I raggi del sole mi colpirono il viso invadenti, mi stropicciai gli occhi e li aprii di colpo, guardai Leonardo, che al mio fianco sonnecchiava in posizione fetale, come un bimbo nel grembo della propria madre. Mi sdraiai sul fianco, osservandolo attentamente. Il suo viso era sereno, la bocca lievemente curvata, i lineamenti dolci e benché fosse il più vecchio del gruppo, mi ricordava un ragazzino. Il mio sguardo ricadde sulle sue labbra carnose, que'e labbra da prenne e bacia' ar sole. Un sorriso nacque spontaneo sul mio volto. Vorrei svegliarme ogni giorno così, lasciarte un caffè caldo sur comodino e guardarte aprì l'occhi d'improvviso, per poi richiudelli e finge de dormì. Scivolai fuori dal letto e mi trascinai in cucina, nessuno all'orizzonte. Classico, pensai. Accesi la macchina del caffè e aprii lo sportello della credenza, presi una tovaglia e la sistemai sul tavolo, poi le stoviglie e le adagia sulla tavola, disponendole infine sulla tovaglia chiara. Presi le padelle e tutto l'occorrente per fare dei pancakes. Poi presi il pane in cassetta, il burro, le marmellate, la nutella e il burro d'arachidi. Presi un piatto e vi adagiai qualche pancakes, ed un paio di fette di pane guarnite con del burro d'arachidi, che adoravo, su un altro. Sistemai il resto sul tavolo. Terminai versando del succo d'arancia. Disposi s'un vassoio le tazze, i piatti e i bicchieri, poi mi diressi in camera, le mani tremanti salde sui manici. Adagiai il vassoio sul bordo del letto e mi sistemai vicino a Leonardo. Gli scostai il ciuffo dalla fronte, sfiorandogli delicatamente la guancia, quando feci per tornare al mio posto, la sua mano corse verso la mia, riportandola sulla sua guancia. "Svegliati, dormiglione. T'ho portato 'a colazione." Aprì lentamente gli occhi, sorridendomi. Si guardò attorno, battendo gli occhi alla luce del sole. Con il braccio avvicinò il mio esile corpo al suo, il mio viso contro il fresco cotone della sua maglia, avvolgendomi in un caldo abbraccio. "Quanta dorcezza stammattina!" Farfugliò. Non lo vedevo, ma sapevo avesse sorriso. "Tu sei sempre così carino co' mme che ho pensato de fallo io 'n gesto carino." Arrossii violentemente. Lello poggiò le labbra sulla mia testa, lasciandovi un leggero bacio, poi si tirò su, prendendo il vassoio e potandoselo in grembo. Mi sistemai al suo fianco. "Ammazza!" Esclamò osservando la colazione. Prese un boccone di pancakes e quasi si strozzò, agguantò il caffè e ne prese un lungo sorso. "Nun te piace?" Mi allarmai. Deglutì nuovamente. "No, no! So' deliziosi!" Accennò un sorriso, che parve più una smorfia. "Buonissimi! Disse masticando a fatica. Ne assaggiai uno, erano stopposissimi. Lellì cosa non faresti pe' famme felice? "So' terribili!" Dissi prendendo un sorso di caffè. Lui mi guardò e scoppiò a ridere. "So' immanggiabbili!" Ridemmo all'unisono. Mi prese il viso tra le mani e mi diede un bacio sulla fronte. "Grazie mille!" Sussurrò contro la mia pelle. "Te va de fare 'n giro in bici?" Propose. Io annuii con veemenza. Te seguirei 'n capo al monno, Lellì, che ancora nun l'hai capito?
Corsi verso la sedia sdraio beige, ormai stinta dal sole, abbassandomi agilmente affinché la spalliera mi coprisse, l'oggetto ingombrante in grembo. Mi guardai attorno attentamente, osservando il resto del gruppo a bordo piscina. Alla mia sinistra, Elena, la più vicina tra i membri del gruppo, giocava a pallavolo con Luca, goffo come pochi. Poco lontano, Ethan leggeva il suo solito libro poco lontano all'ombra dell'ombrellone panna. Lungo il fianco più lungo della piscina, poco lontani dal bordo, Thomas dava lezioni di chitarra a Maude, mentre alla mia destra Eva friggeva al sole cocente del primo pomeriggio. Esattamente di fronte a me Lello e Damiano parlottavano a bordo piscina, intercettai il mio target, mi guardai nuovamente attorno, poi uscii dal mio nascondiglio, puntando la pistola ad acqua sui due ragazzi, aprendo il fuoco. Colpii i due dritti in faccia, tra un'imprecazione e un'altra Damiano riuscì finalmente a scovarmi, uno sguardo omicida sul volto. Mi corse incontro facendo segnale a Leonardo di seguirlo, io schizzai verso Elena, usandola come scudo. "Ma che sta faci?" Esclamò lei disorientata. "Se te prenno, Vittò!" Urlò Damiano. I due apprendisti pallavolisti crearono tra le risate una barriera tra me e i ragazzi. Sfrecciai verso Ethan, che divertito guardava la scena, Lello quasi mi raggiunse, ma fui più veloce. "'N ciavete più l'età arrendeteve!" Risi posizionandomi alle spalle di Thomas e Maude. Damiano e Lello mi raggiunsero. Cercando di scavalcare i due ragazzi appollaiati sull'erba. "Alt! Alt! Ce so li strumenti qua, andate a gioca' da 'n'artra parte!" Rise Thomas. I due si arrestarono immediatamente, convenendo fosse rischioso. "Va bene, va bene!" Entrambi alzarono le mani in segno di resa, come due delinquentelli dinnanzi una pattuglia. Si allontanarono, pensando avessero posto fine al gioco, cosi mi rimisi in posizione eretta, dirigendomi verso il lato destro della piscina. Quando sentii Maude urlare il mio nome. Non feci in tempo a girarmi che le mani di Damiano si erano già serrate attorno alle mie caviglie, mentre contemporaneamente quelle di Lello s'infilarono sotto le mie braccia, prendendomi di forza. I due mi buttarono in aria, provocandomi un urlo, fino a quando il mio corpo non toccò l'acqua gelida. "M'hai preso de petto, piccolé !" Disse Damiano tra le risate, le mani sulle ginocchia, le gambe lievemente flesse. Risalita a galla guardai i due in cagnesco, che nel frattempo se li ridevano. Se ve prenno, pensai. La mia attenzione fu attirata da Maude che in punta di piedi si dirigeva verso i due ragazzi persi tra le risate, ricordandomi il passo felpato e le movenze della Pantera Rosa nell'omonimo cartone animato, portò alle labbra un dito facendomi intendere di non proferire parola. Daje, M! Dagli er ben servito! La ragazza spinse con tutte le forze Lello che cadde in piscina schizzando acqua dappertutto. Tentò di fare lo stesso con Damiano, ma lui fui più veloce, la bloccò in un abbraccio soffocante e tra le proteste si buttò in acqua con lei. Lello tornò a galla, avvicinandosi a me, mi strinse tra le sue braccia cercando invano di baciarmi. "Nun t'o meriti!" Dissi poggiando la mano sulle sue labbra e allontanandolo. Lui si avvinghiò a me portandomi nuovamente giù, dove mi baciò con estrema dolcezza.
Gettai le braccia attorno alla vita di Leonardo, buttandomi a peso morto sul suo corpo, lasciando aderire il mio petto alla sua schiena nuda, il viso contro le sue scapole, su cui lasciai un umido bacio. Leonardo lasciò andare l'utensile che stava utilizzando per girare le bistecche sul barbecue e poggiò la mano sulle mie braccia arroventate dall'afa estiva. Tutt'attorno una fumata cerulea si elevava verso il cielo trasparente. "Cio 'na fame che lèvate!" Sorrisi contro la sua pelle profumata. "Ancora quarche minuto, amore." Lello s'irrigidì di colpo, come se si fosse reso conto troppo tardi delle parole pronunciate. I capelli mi si drizzarono sulla nuca, un brivido percorse la mia spina dorsale. Allargai le braccia, allontanandomi pacatamente dal suo corpo, misurando ogni singolo gesto, come a non voler scatenare una sua reazione, come ci si muove in presenza di un enorme felide. Mi sedetti sul ripiano di fianco a lui, accennando un sorriso. Puntai lo sguardo su Damiano che poco lontano, appoggiato ad un muretto, fumava in solitaria. Guardava il vuoto, portando meccanicamente la sigaretta alle labbra. Poi cercai con lo sguardo Maude, che all'altro capo della veranda, apparecchiava tra le risate in compagnia di Eva e Thomas. Tornai su Damiano. "Sai che sta succede'?" Mi chiese Lello puntando lo sguardo nella mia stessa direzione. "E' tutta 'a mattina che sta così. 'Na sigaretta dopo l'artra, nemmeno 'na parola." Scosse la testa concentrandosi sulla carne sul fuoco. "Hanno litigato?" Chiese ancora. Li guardai più attentamente, facendo saettare lo sguardo da un soggetto all'altro. "Nun che io sappia." Dissi onestamente. Lello dispose le bistecche sul vassoio con fare meticoloso. "'Ce pensamo dopo, 'nnamo a magna'!" Sorrise. "D'accordo, amore." Dissi scendendo dal ripiano. Lui s'irrigidì di colpo, poi intrecciò la mano alla mia, rivolgendomi un sorriso sornione.
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Icaro. | Måneskin. | Damiano.
FanfictionPer quel paio d'ali d'oro avremmo pagato tutto l'oro al mondo. Per quel traguardo, saremmo disposti a fare di tutto. Una musica che mi brucia nelle vene come sale grosso sulla lingua. Un fuoco. Una malattia. Solo questo e un paio d'ali, per andare u...