09. you lie🔴

6.4K 297 37
                                    

Raiting 🔴 :
perché mi fa ridere scrivere le parole "membro" o "pene"?

La mia schiena batte rovinosamente contro la porta chiusa della camera di Bill, mentre lui, con la sua non esatta delicatezza, stringe il mio viso fra le mani, continuando a baciarmi con brama.

Si è trattenuto fino all'arrivo al suo appartamento, e poi, semplicemente, mi ha strattonato contro di sé, sollevandomi per le cosce ed iniziando a baciarmi come se non volesse fare altro per tutta la vita.

Ed io ho dovuto acconsentire, fingendo che tutto questo mi piaccia, e che, nella mia mente, non stia solo scorrendo l'immagine dell'acqua putrida di quella vasca.

Le sue mani su di me, le sue dita su di me, le sue labbra su di me.

Ad ogni suo tocco, io divento più sporca.

«Cazzo.»

Bill si allontana, innervosito, mentre io, con estremo disgusto, mi tocco il labbro inferiore, sentendo subito le piccole gocce di sangue scorrere sulla mia pelle.

Non può contenersi: proprio non può.

Sposto la mano, tornando a stringere le ciocche chiare dei suoi capelli fra le mie dita, puntando i miei occhi nei suoi, blu oltremare.

Sto iniziando ad imparare il linguaggio dei suoi occhi, a come questi si scuriscono quando è arrabbiato, oppure voglioso.

Quando sono neri, è già troppo tardi.

Inclino il viso, sforzandomi per perdermi in quello sguardo o, almeno di fingere, continuando ad accarezzare i suoi capelli, quasi giocosa.

«Andiamo in camera.» Dico, lentamente, mordendomi appena il labbro, facendo poi un piccolo sorriso scaltro, che non sfugge a Bill, che assottiglia lo sguardo, guardandomi con attenzione.

«Fai sul serio?»

Lo guardo, leggermente colpita, dato che non mi aspettavo questa perplessità da parte sua: da quando gli interessa che io abbia voglia di fare una determinata cosa? Non riesco a capirlo.

Passo il pollice sul suo mento, lentamente, per poi prenderlo fra le dita, continuando a tenere i miei occhi sui suoi.

Devo rendermi essenziale per lui: è questo lo scopo del gioco.

«Andiamo.» Ribatto, semplicemente, e subito riprendo le labbra gonfie di Bill fra le mie, stringendolo a forza a me, come se non volessi farmelo scappare.

Ovviamente, ogni possibile problema di Bill scoppia come una bolla di sapone lasciata al vento, e subito apre la porta della camera, trasportandomi fino al suo letto, dove mi lascia andare, tenendosi fra le mie gambe e facendosi forza sugli avambracci mentre continua a baciarmi.

Io stringo i suoi capelli, tenendo i pollici sulle sue guance, baciandolo come se davvero lo volessi.

Ed è strano, davvero, perché, se lui non fosse il carnefice e io la sua vittima, non sarebbe nemmeno così male.

Probabilmente, Bill, con l'esperienza che ha, sa bene come far sembrare una tortura una delizia.

Ci fa girare, così che io finisca sopra di lui, a cavalcioni sul suo stomaco, ed infila le mani sotto la camicia, sfilandomela velocemente e stringendo le dita sulla pelle nuda della mia schiena.

Faccio sfiorare le mie labbra sul suo collo liscio, stingendo i suoi capelli con forza, così da costringerlo a spostare il viso e lasciarmi libera di succhiare la sua pelle pallida, lasciando segni che, visto il suo essere sovrannaturale, scompaiono nell'esatto momento in cui li lascio.

The familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora