CHAPTER 17:proposte

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La guardai sorridendo come un ebete per alcuni secondi mentre mia cugina mi chiedeva sempre più forte "allora Marine chi è?". Il mio sorriso si spense un poco e le dissi "la signora Agreste In" la guardai uscire dal bagno...aspetta ma quando c'è andata?! La vidi uscire truccata e col suo bellissimo diadema di cristallo argenteo. Non appena vide la madre di Adrien tolse il diadema rossa in viso, mentre io me la ridevo di gusto. Feci accomodare la signora ,mentre Ingrid con una scusa volò via a rompere le scatole al povero Percival che stava studiando, il secchione. Mentre andava via vidi di sfuggita dello struccante e del cotone. Emìlie si sedette sopra una poltroncina e aspettò docilmente che io focalizzassi la mia attenzione solo su di lei. In certi aspetti era molto diversa dal marito. Lei era più solare e gentile; non tentava sempre di essere al centro dell'attenzione ed era paziente, molto paziente, a differenza dell'algido marito. Appena la porta fu chiusa da mia cugina mi girai sorridendo alla signora Agreste e dopo alcune domande sulla mia salute e stato d'animo e luoghi comuni attaccò a parlare di ciò per cui era venuta "come ben sai mo marito è uno stilista che gode di tanta fama a livello, anche, internazionale. Purtroppo Gabriel ,però, ha avuto diversi problemi con i modelli: si lamentavano, non studiavano e di conseguenza gli attribbuivano la colpa della loro mancanza di nozioni" si fermò un secondo per poi ricominciare a parlare "perciò ha sempre sofferto di mancanza di modelli per le sue campagne pubblicitarie e i suoi set fotografici." bevve un sorso di té freddo che le avevo offerto per poi continuare
"Motivo per il quale mio marito,anche se con riluttanza, decise di far diventare mio figlio un modello..." la interruppi seguendo il mio filo logico "per controllarlo sia a casa che a lavoro...bella mossa!" Lei mi sorrise e annuì per poi contiuare "e da un po che qualcuno fa apprezzamenti su di te...non guardarmi così è solo tuo cugino...si chiama Percival, vero? Ah, ok...quindi stavo dicendo, tuo cugino fa apprezzamenti su di te, a volte capita che Adrien chieda di te in presenza di Gabriel...E lui non può fare a meno di ascoltare...quindi ora dopo questo sproloquio io, a nome di mio marito, ti chiedo vuoi fare la modella per il marchio Agreste?". Sgranai gli occhi e la fissai tratteneddo il fiato. Lei bevve il suo tè tranquilla, tranquilla e io ero sconvolta. Da dietro una porta sentì un voce femminile molto simile a quella di mia cugina Ingrid dire un "Sì!" come se la sua squadra preferita avesse segnato e vinto il premio in palio. La sentì sussultare e correre nel corridoio facendo prendere una tachicardia alle tre cameriere che, evidentemente, stavano passando da là. Quel secondo di distrazione durò poco e io fui costretta a prendere una decisione. Non avrebbe segnato la mia vita, ma una proposta del genere alla mia età non capita tante volte nella vita. Tentai di concentrarmi sui pro e i contro che questo lavoro avrebbe comportato. Purtroppo senza un foglio di carta davanti non pensavo a mente lucida e mi perdetti in mezzo ai miei pensieri e andai a rimuginare su ciò che stava facendo la mia amica Isabelle in questo istante. Se lo avesse saputo mi avrebbe preso in giro all'istante. Se poi sarebbe venuta a sapere della mia cotta per Adrien, mi avrebbe presa in giro ancora di più. E ora?! Cosa faccio?! La signora Agreste vi guardava con un sorrisetto un pò sornione un pò materno. Non potevo pensare e decidere così in fretta. Che poi parliamone, la sua presenza mi metteva ansia come se pretendesse  una risposta all'instante. Ovviamente il mio viso in quel momento somigliava ad un libro aperto e disse "se hai bisogno di tempo non c'è che dirlo...per Gabriel non cambierebbe nulla adesso o tra qualche giorno..." non appena ascoltai quelle parole mi sentì più sollevata. Le sorrisi come per dirle in una muta risposta 'grazie, qualche giorno non guasterebbe' lei capì al volo e si alzò dicendo "perfetto allora qui c'è il mio numero di telefono, Adrien non sa nulla e avevo voglia di fargli una piccola sorpresa, sempre che a te vada bene, e non credo tu abbia molta voglia di telefonare a Gabriel visti i trascorsi" arrossì tutto d'un colpo e andai a sistemare il bicchiere in un vassoio che la cameriera avrebbe poi portato via. La salutai e le promisi che l'avrei contattato il prima possibile. Lei mi sorrise e uscì da camera mia dove l'attendeva mia zia che era venuta lì solo da qualche minuto. Presi il vassoio e lo lasciai davanti alla porta della mia stanza chiudendo la porta con la chiave che portavo al collo. Presi da un cassetto del mio comodino una torcia e misi i tacchi prendendo il telefonino. Spostai il mio armadio ed aprì con una seconda chiave che portavo nello stesso filo una porta quasi invisibile e la socchiusi accendendo bello stesso momento la torcia. Dopo cinque minuti, quando fui sicura che nessuno mi possa ascoltare, neanche per sbaglio, presi il telefonino e feci partire la chiamata per Isabelle.

Spazio me
Per farmi perdonare ho preparato due capitoli...che perché non sono certa di poterne portare altri per la prossima settimana...ok ora evapora quindi...CIAO!








~Vì

L'amore in una bollaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora