Epilogo.

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2 anni dopo.

Dopo una giornata di lavoro e palestra, sono finalmente a casa a cercare di rilassarmi dentro la vasca, mentre i bambini fanno un grandissimo baccano nell'altra camera.
Ma non mi preoccupo, ci sta mia madre con mio fratello, quindi mi rilasso, sistemo gli auricolari e faccio partire la musica.

Dopo quel maledetto giorno le cose non sono sempre andate bene.
Nora aveva paura di uscire pure da casa, non voleva più andare a scuola, si spaventava che qualcuno la prendesse e portasse via con la forza, abbiamo passato un anno così, tra terapie da uno psicologo e notti in bianco per via dei suoi incubi.
Fortunatamente, quando Domenico la salvò, riuscì a coprirle il volto e a non farle vedere nulla, ma sapeva benissimo cosa fosse successo, poi come per magia, un giorno, finirono tutte cose.
Certo, mi preoccupai, ma poi capì.
Nora è mia figlia e, fortunatamente, ha preso il mio carattere, è riuscita a superare tutto da sola, perché sapeva che sarebbe "servita", effettivamente è così, mi aiuta tantissimo.
La mia topolina.

Spero solo non abbia la mia stessa stella in amore, perché non riuscirei a vederla soffrire, almeno non come ho fatto io.
Sono stata male, e certe volte avrei voluto prendere il telefono e chiamarlo, sapere come stava, se anche lui mi pensava come facevo io.
Ma non l'ho mai fatto, non volevo ritornare sui miei passi.

Lui mi ha sempre cercata, mentre io evitavo in tutti i modi di incrociarlo, se capitava, cambiavo pure strada.
Un giorno che Nora era tranquilla, con il suo permesso, decisi di andare al bar con Francesca.
Stavamo parlando del più e del meno, visto che il discorso Alessio, dopo aver sbrigato tutti i documenti, era un discorso morto con lui, quando vidi arrivare Domenico.
L'uscita era solo una, ma prendere quella significava scontrarmi con lui e non volevo, così son saltata dal finestrone dell'area fumatori, correndo per strada.

Non mi ha visto nessuno?
Come se potessi avere queste fortune.
Anche Domenico si era accorto del mio salto da campione olimpico, si fa per dire visto che mi sono spiaccicata al marciapiede.
Ancora oggi sorrido per quel gesto, ma non avevo altra scelta, vederlo mi faceva male, le sue parole sapevano colpire e non volevo che capisse come stavo di merda senza di lui.

Una mattina che mia madre e mio fratello erano liberi, potevano occuparsi di Nora ed io decisi di scendere in spiaggia, anche quel posto era divantato una tortura per me.
Ma capì che per andare avanti e superare tutto dovevo parlare con lui, dovevo liberarmi di tutti quei pensieri e quelle parole che non mi facevano stare bene, ma lui aveva avuto la mia stessa pensata.
Era venuto lì.

Mi raccontó tutto, senza tralasciare nemmeno i messaggi che si erano mandati in privato.
Non erano nulla di particolare, ma poi mi disse che certe volte aspettava quei messaggi, anche se erano le cinque del mattino.
Come potevo fidarmi ancora di lui?
Se avessi deciso di ricominciare con lui e fosse risuccesso un'altra volta?
E quella spiaggia che ci aveva visti nascere insieme, fu testimone anche della nostra fine.
Io quel giorno sono morta, senza sapere che stavo rinascendo più forte.

Sono costretta a fermare i miei pensieri e anche la musica, perché il mio telefono squilla.

<Non riesci a stare senza sentirmi? >
Dico sorridendo, dopo aver visto chi stava chiamando.

<Effettivamente è così.
A che punto siete amore? >

<Io sono ancora dentro la vasca... >
Sono costretta a fermarmi perché dall'altra parte si sentono urla e qualcosa che si frantuma al suolo.

Mi alzo di scatto, ma mi calmo quando  sento mia madre richiamare mio fratello.

<Tutto bene amore? >

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