Accarezzo con cura i capelli morbidi di Katie, stretta a me come mai ha fatto prima, quasi avesse paura di vedermi scomparire di nuovo.
Questa volta non accadrà più, non la lascerò sola.
"Siete davvero tenere." Cynthia si siede al nostro fianco, stringendo fra le mani il bicchiere di the caldo, sperando che questo servi a migliorare lo stato del suo cuore malato.
Sorrido, intenerita, mentre Katie si volta verso Cynthia, osservandola con attenzione. "Sei bella."
La mora mi lancia uno sguardo, perplesso, e poi sorride, sinceramente felice. "Oh, grazie: lo sei anche tu."
Katie non accenna ad un emozione, restando con gli occhi puntati su Cynthia, attenta. "Mio papà dice che sei la ragazza di un vampiro."
A quelle parole, Cynthia impallidisce, guardando altrove, quasi imbarazzata.
"Katie, penso che dovresti dormire, ora," dico, cercando di cambiare argomento, cosa che, ovviamente, la bambina non sembra non capire.
"Ma papà ha detto che è lei," esclama, eccitata. "Sta con il fratello di Bill."
Bill.
Mi blocco, deglutendo a forza prima di tornare a respirare, accarezzando i capelli di Katie. "Piccola, ora è meglio dormire."
"Bill mi piaceva," continua lei, quasi come una radio bloccata. "Mi ha regalato delle caramelle prima di portarmi a casa. Era buono."
Era buono.
Era. Al passato.
"Dormi," dico, semplicemente, e la mora sbuffa, annoiata, prima di scendere dal letto, tenendo il broncio mentre mi saluta con la mano, uscendo dalla stanza.
Io la seguo con lo sguardo in silenzio, aspettando che la porta si richiuda prima di voltarmi di nuovo verso Cynthia, preoccupata. "Mi dispiace, non pensavo che sapesse queste cose."
"Va bene," ribatte lei, semplicemente. "E' solo una bambina: non ha colpe."
Osservo la mora, non riuscendo a non provare dispiacere per lei: Breth è qui, sotto il suo stesso tetto, ma non ha idea di quando e se, prima o poi, verrà ucciso.
Aspetta, spera, ma sembra tutto così vano, al momento.
Questo non è nemmeno vivere.
"Mi manca," ammette, dopo pochi attimi di silenzio, iniziando a rigirarsi la piccola fede. "Mi manca averlo vicino."
"Sì, lo so," dico, semplicemente, e lei posa il bicchiere sul comodino, stendendosi sul letto, prendendo ad osservare il soffitto, tetra.
"Mio padre mi picchiava, quando ero piccola. Lo faceva sempre, anche senza un motivo," confessa, quasi dal niente. "Mi ha venduto come se non fossi altro che un giocattolo rotto, ormai da gettare. Ci sono stati così tanti uomini che mi hanno ferito nella mia vita, Irene, e l'unico che mai mi abbia trattato con amore è stato un vampiro."
Si volta verso di me, ricambiando il mio sguardo con gli occhi arrosati e il volto pallido. "Capisco cosa vuol sentire come se stessi sbagliando, come se i tuoi stessi sentimenti lo fossero, ma niente ha senso, Irene: niente. Potresti stare con un uomo e tutti ti direbbero che fai bene, che è giusto, senza vedere ciò che davvero si nasconde dietro il tuo sorriso. E poi puoi stare con un vampiro, e tutti, compresa te, ti darai della pazza, senza provare nemmeno a capire."
"Nessuno pensa che tu sia pazza, Cynthia," cerco di dire, ma lei subito scuote il viso.
"Tutti lo fanno, anche Breth, e penso che, in fondo, faccia bene." Fa un piccolo sorriso, ripensando al vampiro. "E' strano che un umano riesca a capire cosa voglia dire vivere come un vampiro, e lo è ancora di più che riesca ad amarlo. Eppure, certe volte, accade. Io lo amo, Irene, e penso di non averglielo mai detto."

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The family
Vampiro« È tutto un completo disastro, con lui. Non crede in niente, ma vuole che gli altri lo guardino come se fosse Dio. Professa rispetto, l'amore dentro la Famiglia, e poi ti punta la pistola alla tempia quando dici una parola sbagliata. Sai cosa ti di...