CAPITOLO 4
La musica che copriva ogni rumore,ogni dialogo,ogni voce,copriva anche il mio pensiero. La gente,le persone che ballavano,si scatenavano,si baciavano,si drogavano. Droga,alcool,la mia testa. La mia mente ostruita da mille pensieri,mille paranoie,il ricordo del litigio con Harry,le lacrime scese sul mio viso,il ricordo della mia inutile vita,il rimpianto di una vita giusta,leale,corretta,di una vita buona. Il fumo,la droga mi stavano distruggendo ma era più forte di me,era il mio mondo ed io ero una cellula essenziale per questo mondo e il mondo,adesso,stava richiamando quella cellula che doveva scegliere tra la luce e la felicità oppure il buio e la tristezza. Quella cellula fece la scelta sbagliata,ma la scelta più ovvia. Il buio.
La mia mente si spense per un istante per poi riaccendersi per dare l'impulso ai miei occhi che si aprirono immediatamente,impauriti. Un velo calò sul mio sguardo appena ricollegai il sogno o per meglio dire la mia coscienza che mia aveva parlato nella mia mente,durante il sonno.
Sentii le palpebre pesanti,ero stanca,assonnata,estremamente bisognosa di una spinta per continuare.
Smisi per un attimo di pensare e mi resi conto di non essere nel mio appartamento,non c'erano le stesse pareti,sotto di me non c'era un materasso duro ma uno comodo e confortevole,nell'aria non c'era quell'odore di muffa proveniente dalle vecchie pareti ma un odore di caffè e di profumo,un profumo dolce,dolcissimo. La camera in cui mi trovavo era in penombra,fuori era brutto tempo,come al solito il sole c'era ma non illuminava il cielo come avrebbe dovuto. Compariva e scompariva a causa delle innumerevoli nubi che lo coprivano. Mi alzai troppo velocemente dal letto,la testa cominciò a girarmi fastidiosamente,sarei caduta se non mi fossi riseduta immediatamente. L'alcool smaltito,la sbronza di ieri sera. Avevo veramente esagerato,quella droga che avevo preso era veramente forte,non l'avevo retta,di nuovo. Non mi ricordavo più cosa era successo dopo l'assunzione di cocaina.
Riprovai ad alzarmi ma sta volta con lentezza,mi misi in piedi e osservai il pavimento,morbido e caldo. Era ricoperto da della moquette blu,un colore rilassante. Avevo i piedi nudi,le mie scarpe erano poggiate accanto al comodino e sopra il letto,accanto al posto dove ero seduta io c'era un accappatoio dello stesso colore del pavimento e soffice altrettanto. Pensai di indossarlo,togliendomi la roba scomoda e sporca che avevo indossato la notte prima. La mia pelle venne coperta solo da quel tessuto caldo,misi i miei capelli castani su un lato e uscii dalla camera.
Il corridoio in cui mi trovai era abbastanza lungo,avevo alla mia destra una porta e di fronte a me altre due,tutte chiuse. Alla mia sinistra invece c'erano le scale,tutte completamente coperte di un bellissimo parquet come il resto del corridoio. Scesi le scale e mi ritrovai in un bivio,di fronte la porta di ingresso,a destra il salotto e alla sinistra la cucina. Guidata dal profumo del caffè entrai in cucina vedendo una figura alta dai capelli biondi in piedi davanti a quella che doveva essere la macchinetta del caffè. Indossava dei pantaloni corti e grigi e una t-shirt bianca. Quando si voltò per guardarmi mi accennò a malapena un sorriso.
-”Che ci faccio qua?” chiesi rimanendo impassibile sulla soglia della porta
-”Vieni siediti” disse dolcemente il biondo indicandomi con una mano la sedia accostata al tavolo mentre prende le due tazze di caffè nero e me ne porge una.
Accetto l'invito e mi vado a sedere dove mi aveva indicato prendendo la tazza di caffè tra le mani riscaldandomi,il biondo si siede dall'altro capo del tavolo,proprio di fronte a me e mi guarda negli occhi.
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Blood
RomanceSono Ashley Styles,ho 17 anni e vivo in un piccolo quartiere dell' East End,a Londra. Diciamo che questo non è uno dei migliori posti dove vivere,la criminalità qui è sempre in atto,ci sono stupri,risse e furti ovunque,soprattutto di notte. Questo è...