Capitolo XXXVII - Bugie. (Damiano)

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La guardai negli occhi, quegli occhi a tratti di un grigio-celeste, a tratti celeste-verde, gli occhi di quel colore un po' incerto e ambiguo; il colore, ad esempio, di una montagna lontana.

Sembravano pieni di locuzioni che non si potevano esprimere, come se non esistessero ancora le parole per inquadrarle. "Non volevo pensassi vi fossero altre ragioni per cui rimanere." Sussurrò. Le mie mani tremolanti, come le foglie increspate sugli alberi in autunno, si strinsero, forse per uno scatto d'ira, forse in cerca di un solido appiglio, attorno al tessuto della t-shirt nera, lì dove si nascondeva sotto al jeans a vita alta. "Ce so'?" Incalzai avvicinandomi ancora di una manciata di centimetri. "Volevo sembrasse casuale." Continuò imperterrita, apparentemente incurante delle mie parole. "Volevi sembrasse casuale? Nun fa' l'indiano, Maude. Se l'unica raggione per cui hai deciso de rimane' quarche 'ggiorno in più era 'a famija tua, perché non dirmi 'a verità? Sarebbe stato meno sospettoso, nun credi?" Scandii parola dopo parola, affinché il disegno che si fece strada nella mia testa risultasse il più chiaro possibile. "A meno che non ce sta quarcosa de cui dovremmo parla'.." Maude schiuse le labbra carnose, fece per dire qualcosa poi le chiuse di colpo. Sospirai. "Nun ce sto 'a capi' niente, Maude. Tutto ciò me sta mannanno a li matti." Mi passai una mano tra i capelli allontanandomi quanto bastava per recuperare una sigaretta dalla tasca, per poi portarla alla bocca e accenderla. "Ho rivisto Niccolò." Disse guardandomi dritta negli occhi, quasi volesse sfidarmi, coraggiosa come un filo d'erba che cresce nel cemento. Eccallà, 'o sapevo. Non fui sorpreso, sapevo che l'ordigno sarebbe esploso prima o poi, trafiggendomi pezzo dopo pezzo. Nonostante vi avesse semplicemente fatto accenno, avevo piena coscienza della sua pregressa relazione, così simile alla mia; ma nonostante ciò, opposta. Solamente in quel momento realizzai: Maude era una Lucrezia che tornava dopo anni de silenzio, che se rifaceva viva senza chiede' er  permesso, irrompendo na'a stanza ca'a stessa delicatezza de 'no tsunami. E quer Niccolò era esattamente come me, innamorato a tal punto da lasciarla anna', da permetterle d'esse'  libera, perché in fondo tutti almeno una volta nella vita ci siamo raccontati 'a storiella dell'amare è lasciare liberi; ma decisamente troppo orgoglioso pe' riprendersela. In ginocchio, spogliato di qualsiasi emozione, avvolto in uno spesso strato d'impotenza. Ma l'impotenza alimenta la rabbia e la rabbia esaspera l'impotenza. Ciò nonostante, me so' rialzato, me so' rivestito, me so'  innamorato. Non tutti c'hanno a forza de rialzarse. E se lui non l'avesse avuta? E se volesse riprendersela? Aspirai profondamente, quando il fumo mi andò di traverso e tossii violentemente. Maude accennò un passo, come a volermi venire incontro, esitando, poi ci ripensò tornando sui suoi passi. I pensieri vorticavano all'interno del mio cranio, un impetuoso tornando d'immagini e parole che minacciavano di spazzare via tutto ciò che di buono avevo costruito. "Non è successo niente, se è quello che ti stai chiedendo." Disse volgendo lo sguardo verso il laghetto. "Abbiamo semplicemente trascorso un paio d'ore chiacchierando in un vecchio caffè letterario." Aggiunse. "N' classico." Alzai le spalle, girandomi quanto bastava per eliminarla dal mio campo visivo. Mi allontanai ancora, trascinando letteralmente le suole contro la superficie del terreno.

Icaro. | Måneskin. | Damiano.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora