18.

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<Cosa vuoi dire?
Alessio torna immediatamente qui e dimmi cosa cazzo vuoi dire!>

Urlo cercando di raggiungerlo ma mio fratello mi tiene ferma sul posto mentre quel bastardo alza la mano in cenno di saluto.

<Ficcatela su per il culo quella dannata mano.>

Cerco di divincolarmi dalla presa ferrea di Giacomo, ma nulla da fare,
Alessio va via senza darmi spiegazioni.

<Cosa voleva dire?
Giacomo cosa cazzo voleva dire?>

Comincio a piangere mentre prendo a pugni il suo petto.

<Stai tranquilla Mia, risolveremo tutto ma devi stare tranquilla.
Saliamo a casa e ne parliamo con calma.>

Lo spingo via da me ed urlo.

<Calma? Come cazzo faccio a stare calma?
Dimmi come.
Quel farabutto vuole togliermi la bambina, e quella serpe lo appoggerà e tu mi dici stare calma.>

Cerco di respirare e calmarmi, devo farlo per Nora, ma appena penso che posso svegliarmi domani, senza mia figlia, mi sale l'angoscia.

< Mi serve un avvocato e subito pure.
Devo capire come muovermi e come proteggermi da quello stronzo.> dico passandomi le mani sul viso, e sono sicura che se lo faccio ancora una volta, sarei capace di tirarmi via la pelle.

< Mia, ascoltami tesoro.
Non sei sola, hai la tua famiglia vicino e non ti lasceremo sola a combattere questa guerra.
Saliamo a casa e ne parliamo con calma.> mi suggerisce mia mamma che prontamente abbraccio.

Ha ragione, devo stare tranquilla, nessun giudice sano di mente mi toglierebbe la bambina.

<Scusate se mi intromettono.> a parlare è il signore che, insieme a sua moglie, mi sta dando il suo enorme sostegno morale.

<Scusatemi, non vi ho nemmeno ringraziato stamattina...> ma mi interrompe.

<Non fa nulla, sappiamo chi sei.
Volevo solo avvisarti che sono un avvocato e che se posso, ti aiuterò volentieri.>

<Che ne dite di salire tutti a casa e magari parlarne davanti a delle belle focacce?
Per te ci sono problemi Mia?>
Suggerisce mio fratello cercando di alleggerire l'aria.

<Assolutamente, ho bisogno di consigli legali.>

<Saliamo volentieri dopo> dice sua moglie.

<La prego...>

<Carla, mi chiamo Carla.
Lui è mio marito Giovanni e mio figlio Tommaso e dammi del tuo, che altrimenti mi fai sentire vecchia.>

<Ti prego Carla, venite su da noi sarà anche un modo per potervi ringraziare come si deve.>

Finalmente riusciamo a metterci d'accordo e saliamo tutti a casa.
Chiedo a Francesca se vuole andare a prendere Adri per poter fare giocare i bambini e lei non se lo lascia ripetere due volte, e così nel giro di dieci minuti ci ritroviamo tutti intorno alla tavola a ridere e scherzare, o meglio provo a restare tranquilla, ma i pensieri corrono alle parole di Alessio e non ce la faccio proprio.

Vorrei solo essere sicura di non commettere nessuna stupidaggine, vorrei essere capace di difendere mia figlia più di quanto già non faccia, voglio solo poter dormire tranquillamente la notte, senza pensare sempre al peggio, ma so che questi pensieri mi divoreranno.

Quando finiamo di mangiare, Milena si offre di addormentare i bambini, e prima che cominciamo a parlare con l'avvocato Giovanni, Milena è già seduta vicino a mio fratello ed i bambini dormono beati, insieme, nel mio letto.

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