𝟏𝟖.

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"Amare è restare senza mai andare."

𝐂amminavo a passo svelto mentre di tanto in tanto rileggevo il biglietto che mia madre mi aveva lasciato in cucina prima che andasse a lavoro.

Su quel pezzo di carta c'era scritta la via di casa Wesley.

Mi sembrava così assurdo dover andare a casa di mio fratello, non ero ancora riuscita a realizzare il fatto che fosse andato via di casa, non riuscivo proprio a capacitarmene.

Sapevo di essere egoista, ma sapevo che questa sua decisione si sarebbe al tempo stesso riversata su di me.

Io e Wesley eravamo sempre stati una cosa sola e l'idea di dovermi allontanare da lui mi spaventava.

Mi fermai di fronte un palazzo a sei piani, guardai il pezzo di carta nelle mie mani e guardai il nome della via scritto sul muro di fianco il palazzo, era quello, distava cinque minuti da scuola, almeno una cosa positiva c'era, sarei potuta stare da Wesley confrequenza.

Mi avvicinai al citofono e dopo aver letto il nostro cognome, suonai.

Passò qualche secondo poi mio fratello rispose.

«Chi è?» chiese, «Io Wesley, mi apri?» domandai di rimando, «Certo, quarto piano» mi rispose lui ed il portoncino nero si aprì.

Salì le scale velocemente e poi lo vidi li, in piedi di fronte la porta di casa ad aspettarmi, lui mi sorrise e mi abbracciò calorosamente.

«Ciao piccola» mi salutò, sorrisi, «Ciao Wes..» lo salutai, poi il ragazzo si spostò di lato lasciandomi entrare per prima.

Entrai nell'appartamento guardandomi attorno.
Era un classico monolocale per una, massimo due persone, ma molto accogliente, era tutto arredato in stile moderno.

«E quindi vivi qui adesso..» mormorai poi tornando con lo sguardo su mio fratello che nel frattempo aveva chiuso la porta di casa.

«Già» confermò sorridendo, era entusiasta, «Ma perché te ne sei andato così? Senza dirmi nulla poi..» domandai tristemente, «Kels, quando sei andata via papà non ha fatto altro che starmi addosso, mi controllava di continuo, chiamava ogni secondo per sapere dove fossi e con chi..» spiegò con uno sguardo cupo, sembrava stanco, «Come mai si comporta così adesso?» domandai corrugando la fronte, «Non lo so, temo che Justin abbia detto qualcosa..» disse sedendosi sul bordo del divano.

«Tu credi? Ma non andrebbe a suo favore..» dissi poi alzando una mano, «Sai tutto?» mi chiese sorpreso, annuì, «Bene..» mormorò lui sollevato, «Perché non mi hai detto nulla? Hai preferito tenermi all'oscuro, perché?» gli chiesi fissandolo, lui sospirò, «Kels non volevo metterti in questo casino, credevo si potesse risolvere tutto senza problem, ma purtroppo con Justin Evans non si può..» affermò passandosi una mano tra i capelli sfatti, sospirai.

«E quindi? Adesso cosa succede?» gli chiesi sedendomi al suo fianco, «Niente, spero la cosa vada a scemare da sola..» affermò ed io corrugai la fronte, «Dovrebbe risolversi da sola? Ma è impossibile! Se non facciamo qualcosa Maluma rimarrà l'unico ad essersi preso la colpa e non potrà mai stare tranquillo..» dissi allargando le braccia ed alzandomi, «Questo io lo so, ma se dicessi la verità metterei papà nei casini! Perderebbe dicredibilità e nessuno vorrà più lavorare con lui!» esclamò lui fissandomi, sospirai alzando il viso.

ᴘʀᴏᴛᴇᴄᴛᴏʀ » ᴍᴀʟᴜᴍᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora