Capitolo 8

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CAPITOLO 8

Qualcuno dietro di me stava urlando,urlava fortissimo,gridava qualcosa,qualcosa di incomprensibile. Sentivo quella voce familiare avvicinarsi sempre di più e le urla erano più chiare,diceva di buttarmi,buttati,buttati,ripeteva. Abbassai lo sguardo,ero sopra un muretto,oltre la staccionata sospesa a metri e metri da terra,pronta a cadere giù e a mettere fine a tutto ma io non volevo buttarmi,non lo volevo o forse si? Le mie gambe erano bloccate da qualcosa,forse la paura. Le grida erano ormai fortissime,erano dietro di me. Mi girai e lo vidi. Mi spinse forte e caddi,caddi di sotto,nel vuoto,in quel voto che dopo parecchi metri avrebbe messo fine a tutte le miei sofferenze,un vuoto a cui ero stata spinta da lui. Niall.

Aprii gli occhi,ero nel letto completamente sudata. Maledetti incubi,sempre più ricorrenti. Poggiai una mano sulla fronte e diedi un'occhiata all'ora,erano le cinque meno dieci. Tra dieci minuti avrei dovuto essere a casa di Niall per preparare la ricerca,avrei sicuramente fatto tardi. Mi ero fottutamente addormentata nel bel mezzo del pomeriggio. La notte faccio sogni agitati proprio come quello di prima e per evitare di vivere quelle brutte sensazioni dormo il minimo sindacale,a volte non dormo proprio. La mia vita è una merda e almeno con il sonno speravo che lì avessi un minimo di tranquillità ma a quanto pare non è affatto così,anzi,la mia miserabile vita si accende ancora di più nei sogni che,è vero,sono sogni ma sono sogni realistici,la parte oscura di me,la mia coscienza,probabilmente cose che vorrei fare sul serio ma che magari non ho il coraggio di affrontare. Chissà magari un giorno quei sogni diventeranno realtà.

Mi riprendo dal mio attimo di trance,pensare mi fa decisamente male,se penso,Dio sa cosa potrei fare perciò basta pensare! Mi alzo dal letto e prendo due pasticche di ansiolitici per calmarmi un po' poi vado a fare una doccia veloce. Quando sto per uscire di casa vibra il cellulare,è un messaggio.

“Sono le cinque e dieci e tu sei in ritardo”

Quel biondino mi dà veramente sui nervi. Che saranno mai dieci minuti di ritardo. Esco di casa salutando velocemente Harry e mi avvio alla fermata dell'autobus,aspetto per cinque minuti e salgo sul bus e mi vado a sedere su un sedile libero infondo. Dopo qualche fermata mi rendo conto di non sapere dove abita Niall così gli mando un messaggio per chiedergli l'indirizzo e la via mi arriva poco dopo. Mi chiedo come faccia ad avere il mio cazzo di numero se io non gliel'ho dato,cos'è uno stalker?

Scendo alla fermata che sta proprio davanti alla sua via e riconosco la bellissima casa che Niall mi aveva descritto per farmela riconoscere in un secondo messaggio. Apro il cancelletto bianco e una volta fuori il portone suono il campanello. Mi viene ad aprire poco dopo un signore distinto,giacca e cravatta,insomma uno con i soldi,mi sorride e dal sorriso capisco che è il padre di Niall,ha il suo stesso sorriso.

-”Tu sei...” dice cordialmente nascondendo la curiosità che ha nei miei confronti

-”Ashley,sono qui per tuo figlio” non faccio caso alle cordialità. Una lieve confusione passa per gli occhi dell'uomo,è logico che non capisce perchè una come me sia qui per uno come suo figlio

-”Papà” sento dire da dietro l'uomo,è Niall

Grazie a Dio apre la porta e mi fa entrare,stavo diventando nervosa a stare lì con quell'uomo.

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