CHAPTER 22: partenza pt.1

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Oggi è l'ultimo giorno prima che mia cugina parta. Dovevo farla divertire e non farle pensare che ci saremmo riviste tra sei lunghi mesi. Lei era come una sorella per me e ,a differenza di Percival, non poteva essere sempre presente. E in più aveva più obblighi di me. Io non ero neanche sulla linea di successione al trono, in pratica poteva fare ciò che volevo. Nei limiti del giusto. Certi paparazzi davano comunque importanza alla mia persona. E io non potevo fare a meno che scappare. Poi se si parlava di nuovi amori o roba del genere erano delle piattole. Ingestibili. Mi alzai presto. Molto presto. Mi misi addosso la vestaglia col logo della famiglia reale di Norvegia e mi avviai alla scrivania. Cominciai a pianificare questo ultimo giorno.

Ore 9:00- Svegliare Ingrid a suon di cuscinate

Ore 9:30- portarle la colazione a letto: torta alle more e yogurt alla frutta con zenzero

Ore 10:30- portarla alla Tour Eiffel

Ore 12:00-  offrirle in gelato da Andrè (se lo becco)

Ore 13:00- portarla a casa (pranzo)

Lasciai cadere un secondo la matita e tenendomi in ascolto. Girai il foglio per ogni evenienza. Mi alzai,stando attenta a non far rumore e aprì le finestre della mia enorme stanza. Controllai la sveglia e, allo stesso tempo, spegnevo la lampada che illuminava la mia scrivania. Erano le otto in punto. Avevo tutto il tempo del mondo per preparare la mattinata. Lei poi sarebbe partita verso le sei e mezza del pomeriggio. Facendo un breve calcolo dovevano partire da casa verso cinque. Non avevamo molto tempo a disposizione il pomeriggio. Mi massaggiai le tempie. Stavo scoppiando. Dopo cinque anni decisi: l'avrei portata a fare degustazione. Il locale in questione si chiama "le gastronomique parissienne" e si degustava su prenotazione. Sbuffai. Mi toccava alzarmi. Mi cambiai d'abito: un completo nero a pantalone. Molto semplice. Non amavo agghindarmi come un abito di Natale. Presi i nastri del vestito e li feci passare per le varie pieghe del completo. Presi un paio di tacchi non molto alti e uscì dalla mia camera con le mani piene di trucchi e gioielli. Il telefono era in tasca. La metà di quei trucchi che mi ero portata dietro sicuramente non mi sarebbe servita, ma non sapevi neanche se mi sarei truccata. La mia confusione non ha limiti. Appena mi sedetti mi fu posato davanti al naso una cappuccino fumante. Mescolai la bevanda fumante mentre digitavo il numero di telefono della bottega. Stavo per avvicinare la colazione alle labbra quando dall'altro capo del telefono mi risposero con un "le gastronomique parissienne, bonjour a touts" posai la tazzina e feci la prenotazione. Dopo diversi minuti di ringraziamenti chiusi la chiamata. Poi chiamai Marianne. La graziosa signora mi rivolse un sorriso smagliante che mi invitò a chiedere. "Potresti far preparare una crostata alle more...ah! e ci sarebbe dello yogurt bianco alla frutta? In tal caso potresti mettere una spolverata di zenzero?" Lei assentì col capo. "Puoi farlo preparare per caso, tutto si un vassoio se non sarebbe un problema..." lei mi sorrise e andò nelle cucine. Continuai a sbocconcellare la fragola che era posata nel piattino vicino al cucchiaino e presi il budino alla crema con fragoline di bosco. Storsi il naso. Hanno finito i croissant, oppure stavano male con il cappuccino. Lasciai perdere e mi avventai affamata sul budino. Controllai il telefonino e non appena vidi l'orario mi saltarono gli occhi fuori dalle orbite. Erano le 8:30 del mattino. Avevo solo una mezz'ora per truccarmi e finire di fare colazione. Mangiai il budino alla velocità della luce e preparai i trucchi per truccarmi. Poi mi arrivo una chiamata. Adrien. Apri la chiamata e dissi solo un 'pronto?'. Il biondo mi disse "ciao Mari! Disturbo?". Dissi di no. Lui sospirò disse "sai la volta scorsa ho toppato alla grande con la cosa della pasticceria..." abbassai lo sguardo "ecco...volevo sapere...sei libera oggi pomeriggio? Magari potevano uscire e mangiare qualcosa...non so" riflettei un secondo "io in realtà sarei libera dalle 19:30 in poi...mia cugina parte verso le 18:30 quindi..." lui aspetto un secondo e mi disse "allora...possiamo uscire di sera...no aspetta...non posso...tu domani saresti libera?" Dissi di si. Lui disse soltanto "ok allora ci organizziamo più tardi...non so se i miei hanno qualcosa da fare e devo esserci pure io...allora ti faccio sapere?" Lo salutai e chiusi la chiamata.

L'amore in una bollaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora