Era mattina. Tutto normale. Oggi è Santo Stefano. Sono con la testa sotto il cuscino, pensando. Ieri era stata una giornata più o meno tranquilla: il pranzo era andato bene,tranne per il dolce...storcevo di continuo il naso e il respiro era irregolare,ma non se n'è accorto nessuno. Di pomeriggio eravamo ad un festino che aveva organizzato il sindaco e ,fortunatamente, il buffet era salato. Morale della favola: ero tornata alle quattro di notte, perché Chloè voleva che io,mio cugino e Adrien rimanessimo per un piccolo pigiama party in una camera dell'hotel di Parigi. Adesso ,invece, ero sdraiata con una maschera e due cetrioli sugli occhi perché si era aperto un cuscino e io ero allergica alle piume d'oca che vi si trovavano all'interno. Mi provocarono una reazione allergica e la mia pelle si era ricoperta di bollicine rosse e puntini. Fortuna che la maschera si era solidificata. Quando ai cetrioli, li toglievo in continuazione oppure li mangiucchiavo un po. In casa non c'era nessuno. Impegni importantissimi mi hanno detto. Almeno il mio Tchaikovsky non mi ha abbandonato, infatti la suite dello Schiaccianoci riempie la stanza mentre un timer segna per quanto ancora dovrò temere la maschera solida. Sbuffai guardando il timer:altri 15 minuti. Giusto il tempo di finire Jane Eyre. Mi alzai dal mio amatissimo letto e andai verso la mensola in cui era riposto in bella vista il romanzo. Indossavo una camicia da notte di mio cugino. Ero in uno stato comatoso e mia zia ,non sapendo dov'erano le vestaglie da notte, ha afferrato la prima camicia di mio cugino e me l'ha messa addosso. Mi appoggiai al muro del letto a baldacchino e incominciai a leggere.
Poco dopo mi girai verso il timer: dieci minuti e mi sarei tolta questo schifo dalla faccia. Chiamai Alya. Di lì a poco si sentì dall'altro capo "pronto chi parla?" "Alya sono io Marinette..." la voce trafelata della ragazza mi uccise un timpano "Oh ciao Mari! Come va con l'allergia?" Sorrisi istintivamente "bene grazie...mi stavo chiedendo se per caso non ti andasse di venire qua a farmi visita...sai tra dieci minuti passa tutto quindi...se vuoi..." la rossa mi interruppe per dire "dieci minuti e sono lì insieme al tuo caro Adrien...E vabbè Nino" sorrisi e dissi di rimando "ok allora ci vediamo più tardi. A dopo" e chiusi la chiamata senza aspettare una chiamata dalla rossa. Chiusi il libro di scatto, provocando un tonfo, che onestamente mi piaceva. Mi alzai e indossai un paio di pantaloncini e sotto un paio di calze a fantasia natalizia e sopra una maglia bianca con le maniche a sbuffo con qualche ricamo qua e là. Ai piedi misi un paio di ballerine dorate e portandomi il timer dietro scesi al piano di sotto a fare colazione. La mia non era una vera e propria allergia in cui rimanevi all'ospedale per qualche giorno. Semplicemente era una reazione allergica curabile con qualche maschera e un paio di medicinali. Sono tutta strana lo so. Stavo bevendo il mio cappuccino assorta nei miei pensieri quando sia il timer sia il campanello suonarono. Mi misi a correre lottando contro il tempo per non fare una figuraccia e raggiunsi il bagno, chiudendomi alle spalle la porta con tanto di chiusura a quattro mandate. Mi avvicinai allo specchio e cominciai bagnare le estremità della maschera e pian piano la tolsi. Faceva un male...per poco non facevo scendere giù gli dei dell'Olimpo. Buttai via la maschera e tira lo sciacquone mentre mi lavavo la faccia. Scesi di sotto in tempo. I tre ragazzi stavano entrando nella sala da pranzo. Mi presentai sull'uscio e sorrisi.*****************************
"Quindi dove si trova questo passaggio segreto?" Nino si era seduto sulla sedia girevole alla bell'e meglio. Adrien invece educatamente sul bordo del letto e mi guardava curioso. Che diversità, eppure erano così amici. Scoccai un'occhiata d'intesa ad Alya. Mentre io chiedevo a chiave la camera, lei prendeva le torce e le porse ai due ragazzi che ci rivolgevano una muta domanda. Mimai loro di fare silenzio e spostai, con l'aiuto di Alya, l'armadio con le ruote. Stavo per aprire con la seconda chiave la porticina dietro l'armadio che il campanello suonò. Rivolsi ad Alya una muta domanda e lei capendomi al volo disse sbattendosi un mano sulla fronte "vero! Avevo chiesto pure a Chloè di venire! Scusa Mari!" La guardai appena e sussurai un 'tranquilla' mentre mi dirigevo ad aprire la porta della mia camera e mi preparavo ad accogliere la mia amica.******************************
Stavamo attraversando il passaggio segreto con cautela. Adrien e Nino tenevano i telefonini verso il basso con la torcia accesa mentre io e Alya avevamo delle torce ed eravamo in testa al gruppo tenendo per mano Chloè. Non appena il condotto finì alzammo lo sguardo verso uno spiraglio di luce. Sorrisi: era il buco della serratura. Mi tolsi nuovamente la collana e mi affrettai ad aprire la porticina dove passavano a malapena. Non appena feci scattare per l'ultima volta la serratura la porta si spalancò investendoci di luce. Chloè cominciò a correre e appena arrivò sotto la chioma della grande quercia fece una giravolta e si lasciò cadere ridendo. Mi sedetti poco distante da lei e presi le bolle di sapone. Adrien mi si avvicinò e mi chiese "ma cosa ci fa questo posto paradisiaco in un consolato?". Lo guardai evitando di arrossire. Dopo una lunga riflessione dissi "suppongo che qualcuno abbia avuto voglia di un po di pace..." lui mi guardò mescolare il sapone sorridendo e poi voltandosi ad ammirare il piccolo gazebo disse "cavoli! Un po di pace?! Ma se manca solo la melodia e siamo apposto!". Risi stirandomi per terra e soffiai creando delle bellissime bolle di mille grandezze. Lui si stirò accanto a me facendo scoppiare alcune bolle che gli passavano davanti. Non appena smisi di ridere sentì Alya sussurrare con Chloè "guarda quanto sono carini..." e Chloè sospiro un 'già' romantico. Sentendomi chiamata in causa mi alzai appena girandomi e urlare "Ehy! Ma cosa blaterate?! Siamo solo amici...vero Adrien?" Vidi Adrien vacillare appena e dire poco convinto "concordo...". Non convinceva neanche me onestamente. Lo guardai mentre arrossiva furiosamente. Come le mie guance d'altronde. Tentando di sviare il discorso Adrien disse "ma che fine ha fatto Nino?" E si alzò. Poco dopo lo vedemmo venire con una gabbietta in mano. All'interno di essa c'era la mia dolce Jüpiter. Mi alzai e aprì la gabbietta facendola posare sul mio braccio. Era una civetta bianca con le ali nere e gli occhi di un viola intenso. Chiesi a Chloè "potresti prendere per caso il pacchetto sopra il tavolino del gazebo? C'è il suo mangime..." due secondi e mi porgeva già il pacchetto di carta. Subito lo prese Alya che insieme alla bionda lo tirarono alla civetta. Appena il mangime volò in aria la civetta bianca si librò in aria. Subito dopo era poggiata su un ramo a mangiare quanto aveva acchiapato. Nino rise di gusto e Adrien continuò a guardarla curioso. Mi avvicinai e presi la sua mano, mentre Alya e Chloè si rotolavano per terra ridendo. Me lo trascinai fino al ramo della quercia in cui era poggiata la mia civetta e ,mentre Nino tentava di dividere le due ragazze che ancora ridevano tenendosi la pancia, appoggiai la mano del biondo sulla testa di Jüpiter. La diretta interessata chiuse gli occhi. Lui mi sorrise e io ricambiai.
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L'amore in una bolla
FanfictionMarinette è sempre stata abituata ad avere tutto sotto al naso. Al vivere in un castello sperduto tra le foreste della Norvegia. Ad avere obblighi e vizi. Un giorno, però , insieme agli zii si trasferisce a Parigi, la città in cui è nata. Lì conosce...