07. mother's fav🔴

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Raiting 🔴: ogni qual volta vedrete questo pallino al lato del nome del capitolo vorrà dire che il raiting sarà rosso.
Ergo, saranno presenti scene del tipo: sesso in generale, violenza di ogni genere, stupri, torture, episodi di crude realtà quali pedofilia e femminicidio.
Sottolineo che io avvertirò prima di ogni capitolo, quindi ogni potenziale morale nei miei confronti verrà allegramente cancellata.
Ricordo che, solo perché parlo di questi temi non vuol dire che io li appoggi e/o siano di mia personale competenza e/o Bill Skarsgård sia realmente connesso a questi.
Pace & amore.

Strabuzzo gli occhi, ancora confusa, mentre una luce fioca colpisce il mio volto, ricordandomi che, nemmeno per oggi, sono ancora morta.

Che triste verità.

Sospiro, sentendo la mia gola come carta vetrata mentre sollevo le palpebre, rendendomi conto di essere ancora nel letto di Bill.

Avevo ragione: ciò che avevo vissuto, non era un incubo.

È giorno, lo capisco dalla violenta luce che trapassa dalle finestre, di una tinta carminia.

Forse siamo al tramonto, oppure all'alba.

E io provo così tanto dolore che quasi non sento più nient'altro.

«Sei sveglia.»

Un bicchiere d'acqua si posa sul comodino davanti ai miei occhi, e, seguendo con lo sguardo il pallido braccio che lo teneva, mi ritrovo ben presto a ricambiare lo sguardo di Bill Skarsgård.

Lui è ancora qui, non mi ha lasciato andare.

«Sono svenuta.» Ricordo, semplicemente, e lui si limita a fissarmi, sedendosi accanto a me.

Veste semplice oggi: solo un paio di pantaloni color caki e una camicia rossa lasciata sbottonata.

Gli sta bene: mette in risalto i suoi occhi chiari.

«Sembra che io non mi sia preso abbastanza cura di te.» Dice, come se nulla fosse, prendendo fra le dita il bicchiere in vetro «Per me, non è facile ricordare quanto voi bamboline siate delicate.»

Accenna ad un sorriso completamente fuori luogo, e poi mi porge il bicchiere, che io stringo con non poca difficoltà.

«Cercherò di fare il bravo.» Dice, mentre mi osserva bere, attento come un avvoltoio mentre scruta la propria preda «Per qualche giorno, dovrò trovare altri modi per divertirmi.»

Tipo buttarsi giù da un palazzo e morire?

«Oh, ti ho portato anche del cibo.» Dice, improvvisamente entusiasta, lanciando uno sguardo alla porta che da sul salotto «Pasta, carne, pesce: tutto ciò che vuoi.»

«Non ho fame.» Confesso, ed è la pura verità, perché, per quanto mi senta debole, ho già lo stomaco pieno del mio dolore «Vorrei farmi una doccia.»

«Una doccia?» É come se una lampadina si fosse accesa sul suo volto, e la cosa non mi piace per niente «Ci penso io.»

Si alza e, come se nulla fosse, esce dalla stanza, lasciandomi sola.

Per un solo attimo, mi sento di nuovo libera di respirare, per quanto, ormai, pensare di dimenticare sia impossibile.

Lo vedo ovunque.

«Sono pronto.»

Bill sorride come un vero e proprio deficiente, e la cosa non sembra andare a mio favore.

Si avvicina al mio letto, veloce, e mi prende fra le sue braccia, raccogliendomi come se fossi una sposa e portandomi in bagno, dove mi lascia seduta sul bordo di una vasca già piena d'acqua bollente.

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