4.

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Cosa c'è di così sbagliato in me?

Per quale assurdo motivo non posso avere un minimo di tranquillità anche io?

Perché, ancora una volta devo dare ragione a mia madre?
Ma quello che più mi fa stare così, non è tanto il fatto di dover dare ragione a mia madre, ma lo schifo che sta salendo su dal mio stomaco, il dolore che, nonostante tutto, sto provando, viene su con la forza di un demone sconquassandomi l'anima e facendomi rimettere tutto.

Antonio si avvicina a me cercando di tenermi alzati i capelli, e provo ancora più schifo mentre lo fa, ma non riesco a reagire e a respingerlo.

Quando finalmente mi libero di tutto, corro verso il lavello per sciacquarmi la bocca, scostando Antonio da me, e quando sono capace di guardarlo in faccia, ecco l'altra Mia, quella pericolosa.

<Brutto figlio di puttana> gli urlo andandogli incontro.

<Che grandissimo pezzo di merda, schifoso,bugiardo.
Questo è il tuo modo di amarmi?>
Gli indico Anna che sta in intimo con la testa bassa.

<La tua testimone schifoso, la ragazza di tuo cugino.
Dio che schifo.> gli urlo mentre comincio a tirami i capelli, ma mi fermo non è me che devo colpire.

Mi avvicino a lei mentre Antonio cerca di fermarmi, ma uno schiaffo in pieno viso lo blocca sul posto.

<Non ti avvicinare, non mi devi nemmeno sfiorare.>

Prendo Anna e la sbatto contro la parete.

<Sapevo cosa eri ed ora ho la conferma.>

<Non sono una puttana.> mi urla lei, mentre le mollo uno schiaffo che la fa rimanere zitta.

<Non ho pensato fossi una puttana, perché quelle poverette sono costrette ad esserlo, per cause che noi nemmeno immaginiamo.
No Anna, non sei una puttana, ma solo una lurida troia che si accontenta degli scarti.
Sei una cagna rognosa che aspetta gli avanzi.>

Non riesce nemmeno a rispondermi e così la prendo per  i capelli e la trascino fino alla porta spingendola sul pianerottolo.
La sento pregarmi di ridarle i vestiti, ma non lo faccio e ritorno da quel verme schifoso.

< E sei un uomo tu?
Non hai nemmeno provato a difendere la tua amica.
Che schifo che fai.
Da quanto?> resta col viso basso senza rispondermi e la cosa mi fa incazzare ancora di più.

<Ho chiesto da quanto va avanti questa storia?> gli urlo avvicinandomi a lui.

<Da tre mesi.>

Mi passo le mani sui capelli, mentre cerco di rimanere  lucida, ma non ci riesco.

Prendo il vaso che sta sul mobile all'ingresso e lo lancio sul tavolo della cucina, vicino a lui.

<Che cazzo sei impazzita?>

<Tu non hai mai visto una pazza> gli urlo lanciando su di lui tutto ciò che mi capita sotto tiro.

<Venivi a letto con me, mi hai chiesto di sposarti, e mentre io litigavo con la mia famiglia per te , tu ti scopavi quella grandissima troia, a casa mia, sul mio letto.
Dio mio è la compagna di Dario,tuo cugino.
Ma che cazzo di uomo sei?>

<Senti Mia...>

<No caro mio, ascolta tu.
Esci fuori e subito da questa casa.>

<È casa mia.>

<Casa tua un cazzo esci fuori ora, oppure ti assicuro che non eviterò di prenderti mentre ti lancio questa.> dico alzando la piantana verso lui.

<Esci ora.> credo che mi abbiano sentito pure dall'altra parte della città.

Forse si è reso conto che rimanere, non sarebbe stata la scelta giusta, e senza dargli il tempo di recuperare le sue cose, gli chiudo la porta alle spalle.

Finalmente sola, scivolo lungo la porta, mentre le lacrime vengono giù stile rapide dell'Alcantara.

Non ci posso credere.
Che cazzo avevo negli occhi,per non accorgermi dello schifo che il mio uomo faceva alle mie spalle.
Cosa ho fatto per meritarmi pure questo?
Forse sono troppo stupida ed ingenua per capire le persone, o forse ero troppo presa dalla lotta con mia madre per notare cosa succedeva.

Cerco di ragionare, ma purtroppo non è nella mia natura, sono sempre stata istintiva, e quella parte ha ormai preso il sopravvento.

Tiro fuori il mio telefono e cerco sulla rubrica il numero di Dario.

<Ehi ciao Mia.>

<Ciao Dario, scusa se ti chiamo e ti disturbo, ma devo dirti una cosa.>

<È successo qualcosa con Antonio?>

<Devi venire a riprendere tuo cugino e la tua compagna.>

<Cazzo Mia che succede?>

<Forse te lo diranno loro.
Ciao Dario.>

Mentre lui continua a parlare, stacco la telefonata.

Mi guardo intorno e penso che rimanere qui non ha più senso, prendo il mio telefono e le chiavi di quel maledetto e torno giù, sento le voci di Antonio ed Anna, ma senza badare a loro salgo in macchina.

Mi fermo un attimo...
Non posso andarmene così e lasciare che si godano le mie cose, quindi sistemo la macchina bene e risalgo su.
Ma nell'androne, Antonio mi ferma bloccandomi per le braccia, sbattendomi alla parete.

<Ridalle almeno i vestiti, non può camminare nuda per strada.>

<Non mi devi toccare.> gli dico a denti stretti e spingendolo via da me.

<Stai tranquillo, sta arrivando Dario...>

<Sei una stronza.>

<Si amore mio, ma non hai ancora visto niente.>gli rispondo sarcasticamente allontanandolo da me.
Faccio le scale, visto che l'ascensore era occupato, e arrivo a casa.

Faccio le scale, visto che l'ascensore era occupato, e arrivo a casa

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Dò così sfogo a tutto.
Distruggo tutto, cominciando con gli specchi e me ne frego se si dice che porta male, questa era casa mia, le mie cose e non permetterò che quel porco ne possa usufruire.

Presa da questi pensieri, mi ritrovo con la forbice in mano a distruggere cuscini, materassi, del divano non resta più nulla, i mobili e le pareti interamente rovinati.

Niente che si possa più salvare, anche lavatrice e frigorifero fanno una brutta fine, ma non mi frega se ho speso soldi per riuscire ad avere queste cose, mi riprenderò la mia parte, ma se ha intenzione di tornare qui, deve ricominciare tutto da capo.

Quando mi sento pienamente soddisfatta, mi guardo intorno, un enorme caos regna, ma è tutto da buttare, finalmente stanca prendo chiudo la porta lasciando dentro le chiavi dello stronzo, per entrare dovrà rompere pure quella e scendo giù.

Non mi frega della gente che mi guarda male, e nemmeno delle urla di Dario con quei due.

Da oggi penserò solo a me stessa, tornerò ad essere quella che si divertiva con poco e senza un uomo vicino, senza la mia famiglia vicino, e lontano dalla mia città, perché non voglio più restare qui, sotto lo sguardo vigile ed indagatorio della gente.

Voglio solo vivere.



Scusate se ci sono errori, ma non ho riletto, era già pronto.
Baci❤






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