Samantha se ne andò verso le 17:00 ovvero dopo essersi assicurata che Persia stesse bene. Si preoccupò di coprirla con una coperta poi la salutò con un bacio sulla guancia.
Sebastian le stava preparando una tisana.
Inutile dire che la questione delle pillole saltò subito fuori
"Perchè?"
Chiese Sebastian sistemandosi accanto a lei quando ormai si era già svegliata
"Perchè non mi hai detto niente?"
Persia fece spallucce.
Evidentemente Sam doveva averlo informato dei suoi problemi.
"Non mi sembrava importante"
"Spero tu stia scherzando. Lo è eccome per me"
"Cosa? Il sapere che sono piena di problemi? Che la mia stabilità da anni dipende da delle pillole? Scusa ma per un certo periodo mi stavo abituando ad essere molto più di uno stupido disagio"
Il ragazzo ammutolì a quelle parole.
Allora era così che si era vista per tutto quel tempo?
Uno stupido disagio?
"Non sei uno stupido disagio. Pensi seriamente che quello che sei, la tua persona, il tuo essere così meravigliosa dipenda unicamente da dei farmaci? Scusa ma mi pare impossibile"
La ragazza si appoggiò alľ incavo tra il collo e la testa di Sebastian, respirando quel buonissimo profumo che da ormai per lei era come casa.
Sospirò
"Avrei voluto conoscerti prima. Prima di Matt, prima di tutto. Tu credi che ci saremmo voluti comunque?"
Le mise una mano sulla spalla accennando a dei grattini
"Onestamente non lo so. Di certo non sarebbero successe tutte quelle cose che mi hanno fatto innamorare di te"
Sebastian conquistò la curiosità di Persia
"Cos'è che ti ha fatto innamorare?"
"Credo di essermi innamorato per la prima volta quella mattina in ufficio.
La Persia coraggiosa, stizzita e sicura di sè che mi ha spedito alla reception perchè aveva troppo da fare"
Persia arrossì visibilmente cominciando a ridere in maniera nervosa
"Ti giuro che per un attimo ho creduto di venire licenziata"
Per altro non seppe cosa dire
"E tu? Quando ti sei innamorata di me?"
Le chiese accarezzandole i capelli.
Persia si sedette sopra di lui per guardarlo meglio negli occhi
"Sinceramente non nella hall. In quel momento avrei voluto dirtene quattro"
"E questo perchè?"
"Perchè ancora non sapevo chi fossi. Cioè non che mi sia messa con te perchè sei il figlio del mio capo, sia chiaro"
Breve pausa
"Solo in quel momento ero talmente nervosa che ľ unica cosa che mi è passata per la testa era 'e questo? Chi diavolo è?'. No, mi sono innamorata di te quando davanti a tutte quelle vipere hai avuto il coraggio di fare quello che hai fatto e quando per la prima volta sono riuscita a guardarti abbastanza negli occhi da farmi stregare"
Gli prese il viso tra le sue mani e lo accarezzò con una dolcezza tale da spiazzarlo
"Nessuno si era mai esposto per me"
Sebastian fece lo stesso con il volto di lei avvicinandolo
"Io per te questo ed altro"
e la baciò.Certo, ora posso chiudere qui il capitolo, pubblicarlo, mettermi il telefono in tasca ed andare a far colazione così come Persia avrebbe potuto rilassarsi completamente tra le braccia del suo uomo. Ma una cosa le impediva di pensare ad altro: Matt.
Il solo ricordo della sua voce la faceva rabbrividire.Nel bel mezzo della notte Persia sgattaiolò fuori dal letto ad un passo di gatto.
Prima di coricarsi le era arrivato un messaggio con scritto di farsi trovare sveglia alle 03:00 così la ragazza aspettò.
Non aveva nemmeno un po di sonno ma dovette fingere di dormire.
Alle 03:00 era seduta sul divano con il cellulare in vibrazione ancora carico in mano e spaccato il minuto esso cominciò a vibrare
"Pronto" sussurrò alla cornetta
"Ah puntuale come sempre ai nostri randez vous"
la ragazza alzò gli occhi al cielo
"È questo che dovevi dirmi di tanto importante?"
La ragazza lo smontò in partenza. Dalľ altra parte una risata.
Ma non una risata normale... una risata interrotta, grave... una risata malata.
In quel momento qualcosa in lei scattò. Forse era spirito di compassione.
"Matt lo sai che posso aiutarti. Conosco tanti dottori e psicologi che"
"TACI PUTTANA" urlò con voce esasperata così forte che per un attimo la ragazza temette che potesse svegliare Sebastian
"Non la voglio la tua compassione"
Evidentemente Persia aveva toccato un tasto dolente e dato che ľ esperienza è maestra Persia sapeva bene che farlo innervosire in un momento simile non era la migliore delle opzioni.
Provò a recuperare il recuperabile
"Ok ok scusa. Non volevo farti arrabbiare. Ti prego però dimmi cosa vuoi"
Provò a bluffare
"Lo sai che in fondo io voglio solo il tuo bene"
mormorò con voce dolce.
Per un attimo si fece il silenzio in cui si decise tutto
"D.davvero?"
Le chiese Matt abbassando la voce speranzosa.
Il pesce aveva abboccato
"Certo. Credi che per tutti questi anni io non ti abbia pensato? Ho passato dei periodi bui in cui ľ unica cosa che volevo era averti accanto a consolarmi"
"Tu menti. Hai occhi solo per quel Sebastian"
La ragazza si alzò in piedi di scatto come se il ragazzo che da un po stava cercando di intortare fosse lì con lei
"Non è vero e lo sai. Sebastian era solo un modo per distrarmi, un passatempo. Ma ľ unico che voglio sei tu. Lo sei sempre stato. Lascia solo che ti aiuti"
ribattè sempre più convinta
"E come? Ora sono un ricercato nazionale. Nulla mi può salvare"
"Dimmi solo cosa vuoi che faccia. Se ti va possiamo vederci. Basta un nulla per tornare quelli che eravamo. Parlerò io con la polizia"
Ce ľ aveva in pugno, era così vicina a tendergli una trappola.
Bastava che lui rispondesse ed era fatta
"Persia!"
La voce confusa di Sebastian la fece sobbalzare
"Che stai dicendo? È Matt?!" ovviamente aveva sentito tutta la conversazione ed ora la guardava solo con enorme delusione e tristezza mista a sorpresa.
Il ragazzo non potè credere alle sue orecchie.
La ragazza non staccò mai il telefono dalľ orecchio.
Anche il tono di Matt cambiò. Sembrava spaventato
"Amore ora devo andare ma mi rifarò vivo io. Ciao"
e mise giù.
Persia si fiondò verso Sebastian che però la scansò facendo il giro della sala per arrivare dalľ altra parte
"Quindi è questo che sono io eh? Una distrazione?"
"Sebastian tu non capisci!"
"Cosa non capisco? Quando vengo preso un giro? A me sembra il contrario"Persia riuscì ad aggrapparsi al suo braccio ma ciò che ne comportò non piacque a nessuno dei due. Non era cattiveria ma istinto ciò che mosse il braccio di Sebastian. Lo agitò nel tentativo di allontanarla colpendola però nelľ occhio e facendola cadere atterra. Ovviamente non voleva farle del male ma la sua forza non riuscì a controllarla.
La rabbia lo aveva accecato e, quando tornò lucido, davanti a lui, attaccata al muro e rannicchiata, Persia si teneva la mano tra le cui dita scorreva un rivolo di sangue.
Sebastian guardò la sua mano accorgendosi di averla colpita con la mano che indossava un massiccio anello.
"Cosa ho fatto?"
Mormorò tra se e se avvicinandosi alla ragazza.
La vide tremante ma non aveva paura.
Si accovacciò accanto a lei non sapendo dove mettere le mani
"Persia scusa, io non volevo. È stato un errore..." in un attimo tutta la conversazione, tutto il litigio e la furia svanirono davanti a quella scena che gli strinse il cuore.
"...asta"
ricevette solo come risposta
"Basta Sebastian. Allontanati da me"
"Allontanati o chiamo la sicurezza!" Esclamò quasi urlando. Aveva alzato il volto macchiato di sangue e gli occhi ora apparivano spenti e privi di luce ma allo stesso tempo iracondi ed iniettati di rabbia allo stato puro.
Sebastian le diede lo spazio per alzarsi barcollante ed andare verso il bagno.
Si scansò come se fosse fuoco lasciandola passare.
Per terra tutte macchie color cremisi, proprio come il colore che tinse quella pelle così delicata.
Doveva comunque assicurarsi che stesse bene
"Persia, perfavore, se c'è qualcosa che posso fare per rimediare io..."
Non si mosse da dov'era.
La vide uscire dal bagno con il viso rigato dalle lacrime che sostituivano un sangue ormai lavato via da una ferita ora coperta da un cerotto.
E non fece nulla neanche quando prese il giacchetto ed il cellulare per uscire, nonostante andasse totalmente contro i vari ordini della polizia.
Ľ ultima volta che la vide quella notte fu propria sulla soglia di quella porta.
"Sai una cosa? Credevo che tu fossi diverso da lui invece ancora una volta è stato un mio errore. Non sei mai stato una distrazione ma cercavo un modo di tendergli una trappola. Che posso dire, ero disperata"
fece due passi verso di lui guardandolo con sguardo sprezzante
" Perchè il ragazzo che credevo mi amasse ed amavo e per cui ero pronta anche ad espormi è stato minacciato dal mio ex.
Quindi scusa se a te ci ho tenuto un po troppo" e per ultimo ormai sulla soglia
"Non capisci nemmeno quando qualcuno cerca di dimostrarti il suo amore"
Non la vide per tutta la notte, non ebbe più sue notize.
La vide sparire dal giardino sul retro come una fuggiasca e venire ingoiata, poco a poco, nella notte. Appena nè smarrì la sagoma una forte rabbia verso se stesso si impossessò di lui portandolo a colpire la finestra e così facendo rompendola. Adesso anche lui era vicino a lei, in qualche modo, con tutto quel sangue che colava sul pavimento, andando a tingere i suoi capelli quando ci immerse le mani.
"Ma che cazzo mi è preso?"
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Un amore color Manhattan| Sebastian Stan
Romantizm"Quindi...parlami di questo Sebastian" Sam ricominciò la conversazione dopo due minuti di silenzio studiando eventuali reazioni delľ amica. Persia fece spallucce tenendo lo sguardo basso sulla verdura che stava preparando con cura "cosa vuoi che ti...