Ma fu la luce di una magica alba stagliata alľ orizzonte che suggerì a Persia di svegliarsi dal torpore, come se quella enorme palla di fuoco incandescente stesse chiamando proprio lei ad assisterla durante il suo risveglio. In una stanza dalle pareti color crema la luce solare era ľ unica cosa che potesse davvero rendere giustizia ad un colore tanto bello ed affascinante benché molte persone ne sottuvalutassero, appunto, il valore. A lei non dispiaceva per niente alzarsi a quelľ ora o, meglio, alzarsi alle prime luci del giorno. Che fosse inverno o estate le piaceva che i suoi ritmi dipendessero quasi esclusivamente dalla luna e dal sole, due amanti che seppur divisi sono legati da un qualcosa di incommensurabile.
Guardò la sveglia che non faceva che segnare la sesta ora, quando le strade di quella città diventavano quasi più vive. Si coprì fin sopra il seno appartenente ad un corpo vestito solo di biancheria intima per poi sedersi cercando di darsi una svegliata. Si passò la mano sulla faccia stropicciandosi gli occhi ancora mezza avvolta tra le braccia di Morfeo prima di allungare la mano verso il comodino alla ricerca del bicchierino di caffè preparato la sera prima. Lo bevve tutto ď un fiato ignorando la sgradevole sensazione emanata da quella brodaglia fredda
"Il caffè freddo non dovrebbe nemmeno essere definito caffè" le parole della sua amica Samantha le rimbombavano nella testa strappandole un sorriso. Un altro pensiero però le vagava come sgradito nella testa.
Mise giù il bicchierino accontentandosi della caffeina più che del sapore. Si alzò facendo leva sul braccio sinistro quando una cruda verità le tornò alla memoria. Il bruciore era insopportabile ma non poteva essere sorpresa... lei sapeva bene a cos'era dovuto.
Si guardò la spalla rendendo ai suoi occhi presenti dei tagli sottili ma così numerosi da far sembrare Persia una vera e propria cicatrice vivente. Da quando tutto questo andasse avanti non ne aveva ormai memoria e fino a quando sarebbe durato era un mistero ma sentiva di doverlo fare.
Doveva sentire. Ignorò quel bruciore che intenso le stuzzicava persino i miscoli e si decise ad andare in cucina per procedere con la colazione. Mise su delľ acqua aspettando che raggiunse ľ ebollizione poi, nel frattempo, controllò il suo cellulare. Nessuno ľ aveva cercata, meglio così, pensò. Si affacciò alla finestra che piccolina com'era dava sul ponte di Brooklyn, il suo amato quartiere Newyorkese.
Si raccolse i grigi capelli (sbiaditi in precedenza)in un chignon e si diresse a prepararsi una bella tazza di caffè mentre ancora mezza assonnata si stropicciava i verdi occhi.
Era così bello ma anche strano per lei abitare in una metropoli così caotica abituata sin da piccola alla calma dei boschi canadesi ma era lì che ľamore ľ aveva portata e il lavoro trattenuta e lì sarebbe rimasta, probabilmente, per tanto tanto tempo.
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Un amore color Manhattan| Sebastian Stan
Romantizm"Quindi...parlami di questo Sebastian" Sam ricominciò la conversazione dopo due minuti di silenzio studiando eventuali reazioni delľ amica. Persia fece spallucce tenendo lo sguardo basso sulla verdura che stava preparando con cura "cosa vuoi che ti...