Se fare una doccia in solitudine mi era sembrato un miracolo, dopo la seconda inizio a credere che ci sia qualcosa che non sta più andando nello stesso verso.
Bill, dopo l'uscita al parco, è semplicemente scomparso, trovando la scusa del lavoro e nel fatto che doveva parlare con certi clienti.
In realtà, ci ho capito davvero poco, dato che ha aspettato che fossi sotto la doccia per parlarmene, restando, per di più, fuori dal bagno.
E' stato strano, in realtà: da quando in qua si tira indietro davanti ad una possibilità di vedermi nuda e darmi fastidio?
Non riesco a capirlo e nemmeno Cynthia, quando gliene ho parlato.
Lei pensa che sia solo lo stress e cose di questo genere, dato che stanno avendo problemi con il clan di New York e non sanno come risolverli, eppure questa spiegazione non è sembrata bastarmi, per qualche strana ragione.
Per uno come Bill, il sembrare strano è quando si comporta da persona lontanamente civile: quando fa così, c'è davvero da preoccuparsi, perché non si prevede nulla di buono.
Almeno, fino ad ora, è sempre stato così.
Stappo il rossetto di una tinta color ciliegia, passandomelo con attenzione sulle labbra, cercando di non sbavare.
Un'altra festa, un'altra riunione dove io non farò altro che restare in un angolo per poi venir trascinata via a forza.
Pensavo che Bill me lo avrebbe risparmiato, eppure, una volta tornato, la prima cosa che mi ha detto è stato di prepararmi perché stavano arrivando i suoi soci alla Dollhouse.
Detesto queste feste.
«Non mi piace.»
Alzo lo sguardo, ritrovando subito nel riflesso dello specchio quello di Bill, intento a fissarmi dal suo lato del letto, già vestito.
Non si è cambiando, restando con la camicia e i pantaloni neri indossati fin dalla sua uscita di lavoro, limitandosi a darsi una veloce sistemata ai capelli.
Sembra stanco, in realtà, ma, non appena l'ho visto, freddo nei gesti e nello sguardo, ho capito che non sarebbe stato il caso di chiedere.
Certe volte, l'unico modo per aiutare una persona è quella di lasciarla sola.
«Di che parli?» Chiedo, sinceramente confusa.
Ho avuto un'intera giornata per scegliere cosa indossare, come pettinarmi e truccarmi: ovviamente, non perché ci tenga ad apparire bella, ma per semplice noia.
Ho rubato un bel vestito color viola pastello a Cynthia e delle scarpe nere con il laccio, mentre il trucco è rimasto leggero, ad eccezione delle labbra.
Mi sento carina, quanto meno presentabile, e non capisco che abbia ora da ridire: in fondo, mi ha apprezzato in momenti ben peggiori a questo.
«Non mi piace il vestito.» Confessa, sinceramente, mentre il suo sguardo rimane impassibile, come un mare piatto.
«Secondo me è carino.» Ribatto, semplice, prendendo il pettine e dandomi una sistemata ai capelli, sempre troppo corti.
Mi mancano da morire i miei capelli, e, a volte, sentirli in questo modo, mi fa ricordare tutto ciò che ho perso da quando sono entrata qui dentro.
Penso a Katie, penso a Brad, e mi chiedo se stanno bene.
Forse si sono già dimenticati di me? Sono andati avanti? Spero che Bradley abbia pagato i suoi debiti.
«Però, a me non piace.»
Sospiro, spazientita, posando la spazzola sul tavolo e voltandomi verso di lui, osservandolo dritto in viso.

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The family
Vampir« È tutto un completo disastro, con lui. Non crede in niente, ma vuole che gli altri lo guardino come se fosse Dio. Professa rispetto, l'amore dentro la Famiglia, e poi ti punta la pistola alla tempia quando dici una parola sbagliata. Sai cosa ti di...