12.

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Quanto può essere vigliacca la gente?

Alessio mi strattona per farmi uscire dalla macchina, ed tanta la paura che comincio ad urlare, ma nessuno che si affaccia dai balconi, e se lo fanno entrano subito,un'altra volta.
Qualcuno cambia pure strada pur di non intromettersi.

Ancora una volta sola e contro la sua furia.
Non riesco nemmeno ad urlare, guardo solo quello che una volta era Alessio, adesso è solo un mostro.

Le sue mani sulle mie spalle, mentre mi strattona, sembrano essere infinite lame, e comincio a pensare a ciò che ero prima che questa città mi sottomettesse, penso alla mia bambina e a cosa penserebbe se mi vedesse così, a mia madre e ai suoi compromessi del cazzo.

Si, proprio così, perché nella vita puoi decidere di accettare tutto, ma una "Donna" non può  accettare di essere trattata così.

Io non posso e, soprattutto, non voglio più essere trattata così.

Riesco a  liberarmi dalla sua presa e a spingerlo lontano da me.

<Che cazzo ti prende?> urlo sempre più forte.
<Qualunque scusa ormai per te, è un motivo per alzare le mani su di me?>

<Dove cazzo sei stata?> dice avvicinandosi.

<E c'è bisogno di fare così?
Sei un animale diventato e se prima ti giustificavo, adesso mi viene difficile farlo.>

Si avvicina  sempre di più verso di me e riesce a tirarmi un pugno, facendo riaprire la ferita che aveva smesso di sanguinare.

Il dolore è troppo, tanto che resto con la mano poggiata sopra mentre mi accascio a terra, ma non gliela darò vinta, non mi farò più vedere debole, ne da lui ne da nessun altro.

Riesco ad alzarmi e a guardarlo , capace pure di trattenere le lacrime

<Ti senti più forte così?> gli urlo

Si avvicina con un solo
passo, tirandomi per i lacci della felpa.

<Tu non hai nessun diritto di parlare.> mi urla e sbattendomi al cancello.

<Io ti faccio vivere da regina, resti a casa e fai ciò che vuoi, ed è così che mi ripaghi?
Andando in giro a fare la puttana?>

Mi sbatte un'altra volta al cancello, sento dolore ovunque, ma non ho più intenzione di cedere.

<Tu mi fai vivere da regina?
Davvero?
Tu nemmeno sai cosa dici.
Io sono una reclusa, forse per la gente ottusa faccio la regina, ma non sanno che vivo in una gabbia, da schiava.
Darei volentieri ad altri, gli ultimi anni passati con te e poi vediamo se continueranno a dire che sono...>

Non mi fa finire di parlare, mette la sua mano sulla mia bocca, facendomi fare fatica anche a respirare.

Provo a staccare la sua mano, ma è troppo forte.

<Sei una ingrata.
Dovevo dare ascolto a mia madre e lasciarti anni fa.
Forse ha ragione quando pensa che  Nora non è nemmeno mia figlia.>

Questo è troppo.
Possono toccare me come e quando vogliono, ma mia figlia no.

Riesco a liberarmi e ad allontanarmi.

<Sei un grandissimo stronzo e per tua madre non ci stanno sostantivi che la possano definire.
Vattene, vattene da tua madre e fattela scegliere da lei una che sia alla vostra altezza.>mimo con le mani.

So che queste mie parole mi daranno il colpo di grazia, che non tarda ad arrivare.

Si getta su di me e finiamo a terra entrambi, mentre mi tira i capelli con una mano e con l'altra mi riempie il viso di schiaffi.

<Non devi nominare mia madre> mi ringhia mentre continua a schiaffeggiare il mio viso che comincia pure a bruciare.

<Io nomino chi voglio e come voglio.> e fatico a dirlo ma non mi fermo.
< Torna da lei e nasconditi sotto la sua sottana, perché solo questo puoi fare.>

<Io ti ammazzo> e porta le mani sul mio collo, ma non ha il tempo di stringere.

Qualcuno lo tira via da me, il ché lo rende ancora più aggressivo, mentre una donna mi aiuta ad alzarmi.
Forse qualcuno che si salva in questo posto c'è.

<Stai bene?>
Mi chiede la donna,  aiutandomi ad alzarmi mentre io continuo a guardare mio marito, che adesso viene trattenuto da tre uomini, mentre tutto intorno a noi è un vociferare fastidioso di tutta quella gente che, fino a due secondi prima, ha fatto finta di non vedere ne sentire.

<Ehi, stai bene?>

Mi volto verso quella donna che mi ha salvata e abbasso la testa un modo affermativo, mentre con un fazzoletto di stoffa, mi tampona sulle ferite che sanguinano.

<Lasciatemi, è mia moglie.
Mia diglielo.>

Scosto la signora da me, chiedendole subito scusa e mi avvicino ad Alessio.

<Ero tua moglie. Adesso non sono più nessuno per te.
Mi stavi ammazzando solo perché non ero a casa, solo perché stamattina non sono tornata prima di te.
Mi hai detto che sono una puttana, ma la cosa più grave, quella che mi ha fatto finalmente aprire gli occhi, sono i tuoi pensieri su Nora, tua figlia.
Quindi no Alessio, non sono più tua moglie.
Guardami bene, ricordati del mio viso tumefatto, perché non mi vedrai mai più.>

<Che cazzo stai dicendo Mia?
Che cazzo stai dicendo?> urla mentre cerca di liberarsi da quelli che lo tengono, e ci riesce,ma qualcuno ha chiamato i carabinieri ed uno di loro riesce a bloccarlo per le spalle trascinandolo fino alla volante, lontano da me.

L'altro appuntato credo, si avvicina a me.

<Sta bene signora?>

Mi volto verso di lui, dando le spalle a tutti e cominciando a piangere, mentre con le mani che mi tremano provo ad aprire il portone.
Voglio nascondermi, per evitare tutti quegli sguardi su di me.
Ma non ci riesco, e per ben due volte, ogni mio tentativo di scappare dalle urla di Alessio e dagli sguardi che anche adesso, mi giudicano, fallisce e scoppio.

<Che cazzo avete da guardare?
Cosa cazzo avete da guardare, adesso?
Quando ho chiesto aiuto vi siete voltati dall'altra parte ed ora?
E lei se ne torni dentro, prima l'ha fatto no? Lo faccia pure adesso.
Fatelo tutti visto che è la cosa che vi riesce meglio e non  permettetevi di mummuriari perché io ho finito di rimanere zitta ed educata.>

Riescono a portarmi dentro l'androne della palazzina in cui abito, finalmente lontana da tutti.

Lo so che sono in ritardo, ma proprio non viene fuori questa storia, forse perché sono presa da tantissime altre cose😩😩😩😩.
Chiedo scusa per gli errori e chiedo scusa se avevo detto che sarebbe stata una storia tranquilla, ma proprio non è da me.
Vi chiedo solo un po di pazienza in più,il tempo che mi riprendo e proverò a scrivere di più.
Buonanotte, baci Chiara❤.

*Mummuriari= sparlare sotto voce...

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