Capitolo XXXI - La Canzone del Sole. (Elena)

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Il suono di un clacson mi destò da uno dei miei soliti viaggi mentali, alzai di scatto la testa china su un libro della Fallaci. Mi alzai, facendo stridere le gambe della sedia sul pavimento. Mi accinsi alla finestra, osservando tre macchine in fila la prima blu notte, quella di Damiano, era una Ford Fiesta a tre porte; la seconda, quella di Lello, era una Range Rover nera, il padre doveva avergliela concessa per via dei bagagli; mentre l'ultima era una Mini grigio antracite a tre porte. Vedendomi, Luca scese dalla macchina salutandomi calorosamente. "Dove la metto?" Urlò poggiando le mani concave ai lati della bocca. Feci spallucce. "Ovunque, andiamo con Damiano." Urlai di rimando. Mi diressi verso il letto, afferrai lo zaino ed il libro dalla scrivania e mi diressi in cucina, da cui sentivo un leggero baccano. "Non pensi di aver esagerato?" Rise Maude osservando la voluminosa valigia di Victoria. La ragazza, basso in spalla, abbassò lo sguardo osservando la valigia, poi ritornò su Maude. "Andiamo, so' tre giorni, nun se sa mai." Rispose convinta la bionda. "Tre giorni nella tua casa a Tivoli, Vic. Cosa vuoi ti serva a parte qualche costume da bagno?" Intervenni entrando in cucina, scavalcando le valigie. "Quanno una de voi c'avrà bisogno de quarcosa, sarò felice de mandarvece." Incrociò le braccia con fare minaccioso. "Ci sono!" Disse Eva poggiando il borsone a terra, poi si scostò i capelli dal viso, abbozzando un sospiro. "Bene andiamo!" Maude batté le mani ed indicò la porta. Una volta fuori, i ragazzi ci vennero incontro.

Luca mi si avvicinò togliendomi lo zaino di spalla. "Esercito?" Rise, aggrottando le sopracciglia.

"E' di mio fratello, non ho mai avuto nulla di più pratico." Risi di rimando, grattandomi la fronte.

"Bene, pe' quanto possibile, valigie, zaini e robe varie 'na maghìna de Lellino. Li strumenti 'na mia." Damiano alzò la voce, sormontando il leggero chiacchiericcio e determinando la fine dei saluti. Solo allora realizzai che Luca, come alcuni dei presenti, portava una custodia in pelle marrone sulla spalla destra. "Tu suoni?" Chiesi stupita, aiutandolo a sistemare il mio zaino nel portabagagli di Leonardo. "Strimpello, per così dire." Si fece di colpo rosso in viso, passando imbarazzato una mano sulla nuca.

Prendemmo posto nei sedili posteriori della macchina di Damiano. "Elena?" Chiamo Maude.

"Dimmi." Mi girai, osservandola attraverso il portabagagli aperto. "Credo vi toccherà tenerlo li dietro con voi, con la bellezza di due chitarre, un basso acustico e un cajón, la vedo dura." Sorrise in imbarazzo. "Tranquilla, lo tratterò come un neonato." Intervenne Luca, accennando un sorriso. E così fece, non appena Maude adagiò la custodia del violoncello sul sedile, si accinse ad affibbiare la cintura, poi vi poggiò una mano sopra, per evitare qualsiasi oscillazione. Sorrisi mentalmente, Luca sembrava un fratello maggiore che viene lasciato per la prima volta solo in casa con il fratellino minore, un soldatino pronto a dimostrare la propria efficienza. Il viaggio in auto, se pur breve, cominciò e a spezzare il nostro silenzio e la musica di sottofondo trasmessa alla radio fu Damiano. "Quindi tu sòni?" Chiese rivolgendosi a Luca osservandolo dallo specchietto retrovisore. "Mi piacerebbe." Rise mestamente. Lo sguardo interrogativo di Damiano lo convinse a continuare. "Ho cominciato alle medie, per volere dei miei, non sono mai stato un grande talento, un semplice esecutore. Giusto per trascorrere qualche notte attorno ad un falò, un paio di vecchie canzoni di De André, De Gregori.." I miei occhi scintillarono. Altro elemento in comune. Smetterai mai di stupirmi?  Gli rivolsi un sorriso scintillante, lui si strinse nelle spalle, impacciato. "Seh, De Gregori." Disse Damiano sottovoce. "Come scusa?" Chiesi. "Non ti piace De Gregori?" Lo incalzai, pronta a trivellare come una mitragliatrice. "Assolutamente, vorrei ésse 'a metà bravo de quanto è lui nello scrìve li testi, ma nun è esattamente er genere mio." Si affrettò a spiegare. "Tu sei più il tipo a cui piace saltare sui tavoli. Cantare d'amore è tutt'altro." Aggiunsi pungente. Amore? Ma che stai dicendo?

Icaro. | Måneskin. | Damiano.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora