priva di sensi su un' ambulanza sicura dirigersi verso ľ ospedale e solo quando i paramedici la rassicurarono che non fosse nulla di grave potè davvero essere tranquilla.
I poliziotti rimasero con i due davanti alla casa mentre una squadra operativa stava analizzando ľ appartamento alla ricerca di prove"Bene signorina McGregor"
cominciò Wilson sistemandosi il cinturone in un vano tentativo di sorreggere la pancia sporgente da alcol .
"Appena la sua amica si sarà ripresa dovremo farle un paio di domande.
È ovvio che quel ragazzo cercava lei, McGregor. Per ora non è sicuro rimanere in questa casa e per ovvie ragioni.
Almeno finchè non avremo preso il colpevole"La sua collega accanto a lui si avvicinò al suo orecchio per sussurrargli qualcosa di incomprensibile
"Oh giusto! Il nostro distretto ha a disposizione un programma di protezione testimoni ma sebbene lei non sia uno di questi saremmo disposti e ben lieti di darle tutta la sicurezza e la protezione di cui ha bisogno.
A meno che non abbia altro posto in cui andare"fra i quattro si creò un profondo silenzio.
Sebastian potè finalmente dire la sua ed aiutare"Potrebbe venire da me.
Ho una casa grande.
Non sarebbe un problema"La ragazza rimase positivamente colpita dalla sua prontezza nelľ aiutarla.
"Scusi lei è...?"
"Sebastian Stan, signore"
Il poliziotto prima spalancì gli occhi poi sbiancò per la sorpresa
"QUEL Sebastan Stan? Figlio di Jim e Margaret Stan?"
Sebastian annuì
"La prego però di essere discreto. Non mi piace che si dica in giro"
"Oh certo certo.
Scusi il mio entusiasmo"Wilson si cavò il cappello
"Ma vede io sono da sempre un grande Fan di suo padre.
È chiedere troppo di mandargli i miei saluti?""Certo che no"
rispose sorridendogli"Dicevamo"
ľ uomo si ricompose"Lei è un amico?"
chiese scettico.
Sebastian la guardò con un sorrisetto di quelli da prendere a schiaffi"Sono il suo ragazzo.
Con me non c'è motivo di temere nulla"
Persia arrossì visibilmente"Per lei va bene signorina?"
Annuì
"Bene allora qui il nostro lavoro è finito.
La ricontatteremo più avanti per darle notizie della sua amica.
Nel frattempo le consigliamo di rimanere chiusa in casa e di avvertire il suo datore di lavoro per metterlo al corrente di ciò.
Che ci chiami se necessario"
le allungò un biglietto da visita
"Nessuno dovrà sapere dove abita in questo periodo. Tutto chiaro?"Persia annuì pacata per ľ ennesima volta ma dentro voleva solo andarsene da lì.
Ora aveva solo bisogno di metabolizzare ľ accaduto e di un thè caldo.Sebastian e Persia rimasero da soli davanti al palazzo guardando la macchina dei poliziotti allontanarsi, questa a sirene spente.
La sua vita stava decisamente prendendo la tangente per la fine. E Persia sapeva bene che se questo fosse riaccaduto nulla ľ avrebbe potuta salvare.Nota Autrice:
Mi rendo perfettamente conto che questo non è uno dei miei capitoli migliori ma tra scuola ed impegni sono in alta marea e non riesci a concentrarmi al 100% su più cose contemporaneamente.
Spero che piaccia li stesso e di non deludere nessuno.
Buon proseguimento. 😊
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Un amore color Manhattan| Sebastian Stan
Romansa"Quindi...parlami di questo Sebastian" Sam ricominciò la conversazione dopo due minuti di silenzio studiando eventuali reazioni delľ amica. Persia fece spallucce tenendo lo sguardo basso sulla verdura che stava preparando con cura "cosa vuoi che ti...