21.

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Sono tutti andati via mentre io e mio fratello ci troviamo nel salone a parlare del più e del meno, quando suona il citofono, e non nego che il cuore potrebbe schizzarmi fuori come un siluro per lo spavento.

<Stai tranquilla Mia, non verrà a rompere, ne sono sicuro.>
dice avviandosi ad aprire il portone, prima di essersi accertato di sapere chi è.

<Vorrei avere la tua sicurezza Giacomo, ma lo conosco e so che non tarderà a fare la sua entrata trionfale.
Spero solo che Nora non sia presente.>

<Fino a quando sarai con qualcuno, non potrà toccarti.>

<Che bella consolazione> gli urlo.

Quando mio fratello apre la porta, sento Francesca e la sua risata sguaiata, ma non riesco a capire con chi sta parlando.

Mi alzo dal divano, curiosa di sapere con chi è, e quando riconosco la voce di Domenico, ritorno di corsa a sdraiarmi nel divano, facendo finta di guardare il mio telefono.

Non riesco a spiegare, è una sensazione che non ho mai provato, uno strano peso sullo stomaco, che quasi mi fa mancare il fiato, il cuore che perde qualche battito, come se mi desse fastidio qualcosa.

E quando entrano, tutto viene amplificato, ma non so cosa sia, non riesco proprio a capirlo.

Non mi sono mai sentita così e non ho mai avuto l'istinto di prendere a calci Fra, ma in questo momento non la sto tollerando, e vederla entrare insieme a quello, mi irrita, e non poco.

<Ciao tesoro.> mi dice mentre si avvicina per lasciarmi il consueto bacio sulla guancia, ma mi alzo prima che lei possa avvicinarsi a me.

<Ciao.> le rispondo e anche male.

Mi guarda senza dire nulla, ma vedo che ci resta male, e vedo mio fratello e Domenico che hanno la stessa espressione, con le sopracciglia che quei sfiorano l'attaccatura dei capelli.

<Scusami Francesca, ma sono troppo nervosa.>

< Ma quando mai non lo sei.>

<Che vorresti dire?>

<Nulla Mia, lascia perdere.> dice posando la borsa sul divano.

< No, ora tu mi spieghi cosa volevi dire.
Perché da come hai risposto sembra che io mi sia comportata sempre così.>

<Senti non so che problemi ti affliggono> mi mima con le mani
< ma dono amica tua, e se dopo tutti questi anni non l'hai ancora capito, beh si vede che non sono amica per te.>

<Ma di che cazzo stai parlando.
Mi hai detto che sono sempre così scontrosa, quando non è affatto vero.
Scusami tanto se sto passando un periodo di merda, scusami tanto se il mio matrimonio è andato a fanculo e scusami se mi preoccupo di salvarmi il culo.>

< Non parlo di questo.
Cristo Mia mi fai davvero così stupida?
Pensi non sappia cosa stai passando?
Io ho capito cosa hai, ma forse non l'hai capito nemmeno tu.>

<Senti Francesca, non sono in vena di fare i tuoi giochetti psicologici, non ho dormito, ho passato la nottata in ospedale, non c'è un solo punto del mio corpo che non mi faccia male, e non ho intenzione di farmi scoppiare pure un grandissimo mal di testa...>

<Ok Mia, adesso stiamo esagerando.> dice mio fratello

< Bene, allora sei pregato di andartene anche tu.
Dovete uscire tutti da qui e lasciarmi sola.>

<Ascolta Mia...>

<No.
Ascolta tu, non ti conosco e non ho nemmeno la voglia di farlo.
Non voglio nessuno che mi dica cosa devo o non devo fare, ed ora pure pensare.
Quindi vai a fare quello che sei venuto a fare qui.
Anzi andatevene tutti.>
dico urlando l'ultima frase e lanciando il mio telefono che finisce su una cornice che ritrae una vecchia foto con Alessio.

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