36.

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Non ci posso credere.
Mentre calde lacrime cadono dai miei occhi, lui mi sta tenendo stretta, come se potessi scappare da un momento all'altro, ma non c'è nessun altro posto dove  vorrei essere se non con lui vicino.
Nemmeno la voce di mia figlia riesce a farmi staccare da lui che sto respirando a pieni polmoni, come se per tutto questo tempo fossi stata in apnea.

Mi scosto leggermente solo per poter guardare dentro i suoi pozzi scuri, per riuscire a capire che non è un bellissimo sogno ma la pura realtà.
Nulla di diverso in lui, nel suo modo di guardarmi e di riuscire a parlarmi senza bisogno di nessuna parola.
È il mio Domenico.

Dei leggeri colpi di tosse mi riportano alla realtà e quando mi giro sono andati tutti via, tranne Francesca.

<Sei stata all'aeroporto per prendere lui.
Oh grazie Fra.> dico avvicinandomi a lei che mette le mani avanti come se non volesse essere abbracciata da me, infatti.

<Per oggi abbiamo dato il nostro spettacolo non credi?
Mi hai fatto ascoltare quella canzone che mi ha resa sorda, va bene così.>

Ma le sue parole non mi fermano perché sono già su di lei, mentre non finisco di ringraziarla.

<Io non la ringrazio...> stava dicendo Domi prima di essere interrotto da quell'uragano che è Francesca.

<Tu dovresti baciare a terra dove cammino, col cazzo che ti vengo a prendere la prossima volta.
Anzi credo non ci sarà una prossima volta, se solo ti rischi a fare del male a Mia.>

<Mi hai lasciato un'ora fuori ad aspettare, ti sembra normale?>

<Troppo poco è stato, avessi potuto ti avrei lasciato fino a domani mattina.
Comunque...> dice rivolgendosi a me
<Ci vediamo o devo aspettare tre giorni prima che tu esca da casa?>

<Francesca!>

<Che ho detto? Mica vi guarderete in faccia no?>

<E continua>

<Oh Rosita mia, va bene facciamo che quando puoi, ti fai sentire tu.
E tu, sei stato già avvisato. Mi raccomando, sbaglia e poi vediamo come ti finisce.>

Mi lascia un bacio sulla guancia ed esce lasciandomi sola con Domenico, questo non aspetta nemmeno che Francesca chiuda la porta, che me lo ritrovo ad un centimetro dal mio viso.

<Mi sei mancata da morire> sussurra sulle mia labbra prima di attaccarsi a me come fossi la sua ancora di salvezza, come se dipendesse dai nostri momenti insieme.

Ma non ha capito che è lui la mia salvezza, lui si è accorto di me quando nessuno l'aveva mai fatto.
Sono io che sono diventata dipendente da lui, sono io che devo ringraziarlo per avermi fatto rinascere, sono io che lo amo più di quanto avessi potuto credere possibile.

Mi prende in braccio mentre io mi attacco al suo collo e non  smettiamo di baciarci fino a quando non arriviamo nelle mia camera e mi adagia sul letto sdraiandosi sopra di me.
Tutto è amplificato, i nostri cuori battono all'unisono mentre i nostri corpi sono invasi da brividi dopo il passaggio delle nostre mani.

Tutto è amplificato, i nostri cuori battono all'unisono mentre i nostri corpi sono invasi da brividi dopo il passaggio delle nostre mani

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