IV

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M A U D E

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M A U D E

Puntai lo sguardo al di là della balaustra, oltre le mie scarpe da ginnastica appoggiate al bordo superiore, sugli alberi di pino che stazionavano al di là dei palazzi. Il sole rischiarava i rami più esterni, disciogliendo il verde della piante del minuscolo balconcino in una grande varietà di incantevoli sfumature; sfogliai l'ennesima pagina del libro che tenevo in grembo, attenta a non danneggiarne la superficie con la sigaretta che tenevo tra indice e medio. Un urlo acuto giunse dalla sala da pranzo; mi precipitai dentro gettando la sigaretta nel portacenere di vetro, ma portandomi dietro il libro. Mi ritrovai in corridoio con Elena ed Eva davanti ad una delle due porte della sala da pranzo, osservando Victoria che, seduta al tavolo, a sua volta fissava lo schermo acceso.

«Er frontman me 'sta chiama!» L'inconfondibile suoneria dell'iPhone echeggiava nella stanza.

«Beh? Rispondi!» Fece Eva. Entrammo e ci accomodammo ognuna attorno al tavolo.

«Pronto?» Finse un tono normale; ma le tremavano le mani. «Si.» Fece ancora. «Si, certo. Oggi?»

La incoraggiai con lo sguardo. «D'accordo, tra un'ora.» Riagganciò. «Elena riesci a prestarmi la macchina?» Chiese congiungendo le mani a mo' di preghiera. Immaginai che ognuna di noi avesse chiaro lo scenario, ma nessuna si azzardò a proferire parola -il fiato sospeso. «Beh? Non siete contente? Avete ufficialmente davanti a voi 'na rockstar!» Ci lasciammo andare a strepiti di eccitazione, riproducendo l'ennesimo abbraccio di gruppo.

«Quindi? A cosa ti serve la macchina?» Esordì Elena sciogliendo l'abbraccio.

«Mi hanno chiesto d'incontrarci tra un'ora.» Fece spallucce, ma tremando dall'emozione.

«Meufs, dobbiamo assolutamente festeggiare!» Aggiunsi tirando fuori il cellulare dalla tasca. «Riporta la macchina qui entro le 21, andiamo ad una festa, zona Garbatella, organizzata dagli studenti di Roma Tre.» Annunciai euforica.

«Da quando conosci studenti di Roma Tre, tu?» Mi chiese Eva; il mento tra indice e pollice.

«Non ne conosco, infatti.» Ammiccai. «La festa è organizzata dai colleghi del fidanzato della mia collega Laura.» Spiegai infine.

«Bene!» Elena alzò il tono di qualche ottava. «Riportala qui per le 21.» Ripeté. «Un pieno sarebbe, inoltre, davvero gradito.» Sfoggiò un sorriso a trentadue denti consegnandole le chiavi.

«Non mi accompagni?» Victoria si rivolse direttamente a me. Io la guardai torva. «Pensavo volessi rivedere Damiano.» Mi fece una smorfia, poi scoppiò a ridere. Io, invece, mi pietrificai.


Posteggiamo un paio di isolati prima dell'indirizzo indicatomi da Laura, sicure che in prossimità dell'appartamento trovare un posto sarebbe stato poco probabile. Nonostante mancassero ancora circa un cinquecento metri a piedi, era già possibile udire la musica elettronica rimbombare attraverso le finestre. Fui felice di aver indossato delle scarpe comode, sicura di non essere capace a resistere per più di trenta minuti con delle scarpe con il tacco.

Icaro. | Måneskin. | Damiano.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora