35.

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Dopo il nostro rientro a casa sistemo Nora nella sua stanza, mi piazzo sul mio letto e rileggo il messaggio di Domenico.

Quelle parole le ho sentite mie, come se in quel momento fosse stato lì con me.
Sentivo il suo timbro di voce, il suo accento, il suo sguardo ardere su di me, le sue mani ad accarezzarmi e non nascondo che mi ha fatto piacere leggere quelle parole, ma avrei voluto sentirle.

Decido di non rispondere al suo messaggio, colpa di un orgoglio maledetto che mi ritrovo e che avrei voluto non venisse fuori ed accendo la TV, tanto so già per certo che non riuscirò a prendere sonno.
Dopo aver fatto zapping e non aver trovato nulla di interessante, decido di mettere le cuffie e suonare un può con la mia tastiera, visto che la musica è l'unica cosa che riesce a farmi rilassare.
Faccio semplicemente degli accordi e quello che viene fuori è una  vecchia canzone di Kiss me Licia, cartone che vedevo da piccola e che mi faceva sognare ad occhi aperti.

Mi vengono in mente alcuni episodi, atteggiamenti dei protagonisti che allora, facevano innamorare le bambine.
Attacco subito la connessione nel mio telefonino e provo a cercare la canzone che suonavo  e  che trovo subito.
L'ascolto una, due e tre volte fino a quando ritorno alla tastiera eseguendola alla perfezione.

E così passo la mia nottata, suonando, canticchiando e guardando vecchi episodi di un cartone animato che, sento mio come non mai.
La mattina seguente mi sento bene, nonostante il poco sonno, ed essendo Domenica, ho intenzione di rimanere a casa tranquilla e far conoscere a Nora quella che è stata la mia infanzia, quindi faccio colazione col mio solito caffè aspettando che si faccia un orario decente per riprodurre la canzone imparata, al pianoforte.

Solo che qualcuno non conosce gli orari domenicali e si attacca al citofono svegliando pure i vicini.
È Francesca, che entra come una furia e senza salutare, si precipita in cucina versando del caffè in una tazza.
Appena finisce di berlo, mi guarda.

<Buongiorno brutta stronza.>

<Buon...>

<Stai zitta che oggi è buongiorno un cazzo.
Io aspetto ancora te, ieri mi hai detto che mi avresti fatto sapere.
Sai cosa mi hai fatto sapere? Un bel cazzo!
Adesso tu ti siedi qui, comoda e racconti tutto senza tralasciare nulla hai capito?
Perché stamattina mi sono alzata prestissimo, ho preso solo un caffè fuori, che faceva pure schifo ed ora sto nervosa.
Tutto per colpa di questa stronza che mi ritrovo come amica.
Quindi siediti e spiega.>

Rimango leggermente sconvolta.
Conosco Francesca e so che, se non ha la dose giusta di caffeina in circolo, comincia a dare i numeri e non riesco a seguirla, ma chi le dice che non ho capito nulla?
Mi sbranerebbe.
Oh, che qualcuno mi aiuti!

<Buongiorno Fra, ti trovo proprio  bene oggi.>

<Hai finito? Quanto tempo vuoi per raccontare?>

<Cosa?>

Si mette in ginocchio facendo finta di pregare.

<Oh Rosita, dammi la forza di non commettere un omicidio oggi.
Ma che cazzo hai fumato? E perché non mi hai chiamata? Sarei venuta volentieri!>

Si alza  da terra venendo verso di me e mi spinge a sedermi su una sedia, poi ne avvicina un'altra e si piazza proprio davanti, senza darmi la possibilità di potermi muovere nemmeno di un millimetro.

<Non è successo nulla Fra.
La serata è stata abbastanza tranquilla.
Nora si è divertita ed Alessio si è comportato bene.>

<Bene? Che vuol dire bene?
Bene come amico, bene che ti ha fatto stare bene, che cazzo vuol dire bene?>

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