Capitolo XXXVI - Omissioni.

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"Sono a casa!" Annunciai aprendo la porta principale

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"Sono a casa!" Annunciai aprendo la porta principale. Nessuna risposta, un religioso silenzio regnava in tutto l'appartamento. La stanza di Eva, in corrispondenza della porta d'entrata, era spalancata, tutte le luci spente, facendomi supporre fosse a lavoro. Lo stesso valeva per quella di Elena, la cui luce, come di consueto era accesa e lasciava intravedere un grande disordine; doveva esser uscita di fretta, precipitandosi probabilmente in biblioteca a studiare per l'ultimo esame. Svoltai lungo il corridoio, fino alla camera di Victoria, che questa volta trovai socchiusa, ma con la luce accesa, segno che fosse in casa. Mi accostai allo stipite aprendolo leggermente. La ragazza si trovava alla sua scrivania, gli auricolari alle orecchie, completamente immersa in quello che era il video musicale, supposi da quella distanza, che stava guardando. Entrai lentamente, attenta a non far troppo rumore, e mi piazzai alle sue spalle. Puntai lo sguardo sullo schermo, realizzando non si trattasse di un semplice video musicale, si trattava di un loro video, probabilmente il video di una loro esibizione; ciò che però mi risultò poco familiare fu l'ambientazione, il luogo in cui la performance aveva luogo. Era evidente si trattasse di un palco a me noto, ma non lo riconobbi. Campanellino d'allarme, però, fu un altro dettaglio: un celebre sticker su cui era scritto un lungo numero fissato ad ognuna delle loro eccentriche camicie vintage. L'abbracciai da dietro, provocandole un sussulto. Victoria si tolse gli auricolari, girandosi verso me. "Maude! Li mortacci tua, m'hai fatto pija' 'n corpo!"  Disse portando una mano all'altezza del cuore, riprendendo fiato. "Te possino.." Spostò rapidamente lo sguardo dalla mia figura al pc, che richiuse con estrema velocità. "Cosa stavi guardando?" Le chiesi sedendomi sulla sua scrivania, a pochi centimetri dal pc. "Ciao anche a te! Si so' stati venti 'ggiorni intensi, ma tutto sommato sto 'bbene, grazie p'avello chiesto." Disse in tono del tutto retorico. "E' un video che avete girato durante le prove?" Continuai imperterrita. "Maude.." Fece per dire. "Non ricordo di aver mai visto quel palco, avete ottenuto un altro live mentre stavo via?" La incalzai determinata a scoprire cosa stesse nascondendo. "Maude.." Riprovò senza successo. "E quegli sticker sulle vostre camicie? Era un contest?" Insistetti ancora. "Ci siamo presentati alle audizioni di XFactor, M." Alzò la voce per sovrastare la mia. Il silenzio calò nella stanza. Strabuzzai gli occhi. Per un decimo di secondo pensai persino di aver capito male, poi collegai. Un'incredibile tristezza m'inghiottì. Qualcosa deve essere cambiato nella mia espressione, nei miei occhi, forse, e lei se ne accorse, perché incespicante riprese a parlare. "Quarche 'ggiorno dopo 'a partenza tua, Lello s'è presentato ner garage de Thomas ca'a locandina. Ne abbiamo discusso un po', sembrava un obbiettivo così lontano. Poi Damiano s'è convinto e l'avemo fatto. Ci siamo presentanti alle audizioni e tra tre settimane andremo ai Bootcamp, M." Lo sguardo fisso sulle sue dita incrociate, incapace di guardarmi negli occhi. Dam, cosa ci è successo? Un attimo prima sembrava quasi fossimo disposti a farci scudo a vicenda con il proprio corpo prendendoci il proiettile. Eravamo, siamo, come due calamite, così diversi in presenza l'uno dell'altra; tu ti muovi, io mi muovo e viceversa. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Feci per uscire dalla stanza, ma Victoria mi corse dietro. "Lasciame spiega'." Mi bloccò le braccia affinché non cercassi di allontanarmi, lo zaino mi cadde lungo il braccio, penzolando lì dove la bionda stringeva. "Nun volevo mentirte, è solo che Damiano cia fatto promette' che l'avremo tenuto per noi, che non avremo avuto alcun tipo de distrazione. E poi voleva ésse lui a dirtelo, ma è successo tutto così in fretta e tu stavi in Sicilia, tua nonna.." Farneticò. "Scommetto che né Eva né Elena ne siano al corrente." La interruppi con fare ironico. Lei sgranò lievemente gli occhi chiari, poi abbassò lo sguardo con fare colpevole. Feci un passo indietro, costringendola a mollare la presa e mi voltai. 

Icaro. | Måneskin. | Damiano.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora